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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0183

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357

GLI SCAVI INTORNO A i/ATHEN AION DI SIRACUSA

358

A. GLI SCAVI ED I MONUMENTI.

I. Prima zona di scavo.

Deliberai da bel principio di far procedere la
esplorazione di Piazza Minerva, attaccando alla sua
estremità occidentale, ed avanzando a levante; ed a
tale disposizione mi attenni nelle campagne successive,
qualche volta ritornando sopra brevi zone di terreno,
che per ragioni speciali non si erano toccate in pre-
cedenza.

.• £■ •■✓<' ., . Strato recente

Fig. 1.

Lo scavo ufficiale s'iniziò il giorno 18 novembre
1912 alla estremità occidentale di P. Minerva, aprendo
nel centro di essa ed in corrispondenza all'ultima
colonna di ponente del tempio greco un'ampia trincea,
che progrediva per 20 m. verso levante. Asportato
l'imbrecciato ed il soprassuolo recente, alla profondità
di un 50 - 70 cm. apparve un battuto molto forte, e
certamente antico, formato di ottima e ben compressa
breccia; esso formava uno dei diversi piani di livel-
lazione e di cammino, circostanti al tempio, di cui
avremo soventi volte ad occuparci. Asportato questo
strato, scendendo in profondità, si attraversò un po-
tente strato di materiali di scarico o di riporto, in
parto costituiti da grosso brecciame di calcare ooli-
tico ; precisamente quello che si ricava dal sottosuolo
di Ortygia (antiche cave di P. Duomo) e di cui risulta
costruita una parte del tempio. In altri termini, eran
questi i relitti di un immenso materiale di cava e di
fabbrica del tempio dinomendico. In questo primo tratto
occidentale della piazza non avvennero scoperte mo-
numentali di rilievo. Soltanto nel punto A (si tenga
sempre presente la pianta generale), conglobati nel
banco di scheggioni si riconobbero cinque grossi conci
in calcare tufaceo, che parvero buttati come materiale
di colmata, perchè non presentavano nè la connessione,

nè l'assestamento di un muro regoHre sia pure di
fondazione. Essi poggiavano sopra un secondo suolo
compresso di piccola breccia, indicante un livello ar-
caico, che poi riconosceremo lungo gran parte dell'area
di scavo, e che qui era di tenue spessore (cm. 10-15) ;
ques'o suolo sovrasta all'infimo strato siculo, adagiato
sulla roccia, del quale avremo ampiamente ad occu-
parci. Come caposaldo stratigrafico vale per questo
punto il ricordino fig. 1 ; da esso risulta la modica
profondità della roccia (a soli m. 1.65 dal piano), la
quale invece si approfonda sempre più man mano si
volge a levante, mentre sale verso piazza del Duomo.

Piccolo rudere di edicola (?). In queste vicinanze
siamo ritornati nel maggio 1914, al momento della
definitiva asfaltatura della via. Allora presso il can-
tonale SO del palazzo municipale è venuto fuori un
brano di fondazione a due assise di conci di arenaria
gialletta, analoga a quella delle diverse edicole pre-
dinomenidiche, ed è della stessa epoca di quelle. La
profondità dei massi è di cm. 66 ; la filata doveva
svilupparsi a levante, ma venne strappata. Invece
all'estremità opposta si vede un accenno di cantonate,
però il masso terminale non forma angolo retto ma un
po' ottuso. I blocchi non poggiano sulla roccia ma
sopra un letto di grosso brecciame di arenaria e di
terra compressa. Come si vede dalla pianta, a tale
muro, dal lato che dobbiamo ritenere interno, si in-
nesta un concio con incassi a coda di rondine, affian-
cato da altri destinati a rafforzare il pezzo innestato
in quei singolari incassi. Le due sezioni che unisco
a fig. 2 valgono a meglio chiarire la struttura di questo
avanzo, troppo mutilo, perchè si possano azzardare
congetture. Questo solo è certo che la roccia con lo
strato siculo si trovava a brevissima distanza dalla
linea di fondazione, perchè cocci siculi saltarono fuori
dall'angusta trincea, aperta per circoscrivere e deli-
mitare il rudere. Tanto basta ad attestare l'età pre-
dinomenidica di esso, che al momento del rinnova-
mento edilizio dinomenidico venne distrutto nell'alzata,
e ridotto poi ai minimi termini anche planimetrica-
mente nei tempi bizantini, quando si dava la caccia
spietata a tutti i conci lavorati, che qui stavano a
troppo breve profondità per sfuggire ai ricercatori.

Posso antico. La cronologia dello scavo viene qui
momentaneamente invertita, perchè nell'aprile 1914,
quando l'esploraziofle di questa zona si credeva esau-
 
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