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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0186

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gli SCAVI INTORNO a. l'aTHENAION DI SIRACUSA

364

colsi altri frammenti di cimasa, alcuni dei quali, mi-
nori, risolvono in modo definitivo, come a suo tempo si
dirà, la questione del membretto terminale della sima.

Anche in mezzo alla via, in una ristretta area
di 2-3 mq., si avvistarono molti frammenti di tegole
e di sima marmorei con avanzi delle relative teste
leonine; altimetricamente questo gruppo di marmi
veniva a cadere tra i due livelli segnati nel prece-
dente diagramma e corrispondeva alla linea dei massi
segnati in A. Tutti codesti frammenti si riferiscono
al sommo fastigio ed alla copertura del tempio dino-
menidico ; così essi vengono opportunamente ad inte-
grare talune scoperte del 1910 (Notizie, 1910, pag. 525),
riferibili a questa parte dell'edificio, e valgano, esa-
minati nel loro complesso, a dirimere una controversia
architettonica; il che vedremo a suo luogo, al momento
di esaminare il materiale.

Lungo l'intero percorso di questo primo tratto
della grande trincea di esplorazione, quanto dire sopra
una superfìce di oltre 50 mq,, si riconobbe sempre
ed ovunque, a contatto della roccia, lo strato siculo,
dello spessore di 20-30 cm., formato di terra nerastra,
grassa, ricca di avanzi di pasti (ossa animali), di
rifiuti della casa e della cucina, e di rottami fittili
in gran prevalenza del III periodo. Malgrado le più
attente osservazioni non si pervenne però a ricono-
scere in questa prima zona di scavo vere orme ed
impronte di capanne siculo.

Nello strato che chiameremo greco arcaico, com-
preso fra i due battuti stradali indicati nello spac-
cato rìg. 2, si rinvennero in modica quantità fram-
menti di vasellame protocorinzio e corinzio e rari pezzi
di terrecotte architettoniche.

Esaurito questo primo tratto della piazza, col pro-
lungamento della grande trincea condotta sull'asse
centrale di essa, ci avviciniamo alla zona monumen-
tale, che incomincia in corrispondenza alla settima
colonna del tempio. Qui, a m. 0.60-0.70 non apparve,
come in precedenza, il primo battuto antico, il quale
risultò distrutto da rimaneggiamenti medioevali del
suolo. In tale punto il primo battuto antico, quello
arcaico, si raggiunse a m. 1.48. e nel suolo ad esso
sovrastante si segnalò ceramica protocorinzia e corinzia
e qualche terracotta architettonica ('). A dimostrare

(') Clie d'ora in poi indicherò sempre colla sigla t. c. a.

poi che nei tempi di mezzo fossero quivi avvenuti
notevoli rimaneggiamenti del terreno, ricordo che
quasi a fior terra si rinvenne un bellissimo avanzo di
sima a foglie e rosette, (cfr. tipo uno della serie t. c. a.);
e poco più sotto, a cm. 60, un gruzzolo di 5 monete in br.
bizantine, ancora legate dall'ossido, e spettanti tutte
ad Eraclio (610-641), il quale umile peculio vale in
qualche modo a fissare l'epoca approssimativa di tali
rimaneggiamenti. Questo gruzzolo era avvolto in un
brandello di storta, che lasciò la sua impronta sulle
monete. A cm. 80 si raccolsero qui pure frammenti
marmorei della sima e delle tegole del tempio dino-
menidico. Abbiamo adunque nello strato superficiale
una rappresentanza mista e confusa di tutte le età
greche, rappresentanza che invece negli strati in posto,
non intaccati ed alterati, appare ben sedimentata e
suddivisa. Che questi rimaneggiamenti datino, almeno
in parte, dall'età bizantina, risulta anche dai nume-
rosi sepolcri di tale tempo, installati nel soprassuolo.
Fu in particolare la ricerca di pietre conce, che de-
terminò, qui come ovunque, una caccia feroce ai ruderi.
Appena si segnalava la presenza di un fabbricato an-
tico, si aprivano ampie e talvolta profonde ed anche
pericolose trincee, per estrarne i bei massi squadrati,
adibiti poi ai molteplici usi della città, ridotta entro
Ortygia, risparmiando così i lunghi e costosi trasporti
dal di fuori.

Mi è venuta l'idea che codesti saccheggi fossero
dovuti ai - fossores » bizantini, che nel soprassuolo della
piazza attuale, quando nel VII sec. con Zosimo s'in-
stallò nel tempio la cattedrale cristiana, vennero attorno
ad essa formando un cemetero. È però certo che solo
una parte dei danni è ad essi imputabile. Di codeste
devastazioni troveremo tracce dolorosissime ad ogni
passo, e talvolta, come a suo tempo vedremo, a così
enormi profondità, che non hanno a vedere col sepol-
creto assolutamente superficiale. Ed a fior di terra
rinvenimmo anche ruderi di povere fabbriche, costrutte
con massi antichi, ed in ogni modo di tarda età, che
sembrano anteriori al sepolcreto bizantino, e spette-
rebbero alla tardissima romanità.

II. Il cimitero bizantino e medioevale

merita adunque per ciò una breve trattazione a parte.
Esso incomincia circa dalla porticina secondaria del
duomo attuale, e stendendosi fino all'angolo NO del-
 
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