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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Il Tempio Nuragico di S. Anastasia in Sardara (Prov. di Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0040

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71

IL TEMPIO NORAGICO DI S. ANASTASIA ECC.

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stretto e profondo dell'altro pozzo, ma però indubbia-
mente di età nuragica, come mostrarono la struttura
e la suppellettile, e connesso allo stesso rito. La se-
zione era conica, regolare, allargandosi gradatamente
e continuamente sino al fondo che aveva un diametro
di m. 1,48 (tav. II, fig. 60).

Per un tratto di m. 2,50, a partire dalla bocca,
il pozzo era completamente rivestito di blocchi di

finamente squadrata, caduti dal parapetto del pozzo e
verso il fondo la copiosa massa dei vasi in terracotta,
che si vede andò lentamente accumulandosi al fondo
del pozzo, in gran parte frantumandosi e spappolan-
dosi, ma che pure formò il più copioso ed interessante
bottino di questa campagna.

Per poter comprendere il carattere di questo pozzo
e lo scopo con cui esso venne praticato e costrutto.

Fig. 62. — Ceramica decorata del pozzo votivo.

lava basaltica, regolarmente squadrati, di dimensioni
più grandi, ma di lavorazione simile a quella dei
pozzi di Serri e di Nuragus, a faccia leggermente
ricurva, adatti alla forma a cono rovescio presentata
dalle pareti del pozzo. Erano queste continue, non
presentando alcun foro di drenaggio; alla profondità
di m. 3,60 dalla bocca, come osservai, il rivestimento
cessava, ma il pozzo si abbassava, intaccando lo strato
obliquo di roccia calcare, con le pareti liscie, rego-
lari, con la sezione circolare, sempre più larga, sino
a raggiungere il fondo durissimo e compatto.

A cominciare dalla profondità di m. 2,50 dalla
bocca, sotto alla terra di recente filtrata, si comin-
ciarono a rinvenire i primi frammenti di ceramica,
nuragica, con qualche scarso elemento di importazione
cartaginese, poi nella melma finissima, sempre più
liquida, si rinvennero blocchi di basalto, a faccia

debbo ricordare che appena ne fu ultimata la rinet-
tatura, si vide che dalla vena della roccia del fondo
stillava e si raccoglieva per circa un metro di altezza,
quella medesima acqua, leggermente salmastra, che
si raccoglie nell'altro pozzo nuragico. Nel materiale
di riempimento si rinvenne un frammento di pietra
calcare, di forma parallelepipeda, con le faccie
erose e munito ad una estremità di lunga sporgenza
conica, con traccie di lunga confricazione (tav. II,
fig. 61). Penso che questo frammento fosse la metà
di un rozzo arganello in pietra, munito di pernii,
pure in pietra, il quale, fissato in due sostegni alla
bocca del pozzo, servisse per lo scorrimento della
corda Hsata a sollevare con qualche recipiente l'acqua
del pozzo stesso, adibita per scopo terapeutico, op-
pure per abluzioni preliminari alla discesa nel pozzo
sacro.
 
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