Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0197

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
385

g-u scavi INTORNO a i/aTHENAION di siracusa

386

riconoscemmo una vasta e profonda fossa carnaria,
aperta in nuda terra senza rivestimenti, e piena di
alcune diecine di cadaveri buttati alla rinfusa: tale
fossa si protendeva, sempre lungo la fondazione, anche
verso ponente; ma io non credetti necessario seguirla
sino al suo limite estremo, non racchiudendo altro
che masse di nudi e macabri scheletri. A me è ba-
stata la constatazione dell'apertura di questa amplis-
sima fossa, la quale è più che probabile abbia dato
luogo anche alla distruzione del primo breve tratto
della cloaca ed alla estirpazione dei bellissimi conci
che la rivestivano. Nelle guance del grande cavo da

malgrado la piccolezza della sua luce, dovuta ad una
elementare precauzione di impedire l'insinuarsi nei
sotterranei del tempio di persone adulte, od anche
di ragazzi che materialmente non potevano passare,
non si dura fatica a riconoscere come questa fosse
la bocca d'innesto delle acque raccolte nell' interno
del tempio, e di lì immesse nella cloaca. Si vedano
a fig. 15 i particolari in profilo dell'ultimo tratto
della cloaca, colle fondazioni templari, ed il foro che
le attraversa ed a fig. 16 una vedutina prospettica.

La scoperta di questo foro e del relativo canale
di scarico riapre e porta un argomento decisivo, se

noi aperto si vedevano in fatto, in basso, massi rui-
nosi e sconvolti, e tutto provava la avvenuta mano-
missione. L'ultimo copertone in posto, in arenaria
bianca fine, parve dapprima una metopa liscia di un
edificio arcaico preesistente, da cui venne strappata.
Ma in seguito a più attento esame, e come può de-
sumersi dall'accurato disegno fig. 14 parve preferibile
per esso la interpretazione di una intelaiatura sovra-
stante all'architrave di una porta; esso in fatti pre-
senta un becco di civetta abraso per metterlo in opera.
Questo pezzo ha di più un listello inferiore fortemente
colorato in rosso, ed in rosso è pure dipinto il prin-
cipio del succielo.

La bocca della galleria così troncata era stata
chiusa da una maceria del paro medioevale. Dal lato
opposto nella quarta assisa di fondazione del tempio
apparve un foro arcuato (alt. cm. 31 X 25 largii.),
aperto di viva forza nella solida compagine dei massi
poderosi ; esso attraversa in tutto il suo spessore la
fondazione, e risponde all'asse quasi preciso della
cloaca. Esso era ostruito in parte di fanghiglia, però

Monumenti Antichi — Vol. XXV

ancora ve ne era bisogno, nella questione della ipe-
tralità dei templi, che in data recente è stata riaperta
e discussa con nuove prove di fatto e con nuove argo-
mentazioni ('). La bocchetta d'emissione in apparenza
angusta è però tale da dare adito ad una massa ri-
levante d'acqua, la cui presenza nel sottosuolo del
tempio, sarebbe inesplicabile, se la si dovesse impu-
tare ai soli rifiuti delle lustrazioni e di altre ceri-
monie. Laddove essa risponde benissimo ai bisogni
di convogliare una ingente massa d'acqua pluviale,
che per la grande apertura ipetrale (l'opaion) si sca-
ricava sul pavimento della parte centrale della cella,
e di lì, per gli opportuni cunicoli, scendeva nel sotto-
suolo dell'edificio, ed infine ne usciva. Io non discuto
qui l'ampiezza di questa apertura ipetrale, misurata
dalla quantità massima d'acqua che essa immetteva nel
tempio, e dalla consecutiva ampiezza del foro di sca-
rico; affermo che questa doveva essere proporzionata

(') K. De Launay, Le tempie hypètkre in lieime urcbéo-
logique, 1912, I, pag. 365 e sgg.; II, pag. 143 e sgg.

25
 
Annotationen