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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0206

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403

GLI SCAVI INTORNO A l'aTHENAION ih SIRACUSA

404

Infine giova ricordate, sebbene in un campo cul-
tuale ed etnografico alquanto diverso, ma tuttavia
non scevro di qualche influenza greca nei rispetti
della stipe, le grandi e tanto discusse scoperte del
Foro Romano attorno al Lapis Niger, con la vasta
stipe, cogli avanzi dei sacrifici, e colle tracce di un
sacello e di un altare più volte modificato e poi obli-
terato ('). Per ciò che riguarda la distribuzione della
stipe spicciola, dove il terreno presentava condizioni
favorevoli di molta profondità, vigeva la consuetudine,
quando essa fosse diventata troppo ingombrante, di
raccoglierla in fosse o favisse, che talvolta, come nel
santuario del vallone Abbadessa in Locri, assumevano
proporzioni imponenti. Qui invece dove il suolo arcaico
ed arcaicissimo era a non molta distanza dal fondo
roccioso, prevalse il concetto di spargere semplice-
mente sul suolo, od in fossette superficiali, i rottami
degli ex voto, messi fuori uso, ricoprendoli di poca
terra o di ceneri sacrificali.

Da tutto ciò emerge, come l'ara davanti al pre-
sunto tempio arcaico fosse il centro di un culto anti-
chissimo, forse il più antico prestato dai Greci di
Ortygia ad una divinità ancora imprecisata. Là si com-
pievano sacrifici ed attorno all'altare si spargevano
gli ex voto dei primi coloni, che il suolo piamente
accoglieva e ricopriva. E questo culto antichissimo
venne per vari secoli continuato nel medesimo punto,
mantenendo immobile il piccolo altare, nobilitandolo
però, sopraelevandolo, secondo le esigenze di tempi
nuovi e, politicamente come finanziarmente, più floridi.

Ma oltre di quesio modesto altare ve ne dovette
essere un altro grandioso, di dimensioni rilevanti,
costruito e decorato con fasto architettonico, il quale
si ergeva alquanto più a levante del tempio nuovo,
e non sappiamo ancora bene, se ed in quali rapporti
fosse con esso. Di questo grandioso altare a vasti
fuochi, vero « Aschenaltar », dovremo a lungo occu-
parci più avanti, al momento di descriverne i ruderi ;
ed allora torneremo da capo anche allo studio dei
grandi riti, che sopra esso si svolsero, e che costitui-

(') Bulsen,'i2 Foro Romano, storia e monumenti (Roma,
1900), pag. 88; cfr. a pag. 95 la principale letteratura. Chi
poi volesse conoscerla in tutta la sua ampiezza deve scorrere
la cronaca del Tropea, nella sua Rivinta di storia antica,
a. VII, 1903 e sgg.

scono una bella rivelazione dei culti della Siracusa
arcaica.

VII. Il deposito delle stelai.

A levante della piattaforma con gradinata, in una
area, conterminata a mezzogiorno dalle tre ultime co-
lonne orientali del tempio, a settentrione dalla cloaca
e dal muro di fondazione del vecchio seminano (ora
distrutto), sotto lo strato superficiale, invaso da morti

Suolo attuale

•A—_ Bizantin o e med. %
,_Battuto del 5°sec.

in

I Greco are. B
B< Greco are. A 8

o

^ Paleogreco H
C~ Siculo %

Fig. 20.

medioevali, da sepolcri bizantini e da reliquie di ca-
supole, avvenne negli ultimi del dicembre 1912 un'altra
ragguardevole scoperta. A bene comprendere quanto
sto per esporre, giova anche qui tener presente il
diagramma del sottosuolo, che in forma al tutto sche-
matica, ma non di meno esattissima, io presento alla
fig. 20. È una sezione condotta da Est ad Ovest, per
una lunghezza di 3 m. e che nel suo centro risponde
alla IV colonna da levante del tempio.

Nel sottosuolo del cimitero bizantino e medievale
sotto un battuto di candida breccia, che qui assume
di proposito uno spessore oscillante di cm. 20-40 e
 
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