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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0317

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621

gli scavi INTORNO A l'aTIIENAION DI siracusa

selinuntino C, nella quale è espresso l'intero mito di
Perseo e Medusa, col Pegaso nato dal sangue spriz-
zato dalla ferita del mostro. Le figure singole e l'in-
sieme, come quelle della metopa coeva dei Cercopi,
sono di un arte ingenua e fanciulla; ma lo schema
della Gorgona è identico al nostro, e così la posa del
cavalluccio ed i tratti facciali dell'orrenda maschera,
cogli occhi dilatati ed a mandola schiacciata (').

È tutto un gruppo di monumenti, ai quali qualche
altro potrebbesi aggiungere (*), che emanano da archeo-
tipi comuni, e che sembrano aver avuta una diffu-
sione speciale in Sicilia. Ma stabilire questa genesi,
questa figliazione, nello stato attuale della statistica
monumentale, e per quanto essa siasi negli ultimi
anni arricchita di vari caposaldi, è forse ancora pre-
maturo. Mantenendo ferma l'origine asiatica del de-
mone spauracchio, l'occhio divinatore del Furtwaengler
credette di scorgerne una diffusione in occidente per
opera dei Calcidesi. Ma ora Corinto, Corcyra, Sira-
cusa formano un gruppo politicamente ed artistica-
mente compatto, nel quale si potrà al più indagare,
se e quale influenza abbia esercitato l'arte ionio-
calcidese. Divulgato nel miglior modo il monumento,
con un sobrio corredo di opportuni raffronti, io credo
di dovermi arrestare, per non estendere una ricerca,
che troppo mi porterebbe lontano dal tema già va-
stissimo, che ho da svolgere. Ribadisco ancora una
volta il mio concetto, che in Sicilia, nel sec. VI, la
Gorgo-Medusa abbia avuto uno speciale svolgimento,
con caratteri suoi peculiari.

Sull'ultimo e più delicato quesito: quale era la
destinazione della placca ? la risposta rimane pur
troppo molto vaga, incerta, e diciamolo pure dispe-
rante. Era un ex voto autonomo o parte organica del-
l'edificio presso il quale fu raccolto ? Cominciamo con
la dolorosa confessione che anche forma e struttura
dell'edificio sono un mistero. Se fosse stata una pic-
cola metopa che lo decorava, è verosimile ne avremmo
trovato almeno le bricciole di altre rispondenti. Era

(!) JBenndorf, Die Metopen voti Selinunt, pag. 44. Leggansi
anche le buone considerazioni di B. Pace, Arte ed artisti della
Sicilia antica, pag. 68 e segg., tendenti a dimostrare un certo
carattere individuale dell'arte selinuntina, pur entro la sfera
di un'arte più vasta e più comprensiva.

(2) Ad esempio la placca Orsi, Gela, tav. XLVIII, ma
troppo mutila per prestarsi a sicure considerazioni stilistiche.

invece un pezzo isolato, ed io propendo ad escludere
una funzione architettonica qualsiasi di questo nt'va!;,
attesa la sua piccolezza, e la ricerca minuziosa della
sua decorazione cromica. Se noi la collochiamo anche
ad una modica altezza, poniamo a solo 5 m., tutti gli
effetti della gaja policromia si perdono; che i Greci
ben calcolassero i giusti effetti della distanza, ce lo
dice il mascherone di Gela, che era dipinto a masse.
Io penso che la placca fu destinata ad essere esposta
e quindi ammirata da vicino, a poca altezza dal suolo ;
e ne concludo facesse parte di un anathema, la cui
forma e natura però ci sfugge completamente.

B) Avanzi di animali in parte alati. Essi ven-
nero trovati nell'agosto 1913 nello stesso sito ed in
tutta prossimità della placca gorgonica. cioè a levante
della misteriosa edicola E. Apparvero dapprima le
due zampe, poi frammenti del petto, ed eccellenti
pezzi di ale, di una figura animale alata, che si sup-
posero pertinenti ad una sfinge o ad un grifone acco-
sciato, sebbene mancassero le parti essenziali del
corpo, e la testa per intiero.

a) Zampa leonina verticale, con porzione della
gamba, alquanto maggiore del vero ed alta cm. 35
(fìg. 212). Per ciò che concerne la costruzione della
figura si osservi, che la massa interna del tubo della
gamba, vuota, è formata di creta verdoguola impa-
stata a grossi tritumi lavici, di potente coesione. Al
di sopra di questa è steso un letticciolo di circa
2 mm. di buona creta rossa decantata, finissima;
viene per ultimo il colore bianco colle rispettive de-
corazioni brune. Il secondo strato fa presa con la
massa centrale mediante sgrafliature. La figura deve
essere stata tirata su a mano libera e senza sussidio
di forme. Il garetto mostra sul davanti due rilievi
muscolari, indicati, oltre che plasticamente, anche
mediante una doppia linea nera di contorno con pic-
chiettature dello stesso colore, ad indicare il pellame ;
eguali linee brune scendono di dietro verso il tallone.
In alto si vede l'attacco del corpo mancante. La zampa
è trapassata da un foro cilindrico per imperniarla
sopra una base.

b) Zampa leonina posteriore adagiata quasi oriz-
zontalmente, e lunga dalla punta alla ripiegatura
cm. 30.5 (fig. 213). La compagine dell'arto è come
nel precedente ; il colore bianchiccio di sfondo è anche
qui ravvivato da dettagli in nero, cioè da linee; ed
 
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