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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0255

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501

GLI SCAVI INTORNO A l'aTHENAION DI SIRACUSA

502

sicula, mancando ogni traccia della corrispondente e
caratteristica ceramica, preferisco ritenere rappresen-
tino relitti della seconda fase, attestata da altre deboli
tracce. A parte la vaschetta a doppio recipiente, di-
chiarata e riprodotta a fig. 44, appartengono alla
piccola industria domestica, che vorrei dire quotidiana,
della macinazione e della panificazione, una diecina
di ciottoli, quasi tutti in dura roccia vulcanica, adi-
biti come frantoi e macinelli manali dei grani, di un
pajo dei quali presento la imagine a fig. 92 bis.

Fig. 92 bis.

Codesti ciotoli, frequenti negli antichi abitati, pre-
sentano tutti i segni di una lunga usura nella levi-
gazione di una o più faccie. Della pura industria li-
tica ci pervenne, unico avanzo, la metà di un coltel-
luccio in selce bionda, un frammento di raschiatojo,
ed un relitto di lavorazione in ossidiana. Quattro
ascie basaltiche ed una in quarzite sono così profon-
damente alterate dal lunghissimo uso, da aver per-
duto i loro caratteri originari di arma e poderoso
stromento da fendere. Tale estrema scarsezza di stro-
menti litici risponde esattamente all'età del villaggio
indigeno, quale esso era al momento in cui appar-
vero e s'installarono in Ortygia i primi remoti co-
lonizzatori greci, sia pure che si ammetta una crono-
logia di alquanto anteriore a quella ufficiale degli sto-
rici e logografi greci ('). Della civiltà adunque del
genuino I periodo non vi è traccia ; ed anche quelle
del II sono languide ed evanescenti, mentre si in-
tensificano quelle del passaggio dal II al III e
del III.

(*) È certo che la cronologia del geometrico greco non si
accorda coi dati di Tucidide. Io ho cercato di elevare, forse
di troppo, la prima comparsa dei primi Greci in Ortygia, nel
mio articolo in Notizie 1899, pag. 36 ed altrove. Il Pareti in
Studi Siciliani e Italioti, pag, 324 e segg., sopratutto sulla
scorta dei dati archeologici, ha elevato di almeno mezzo se-
colo la cronologia ufficiale della fondazione di Siracusa, ed è
già qualche cosa.

La grossa borgata sicula, che non sappiamo bene
se fino dal I periodo, certo dal II, si adagiò sul dorso
dell'isolotto di Ortygia, ebbe parecchi secoli di vita
e subì a lunghi tratti quelle lente modificazioni, che
noi vediamo rispecchiarsi nella suppellettile delle ne-
cropoli. È quindi naturale che tra gli avanzi di Via
Minerva nulla appaja della prima fase, e della se-
conda appena tracce; molto invece della III, du-
rante la quale la borgata sicula viene a contatto coi
Protogreci. Incendi casuali, certo frequentissimi, ca-
taclismi e fazioni guerresche dovevano cagionare so-
vente la distruzione e quindi la rinnovazione delle
fragili capanne di frasche e di quanto contenevano.
Se il contatto coi Greci, anzi la sostituzione di questi
ai Siculi, sia avvenuta in forma pacifica o violenta,
io ho cercato invano di scrutare dalle reliquie del vil-
laggio siculo. Il suo uniforme carattere di spesso
banco nerastro e grasso, piuttosto che ad un grande
generale e violento incendio, panni si debba imputare
alla decomposizione di sostanze organiche, cioè dei
rifiuti dell'abitazione, della cucina, alle immondizie
fecali ecc. ecc. Queste brevi considerazioni mi parve
opportuno di premettere alla trattazione de

2) Gli avanzi ceramici, che in quantità vera-
mente ragguardevole vennero raccolti nel banco si-
culo e che in preponderante quantità si riferiscono
alla III fase dell'industria ceramica sicula.

Ma prima che dei vasi propri dirò di alcuni strani
frammenti di creta ben cotta, con una parete piana

e tirata a pulimento, mentre nella opposta faccia ru-
gosa sono impressioni di grandi foglie, che sembrano
riferibili a foglie del « Ficus » ('). L'esemplare mi-

(l) Il eh.ino prof. L. Buscalione, titolare di botanica nella
R. Università di Catania, a cui io ho sottoposti i migliori di
codesti pezzi, è rimasto incerto fra il platano, la vite ed il
fico. Il tipo di foglia è evidentemente quello a nervatura pal-
mata; sebbene nessuna delle impronte presenti il contorno della
foglia, il che sarebbe stato decisivo, tuttavia, nel dubbio, egli
dà la preferenza al « Ficus » per ragioni morfologiche. Ed
impronte di foglie di fico si trovano anche in Egitto in data
molto remota. Cfr. Unger, Organhche Einschlusse eines Ziegel
der Daschurpiramide.

Un caso in tutto analogo, forse anzi colla identica specie
di foglia, si è avuto anche ad Amorgos, da quelli strati anti-
chissimi, che hanno dato le note " pappades » marmoree. Pa-
recchi vasi hanno impresso sotto il piede l'orma di una foglia,
in tutto analoga alla nostra:

KAKHAAIA, IlQSlOTOQtxrf
JqXaiohoyia

pag. 383, fìg. 499.
 
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