Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0214

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
419

GLI SCAVI INTORNO A l'aTHUNah>.\ 01 SIRACUSA

420

N. 13 (fig. 34). Il culmine della perfezione arti-
stica nella serie di queste povere stelai è data dal
grande e bello esemplare qui sopra citato, ancor esso
in pietra » giuggiolena » gialletta, ma, unico fra tutti,
conservante copiose tracce della incamiciatura in stucco

bianco. Qui siamo veramente davanti ad una vera
opera d'arte. L'accurata riproduzione rende visibile la
forma sensibilmente rastremata in alto, la decorazione
a rilievo basso, quasi piatto, e tuttavia molto curata,
consistente in volute, giragli e palmette ioniche. Sin-
golare cosa da rilevare, come codesto cippo nessun
foro presenti nel piano superiore, quasi che esso an-
ziché sorreggere uu donano avesse portato solo una
iscrizione rubricata sul candido stucco, della quale

però ogni traccia è scomparsa. La decorazione di questo
pilastro è tutta informata a quel gusto ionico, che
in sul volgere del VI sec. aveva pervaso tutti i campi
dell'arte decorativa, e di cui anche qui troveremo un
esempio insigne nel rilievo tav. 23.

Da ultimo, e per semplici ragioni topografiche,
qui si produce e si descrive (fig. 35) un pezzo archi-
tettonico trovato frammisto alle stelai, ma per forma
come per destinazione da esse nettamente distinto. È
il masso in calcare compatto, di cui in prospetto ed
in sezione vedesi qui appresso l'imagine. L'intacca-
tura profonda e quadrata che si addentra sotto la
fascia era evidentemente destinata a ricevere la testa
di una capriata o di un puntone. Il pezzo apparte-
neva perciò ad una parte non ben definibile di un
edificio, che in ogni caso non dovette essere di grandi
dimensioni.

Vario è stato l'ufficio delle stelai, adibite dagli
antichi Elioni; nelle necropoli a segnare il luogo del
sepolcro, a ricordare e ad onorare il morto; oppure
esposte nei temenoi dei santuari ed anche nell' interno
di essi per sorreggere gli àvce&rjfxaia, i xaoiGTrjQia
e gli ex voto svariatissimi, dai più modesti ai più
sontuosi, che venivano offerti alla divinità già da
tempi abbastanza remoti; in fine un ristretto gruppo
di altre era esposto in luoghi pubblici, e conteneva
incisi, talvolta accompagnati da una sobria decora-
zione, decreti di varia indole, sovente onorari. Ora,
se comune è stata in origine la forma di codeste
stelai, quelle di carattere funebre presero ben per
tempo uno svolgimento a sè, e le scolture figurali di
cui presto si adornano, seguono lo sviluppo dell'arte
nella sua evoluzione formale e spirituale. Per esse
possediamo già in Die attischen Grabreìiefs, pubbli-
cati dall'Accademia di Vienna, la prima e senza
dubbio la più cospicua raccolta, preziosissima miniera
di documenti della scoltura funebre, dalla quale tras-
pare tutta la grazia ed il sentimento vario, che attra-
verso forme di assai diverso valore, animava l'arte
attica in servizio del culto dei defunti. L'altra cate-
goria invece, quella delle stelai per ex voto, od anche
per contenere pubblici decreti, sia per il duplice uf-
ficio suo o di sorreggere superiormente un donano,
o di portare sulla froute un testo epigrafico, è estre-
mamente sobria nella decorazione; la quale quasi mai
assunse forme figurali, perchè il còmpito della stele
 
Annotationen