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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Il Tempio Nuragico di S. Anastasia in Sardara (Prov. di Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0052

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95 tL TEMPIO NURAGICO

CAPITOLO ni.
Conclusioni generali.

L'esame del tempio nelle sue varie parti e del
materiale, per quanto non vario e copioso, rinvenuto
fra le rovine e nel pozzo di offerta, ci consente ora
di esporre con minore incertezza alcune osservazioni
generali e di confortare, con la conferma di nuovi fatti,
talune ipotesi già avanzate sul tipo e sul carattere
dei luoghi di culto della civiltà nuragica protosarda.

La struttura del pozzo sacro di S. Anastasia, nel
suo complesso e nei particolari costruttivi, special-
mente per quanto riguarda la cella sotterranea, le cu-
pola, la scala, le robuste difese laterali, è senza
dubbio nuragica e da ascriversi alla tecnica protosarda
che ha- le sue tradizioni ed il suo svolgimento nel-
l'architettura dei recinti, delle torri, delle acropoli e
delle tombe nuragiche.

Questo pozzo sacro di Sardara. contenente una vena
d'acqua medicale, con l'attiguo pozzo delle offerte,
con gli elementi di semplice, rude ma accurata e po-
derosa decorazione che ne mettono in evidenza l'im-
portanza e la venerazione per parte delle popolazioni
primitive, può essere ritenuto un santuario fra i più
importanti, se non il principale e forse il santuario
federale di tutte le tribù primitive del vasto terri-
torio comprendente la grande vallata del fiume Sacer
e le vallette affluenti con le zone montuose ai due
lati che ne formano i versanti.

Forse nel nome di Sàrdara, nome suggestivo, non
solo per la risonanza, ma per la radicale comune a
quello della schiatta isolana, rimane il ricordo di un
centro di una sede antica dei Sardi, di una tribù pos-
sente e bellicosa quale ci è attestata dalla presenza
delle due interessanti statuette di arcieri trovate nella .
tomba di Sa Costa, poco lungi dal tempio di S. Ana-
stasia e da me ripetutamente illustrate (1). Al centro
religioso e forse anche commerciale della tribù abi-

DI S. ANASTASIA ECC. gg

tatrice del piano del Sacer, non corrispose forse un
aggio meramente di popolazione; il santuario ed il
mercato, periodicamente frequentati, erano probabil-
mente isolati nel tranquillo recesso dove fluiva la
fonte sacra, all'ombra della rupe di « Sa Costa »
poco lungi dalla pittoresca vetta dominata oggi dal
castello di Monreale. E tale isolamento è anche co-
mune col santuario protosardo di S. Vittoria di Serri
di S. Cristina di Paulilatino, e quello elevato di Maz-
zani di Villacidro, come anche di santuarii di altri
ambienti, sia primitivi che di periodi più recenti,
così da supporre che appunto consentaneo al carat-
tere religioso di un determinato centro cultuale fosse
il suo isolamento, lungi dal rumore della vita.

Ma forse dobbiamo mettere in relazione col centro
religioso e col probabile mercato di età protosarda
situato in quel luogo di Sardara, il centro di Nea-
polis, la città nuova, collocata, come ho detto, presso
la foce del Sacer, nei piani di Tenalba, la città
nuova, non rispetto ed in confronto ad altra città di
fondazione cartaginese e fenicia più di lei antica, ma
in confronto al centro religioso ed al mercato dei
Sardi, che la città novella Neapolis ha probabilmente
distrutto e forse sostituito. Di tale sostituzione è forse
anche un indizio il nome di Thermae Neajtolitanae
dato alla fonte termale delle acque calde di S. Maria
di Sardara e che dimostra come almeno nell'età ro-
mana, se non già nell'età cartaginese, il centro ma-
rittimo aveva attratto a sò le funzioni di capoluogo
economico e politico dell'ampio e ferace territorio
campidanese.

Il carattere idrologico di questo tempio, come
degli altri sinora studiati, consiste nel culto dato ad
una raccolta e ad una vena d'acqua salutare, difese
perciò dalle impurità del soprassuolo e da ogni con-
tatto con altre acque per mezzo della cupola; nel
pozzo attiguo, accuratamente costrutto, erano deposte
le offerte in prevenzione od in ricambio del beneficio
ottenuto

(') Taramelli, Tornila arcaica di Sardara (Bull, di Pa-
letti, ital., a. 1013, fase 6-12); Tempio nuragico di S. Vit-
toria di Serri (Monumenti antichi, XXIII, 1914, col. 127,
fig. 118); Porro, In/lussi' dell'Oriente preellenico nella civiltà
primitiva della Sardegna, Atene e Roma, 1915, pag. 167,
fig- 4.

(]) Analogo al culto delle acque salutari e sorgive e
quello prestato alle grotte fornite di acque sorgenti o bene-
fiche, o attigue a queste, o semplicemente imponenti per il
loro aspetto, od anche situate in località dominanti o tetra-
mente paurose. Anche per la Sardegna il culto delle grotte,
collegato con un concetto catactonico e forse della religione
 
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