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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0231

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453

GLI SCAVI INTORNO A l'aTHKNAION DI SIRACUSA

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costume, a quanto pare non generale, di sotterrare le
ceneri delle vittime cremate. Ma che invece fosse ge-
neralmente diftuso il costume di raccoglierle e con-
servarle attorno l'altare, è dimostrato dalle scoperte
archeologiche, quando esse sieno avvenute in strati
intatti e non manomessi.

A prova di ciò mi sia consentito di addurre soltanto
alcuni esempì tipici. E cominciamo da un esempio
insigne. Ad Olimpia il pm/iós ó fisyiatoq, quello cioè
davanti il tempio di Zeus, era formato di ceneri e
detriti di ossa, e della gradinata, secondo la esplicita
testimonianza di Pausania, la parte superiore dalla
TtQo&vffig in poi era esclusivamente ricavata dall'am-
masso delle ceneri ('). E ceneri accumulate da più
generazioni si osservarono dentro ed attorno ai circa
27 altari, dei quali taluni vetustissimi, esistenti nel
temenos di Olimpia, e rimessi alla luce dalla grande
campagna tedesca ; questo numero rilevante di altari
nel grande santuario ellenico giova a spiegare la si-
multanea presenza di due di essi (i soli fin qui ri-
conosciuti ; ma nulla toglie ve ne fossero degli altri)
anche nel temenos di Siracusa. — Il grande ed ar-
caico altare dell' Artemision di Sparta era tutto av-
volto nel suolo di ceneri sacre (loc. cit., pag. 21).
Analoga constatazione fu fatta nell'interno di quello
arcaicissimo di Neandria (2), dove però, per circo-
stanze speciali, ossa e ceneri erano in quantità più
limitata.

E così via di seguito potrei allungare di parecchio
la nota delle scoperte del genere avvenute iu santuari
greci. Prima di finire voglio soltanto ricordare che
analoghe costumanze rituali vigevano anche in Roma.
Basti per tutto richiamare le ceneri ed i carboni,
avanzi di sacrifici espiatori, segnalati attorno al Lapis
niger nel Poro (3), uno dei luoghi più santi dell'antica
Roma repubblicana. Anche nelle Fordicidia, immo-
lazioni di vacche pregne, le ceneri dei feti venivano
raccolte con attenzioni speciali, e nell'atrio di Vesta
si conservavano, assieme alle ceneri sacrificali, per-
sino le spazzature dell'altare (Pesto, 344. 6. 13;
Ovidio, Fasti, 733).

(') Baumeister, Denkmàler, II, pag. 1067; Curtius, Altare
voti Olympia, 1882; Boetticlier, Olympia, II ed., pp. 191-192.
(') Koldcwey, Neandria, pag. 29.
(3) Boni in Not. scavi, 1899, pag. 153.

Persino nell'antica religione sarda vigevano costumi
molto analoghi. Risultò come davanti la porta del
santuario di S. Vittoria di Serri « si deponesssro i
« resti di fuochi sacrificali, conservati per qualche
« ragione rituale nel sacrario protosardo, come lo erano
« in alcuni riti dell'antica religione italica » (l).

Da questa fin troppo ampia esposizione di fatti
risulta, che le ingenti masse di ceneri, rinvenute fra
i due enigmatici ruderi D e E, derivano da impo-
nenti sacrifici compiuti lungo parecchie generazioni
sopra un grande altare, che, secondo il costume, con
larghe documentazioni monumentali dimostrato di uso
comune presso i Greci, doveva esistere nella imme-
diata vicinanza. Che uno dei due ruderi si abbia ad
identificare col ricercato grande altare, è ben possi-
bile; ad ogni modo la dimostrazione di tale fatto
vien rimandata al capitolo che illustra il grande ri-
lievo a giragli; edalla tìg. 261 si veda un tentativo
di ricostruzione di codesto imponente altare.

In seguito al generale rinnovamento edilizio che
abbattè queste due vetuste fabbriche, dovette sorgere
un altro grande altare sul fronte del tempio nuovo.
Se questo effettivamente sorse, non v'ha dubbio che gli
avanzi di esso si abbiano a ricercare sotto le fonda-
zioni dell'attuale Hótel Roma.

XII. Piccolo rudere (I ).

Procedendo a levante della seconda edicola, ci
siamo imbattuti in un altro ruderetto segnato nella
pianta generale colla lettera F. È un brano di solido
muro a due assise, di grandi massi di buon taglio,
dei quali il superiore, se non erro, emergente in tutto
od in parte dal suolo antico, fronteggiava il nord.
L'altezza era di m. 0.41 nella assisa superiore, e di
m. 0.46 nella inferiore; la costruzione è fondata so-
pra un letticciuolo di sottil braccia ne spesso un
xcm. 10-12, adagiato alla sua volta sugli avanzi dello
strato siculo, dopo il quale viene la roccia. Se ne
vegga la sezione a fig. 54, dalla quale risulta come
le giunture dell'assisa superiore fossero a combacia-
mento completo, quelle inferiori coll'anathyrosis strom-

(!) Taramelli, Il tempio nuragico ed i monumenti primi-
tivi di S. Vittoria di Serri, pag. 113 (in Mon. Ant. Lincei,
voi. XXIII).
 
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