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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0319

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«25

GLI SCAVI INTORNO A 1,'aTHENAION DI SIRACUSA

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molto smarrito. Tengasi anche conto della circostanza
che questi due frammenti, i quali legano, sono stati
trovati in un punto troppo discosto dai precedenti,
dai quali perciò dovrebbero essere distinti.

g) Frammenti di gamba animale, a sagoma qua-
drata, lungo cm. 17.5; la superficie è tirata a lucido.
Nella parte anteriore (?) traccio di colore a stilature
e punteggio (fig. 217).

Fig. 217.

Mostri, demoni ed animali fantastici alati, desunti
da repertori e da tessuti orientali, vennero accolti in
larga misura nella pittura corinzia e contemporanea-
mente nella plastica cretacea arcaica, trovando appli-
cazione come acroteri, ma anche come liberi ex voto;
e dalla creta si passò a tradurre poscia in calcare
ed anche in marmo le stesse figure. Della prima fase
non è ancor molto quello che possediamo, e così della
seconda (').

Qui per l'assenza della testa e del torace si ri-
mane in incerto, se trattasi di leone alato, di sfinge

(') Vi è molto materiale frammentario ed inedito nei Musei
che meriterebbe divulgazione. Cominciamo ora a conoscere
quello della Campania per opera del Koch, Dachterrakotten
aus Campanien, pag. 39 e segg. Per Locri, tempi.. Merafloti,
vedi Orsi, Supplem. Notizie, 1911, pag. 39 e scgg. Altri avanzi
d.d tempietto arcaico di S. Mauro, Orsi, Città siculo-greca a
M. S. Mauro (in Monum. Ant. Line, voi. XX), tav. VII e
pag. 66 e segg.

Monumenti Antichi — Vol. XXV.

o di grifone ; altrettanto è dubbio, se questi pezzi
erano un complemento architettonico dell'edicola (acro-
teri?), o se stavano liberi ed isolati come ex voto.
Sembra deporre a favore della prima versione la cir-
costanza, che i frammenti furono raccolti assieme
alla placca, quasi rasente il muro di fondazione del-
l'edicola, e non da esso discosti, come meglio sarebbe
convenuto ad un ex voto; ma tale circostanza non ha,
dopo tutto, un valore assoluto.

C) Avanzo di figura equestre. Il giorno 24 aprile
1913 dal grosso banco di breccia predinomenidica,
a breve distanza della colonna angolare NE del tempio
attuale, ed in vicinanza alla costruzione D, uscì il
grande frammento fittile di coscia umana riprodotto
in calcare alla tav. XVII, fig. B; esso emerse dal
potente strato di breccia ed allo stesso livello dei
massi del rudere, che era tutto avvolto dallo strato
breccioso. A breve distanza dal primo, se ne trovò
un secondo minore, e commiste al brecciame erano
alcune minute scheggio di sicura pertinenza al gruppo.
Il pezzo principale misura cm. 41 in lunghezza per
cm. 28 in larghezza massima; l'impasto eccellente
ed a timbro quasi metallico ha uno spessore oscil-
lante di mm. 25 a 40; mentre la faccia interna è
rustica e vi si vede evidente l'impiego delle dita,
quella esterna è spalmata di uno stratarello di creta
purissima, che da mm. 4 va fino ai 10 nel punto del
massimo rilievo muscolare. Che sia rappresentata la
coscia destra tesa quasi orizzontalmente, di una figura
umana, non cade dubbio ; ed era figura di assai grandi
dimensioni, certo al di là del vero. La parte nuda,
dipinta in un gialletto eburneo, o crema, rende per-
sino, nelle tennissime ondulazioni della superficie mu-
scolare, il vasto esterno, che salendo verso il grande
gluteo, si perde sotto la gualdrappa, di cui cui è
superstite un grande brano, dipinto in rosso, orlato
di meandro a scaletta e di una frangia a fogliami
nero-rossi (*). Questo irrigidimento, questa tensione
muscolare dell'arto, denota che le coscio quasi oriz-
zontali erano in funzione energica, quindi, a prescin-
dere da ogni altra analogia monumentale, sarebbe

(') È veramente impressionante non dico la rassomiglianza,
ma l'identità perfetta fra questi ornamenti e la bordura di un
mantello muliebre sopra un vaso di Melos, 'Ecprj/iegig, 1914,
tav. XIV. Erano stoffe importate dall'oriente ionico quelle
espresse in ambedue i monumenti.

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