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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Il Tempio Nuragico di S. Anastasia in Sardara (Prov. di Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0021

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\t tENtPIO N0RAG1CO DI S. ANASTASIA ECC.

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al piede di un gruppo di colline del terziario, coro-
nate da scogliere trachitiche e da dicchi di lava ba-
saltica, presso al borgo di Sardara, sgorga la potente
polla d'acqua termale a 74° cent, di Santa Maria de
is Acquas. Dove oggi, per l'iniziativa di valorosi
industriali, Filippo Birocchi e G. Asproni, è sorto un
importante stabilimento termale che fa onore all' isola
ed agli iniziatori, in età romana si ebbe un edificio
termale, i cui resti furono rintracciati durante i lavori
per la ripresa e la sistemazione della polla d'acqua
termale e già erano stati veduti e descritti con suffi-
ciente esattezza dallo Spano e più tardi rappresentati
in un rilievo che i detti Siggn. Birocchi ed Asproni
fecero eseguire durante i lavori di adattamento delle
antiche vasche romane.

L'uso di fonti termali per parte di popolazioni
primitive era stato più volte segnalato per varie re-
gioni ('); ma per la fonte termale de is Acquas di
Sardara, se si trovarono copiosi avanzi di edifici e
grande copia di monete romane intorno e dentro la
piscina dell'acqua termale, non si ebbero sicure traccie
di un uso o di un culto della fonte salutifera in età
più antica. Ho visitato a più riprese il luogo, ma
non mi venne fatto di segnalare, almeno alla super-
ficie, nè materiale ceramico, nè pietre lavorate, del
taglio e del tipo di quelle che formarono la struttura
e la decorazione dei templi sinora conosciuti, di Serri,
di Nuragus, di S. Cristina e di Losa.

Ma a poca distanza da S. Maria de is Acquas,
a circa un chilometro, dietro al caratteristico colle
del castello di Monreale, al piede della collina tra-
chitiea di Sa Gruii, dominante il villaggio di Sar-
dara, presso il limite dell'abitato, sgorga un'altra polla
d'acqua, non calda, ma a temperatura costante, la
Fontana de is dolus, o di S. Anastasia. Essa sgorga
ancora con un filo d'acqua costante, raccolto sotto il
riparo di una volta nuragica, presso la chiesetta di

(') Sul culto delle acque termali in età preistoriche, vedi
Pigorini, Uso delle acque salutari nell'età del bromo (Bull,
di Paletnol. Ital, 1908, pag. 169 ; Dechelette, Manuel d'ar-
chéol. préhistorique, II, pag. 452; Heierli, Bronzezeill. Quell-
fassung v. S. Moritz. (Anzeiger fùr Schweizerische Alter-
thumtk. 1907, pag. 265). Importante per i vasti raffronti e per
le conclusioni a cui perviene è il recente scritto di U. Rellini,
La Caverna di Latronico e il culto delle acque talutari nel-
l'età del bronzo, in Monumenti Lincei, XXIV (1916).

Monumenti Antichi — Vol. XXV.

S. Anastasia ; anche oggidì la fontana, consacrata dalla
vicinaza della chiesetta campestre, dove la leggenda
metteva la tomba di un santo martire Severo, è usata
per i dolori reumatici, onde il nome di « Funtana de
is dolus » fontana dei dolori, per l'effetto terapeutico,
salutifero da essa esplicato. Le nostre indagini hanno
ancora una volta provato che una santa martire del-
l'età cristiana, in questo caso S. Anastasia, ha eredi-
tato le funzioni salutifere che in età preromana erano
attribuite ad una ignota ma venerata divinità indi-
gena, alla quale attorno alla fontana si prestò un culto
di cui la fortuna ci portò a vedere le traccie.

L'attenzione nostra fu, come ho detto, attratta
verso questo fonte in occasione della scoperta di una
tomba nella località prossima di Sa Costa, nella quale
furono rinvenute le due interessanti statuette in bronzo
di arcieri pubblicate, per primo nel Ballettino di
Paletnologia Italiana (1), le quali erano sicuro te-
stimonio di un centro di vita nuragica in quella
località. Il cav. nob. Ernesto Diana allora sindaco
del Comune, ora ispettore dei Monumenti e Scavi
di quel territorio, additò alla nostra ricerca la fonte
di S. Anastasia e quando ebbi nel 1913 l'opportunità
di intraprenderne lo studio e lo scavo fu larghissimo
di ogni aiuto e spiegò in favore nostro tutta la sua
influenza e la più larga ospitalità, cosicché debbo ini-
ziare la mia relazione col ricordo delle sue beneme-
renze ed additarlo alla gratitudine di tutti gli studiosi
delle antichità Sarde.

La fonte di S. Anastasia, che sta di fronte alla
chiesetta, si trova presso all'estremo limite occiden-
tale del borgo di Sardara, in mezzo alle ultime case
del villaggio; la località è dominata dalle vicine
pendici -del colle detto Sa Costa, coronata da un dicco
di bruna roccia lavica sull'alto della quale si conser-
vano i resti del Nuraerhe Sa Crini.

La fonte sgorga in una breve conca, in località
ristretta, dominata dalle falde dell' imminente collina,
ma amena e tranquilla e riparata dai forti venti di
maestrale che soffia violentissimo dall'ampia vallata,
a volta a volta rigido od infocato dal suo passaggio
sull'ardente e malarico piano campidanese. Mentre il
tempio di Serri è in postura ampiamente dominante,

(') Anno XXXIX, fuse. 6, 12, tav. IV.

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