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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ghirardini, Gherardo: Gli scavi del Palazzo di Teodorico a Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0423

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GIjI scavi del palazzo

col battistero ariano (S. Maria in Cosmedin) (x), seb-
bene, massime questi due ultimi edifici si trovino
lontano, un po' troppo a nord-ovest, fuori della linea
occidentale del palazzo che non doveva oltrepassare
probabilmente la facciata di S. Apollinare. Ma non si
può neppure escludere l'interpretazione del Pasolini.
Se egli non si apponeva al vero, collocando il prospetto
del palazzo a occidente, resta sempre meritevole di con-
siderazione il suo giudizio, che gli edifici dello sfondo
potessero essere connessi col palazzo : esserne, per dir
meglio, parti costitutive. Gli scavi ci hanno infatti
chiarito ch'esso non era — nè poteva esser del resto,
secondo la struttura delle grandi case romane — un
tutto organico ed uno; ma si componeva di corpi
speciali, sorgenti, quasi padiglioni, a fianco di un
grande cortile; e nel corpo nord l'aula regia, la ba-
silica, il triclinium formavano come tante separate
costruzioni, alcune delle quali nella prospettiva della
reggia potevano essere in qualche guisa indicate. Il
che non escluderebbe ad ogni modo che insieme con
esse apparisse la chiesa di Gesù Cristo, ch'era da ri-
guardare del pari come strettamente collegata al
palazzo.

Ho toccato di questa e d'altre molte questioni
senza disconoscerne le difficoltà, senza presumere di
risolverle. Quello che mi sono proposto, e spero esser
riuscito, di porre in sodo fin da ora è l'origine prima
e il processo di formazione e di trasformazione delle
fabbriche scoperte, dall'età romana in poi, reso ma-
nifesto dai singolari addossamenti dei vari livelli; la
disposizione, i rimutamenti, le aggiunte delle principali
parti costruttive; i caratteri delle opere musive, e
segnatamente di quella serie di cui cercai cogliere,
studiandone i laceri avanzi, i soggetti rappresentati.

(M Ricci C, Guida cit., pag. 99.

TEODORICO A RAVENNA od»

Quando tutto il materiale grafico dello scavo sarà
apprestato, pubblicato, illustrato — le singole piante,
le numerose sezioni, i particolari tettonici, le ripro-
duzioni di tutti i musaici estratti — ; e il materiale
archeologico, specialmente musivo, si vedrà esposto e
ordinato topograficamente e cronologicamente nel co-
stituendo Museo ; potranno i chiari cultori delle anti-
chità ravennati fare ulteriori, più larghe ed esaurienti
indagini intorno alla genesi, alla struttura, alle note
artistiche, alle vicende storiche del palazzo di Teo-
dorico.

Del quale se è grandemente deplorevole la rovina
che così povere reliquie ha risparmiato della sua clas-
sica magnificenza, un sentimento di profonda indigna-
zione suscita nell'animo nostro il pensiero che, mentre
l'Italia tali reliquie ha con religiosa cura investigato
e strappato all'oblio millenario, un novissimo brutale
oltraggio (*) siasi compiuto contro la superba chiesa
palatina, rimasta incolume ne' secoli presso ai sepolti
vestigi della reggia; e siasi compiuto dai lontani
nepoti degli stessi barbari che, attratti e placati dal
fascino dell'agonizzante arte romana, ne avevano rac-
colto in quei solenni monumenti gli aneliti estremi.

(*) Toccando del nefasto bombardamento aereo della chiesa
di S. Apollinare, di cui avrebbe potuto essere effetto irrepa-
rabilmente grave l'annichilamento de'musaici parietali, non
posso non ricordare come lo squarcio della facciata e del tetto
sia stato con pronta sollecitudine risarcito dalla Soprainten-
denza de' monumenti di Ravenna. Giuseppe Gerola, che ha
dato alla tutela di quei tesori d'arte la sua opera sagace e
fervente, ha acquistato un titolo segnalato di benemerenza.
E poiché ho accennato al Gerola, mi è grato por fine a questa
mia modesta fatica esprimendogli pubblicamente la mia rico-
noscenza dell'amichevole premura ond'egli ha agevolato i miei
studi sul palazzo teodoriciano ponendo anche a mia disposi-
zione la biblioteca del Museo. Caro vivrà nel mio spirito il
ricordo de' giorni insieme trascorsi a Ravenna, che mi procu-
rarono la frequente gioiosa visione di quei monumenti unici
nel mondo, per cui la bellezza antica diffuse attraverso alle
nebbie dell'età barbarica la sua luce serenatrice.

Gherardo Ghirardini.

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