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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0346

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675

gli SCAVI INTORNO A l'aTHENAION DI SIRACUSA

676

Per opportuna norma qui si ricorda che un minore
frammento dell' identico elemento si trovò in questo
stesso punto, ed un terzo del paro identico nel cor-
tile arcivescovile (pag. 496). La presenza di almeno
tre esemplari diversi dello stesso pezzo, giova in qualche
modo alla teoria, che non ad un acroterio frontale

sin qui piuttosto esiguo e di una grande semplicità
formale. Ne tento qui la enumerazione, limitandola
ai grandi acroterì, od acroterì principali, e topogra-
ficamente, alle regioni nelle quali l'architettura cre-
tacea ebbe uno svolgimento peculiare, cioè al mezzo-
giorno dell'Italia. Ma prima di addivenire a tale ten-

Pig. 246.

esso si riferisse, ma ad una serie di coppie che si
svolgevano lungo il colmareccio del tetto. Di questa
decorazione a palmette del colmareccio si conosceva
già qualche raro esempio ('), ma nessuno del genere,
peculiare per la sua impostazione, che ci vien rive-
lato dai frammenti siracusani.

Come la architettura lapidea dei coronamenti tem-
plari si svolge gradatamente da quella fittile, così è
avvenuto anche dell'acroterio, che trae origine da esem-
plari cretacei (2). Se non che di codesti il numero è

tativo di catalogo, del resto molto esiguo, è bene si
tenga presente come tanto l'architettura templare greco-
arcaica, come quella italica, si svolgono, per quanto
con forme diverse, dalla civiltà orientale submicenea,
quanto dire ionica (1). Questa origine ionica si rivela
sopratutto nel lato decorativo degli acroterì, e ci spiega,
come uno degli elementi precipui di essa abbia così
spiccato carattere ionico, tanto nelle sue manifesta-

(») Perrot, Hist. de l'art, etc, voi. VII, 1, pag. 536; dal
tempio G di Selinunte. Orsi, Anonima città siculo-greca a
M. S. Mauro presso Galtagirone (in Mon. Ant. Line, voi. XX),
pag. 60 segg., flgg. 46-47 e tav. VII, 1.

(") Sulla genesi dell'acroterio è molto istruttivo l'articolo
del Benndorf, Ueber den Ursprung der Giebelakroterien, in
Oester. Jahreshefte, II (1899), pag. 1 e segg. L'A. attinge gli

esempi dimostrativi della sua tesi, sopratutto alle architetture
lignee e lapidee della Licia, ed anche a costruzioni lignee con-
temporanee dell'Asia Minore. Sull'origine dell'acroterio si con-
sulti anche l'appendice Acroterii alla monografia del Rizzo,
che cito qui sotto.

(') Tesi generalmente accettata, ma sulla quale insiste ri-
petutamente il Rizzo, Tempietto fìttile di Nemi e di altri
monumenti inediti relativi al tempio italico-etrusco, in Bull.
Gom. Arch. Gom., Roma, 1911, pp. 27 e 68.
 
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