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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0364

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GLI SCAVI INTORNO A l'aTHENAION di SIRACUSA

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voluta ionica (ibidem, pp. 70-71). Ed anche nel ri-
lievo di Boston, quasi a ricordo di codesta forma tra-
dizionale di decorazione terminale degli altari, si svolge
appunto una elegante decorazione ionica (o. c. pag. 65),
adattata ai fini della forma speciale del trono. Questa
predilezione delle forme ioniche per i xt'Qara degli
altari, è rimasta consecrata per lunga tradizione se-
colare nelle centinaia di piccole are monolite romane,
nelle quali il così detto pulvino finisce sempre in due
volute, e talvolta anzi, come nei due troni Ludovisi,
ed in parecchie are e stelai greche, si completerà con
un acroterio a palmetta.

Da questa premessa dirò così tectonica discendono
altre conseguenze ; collocato a posto il grande rilievo,
noi ricostruiremo anche il fregio dell'altare, collocan-
dovi i massi coi triglifi e le metope, rinvenuti presso B.
È vero che l'altare di Selinunte già citato (pag. 448)
non comportava decorazione di sorta, per la semplice
ragione che esso era molto piccolo. Ma già quello
pergameno di Demeter, che nell' alzato raggiunge
m. 6 V2 in lung.. presenta in alto ed in basso due
ricche cornici. E quello notevolmente più grande di
Zeus in Olimpia (vedi pag. 447), così bene resti-
tuito dal Puchstein, oltre della cornice andava adorno
di un ricco fregio a metope e triglifi. Non altrimenti
si presentava il colossale altare di Ierone II a Sira-
cusa, di fronte al quale colosso, anche gli altarini in
miniatura per il culto domestico, di cui Siracusa ha
fornito molti e gentili esempi quasi costantemente
presentano il fregio dorico a metope e triglifi.

Giova infine moltissimo a risolvere varii dubbi
anche un breve esame dell'altare del celebre tempio
arcaico di Corfù; esame forzatamente limitato, trat-
tandosi di un monumento ancora completamente ine-
dito, ed a cui accenna soltanto con brevissime parole
il Dórpfeld in Arch. Anzeiger. 1912, pag. 247. Le
mie osservazioni emanano da una eccellente fotografia
(Corfù 92) dell' Istituto Germanico. Codesto altare,
lungo angusto ed alto, a quanto pare, non più di una
misura d'uomo, sorgeva sopra un'area basolata, la cui
parte anteriore serviva di prothysis. Al di sopra di
uno zoccoletto si svolge tutto in giro una serie di

(*) Vengasi un grazioso campione in Notizie scavi, 1891,
pag. 381. Dopo di allora il Museo di Siracusa si è accresciuto
di una serie campionaria di tali minuscoli altarini domestici,
quanto mai varia ed istruttiva.

placche decorate di un fregio dorico scolpito ; i tri-
glifi, naturalmente privi delle rispettive gocciole,
posano direttamente sopra lo zoccoletto. Manca nel-
l'ara tutta la cornice ed il finimento superiore. Ma
anche qui si ripete su più vasta scala lo strano feno-
meno architettonico constatato anche nel nostro piccolo
altare, che il fregio dorico, normalmente destinato a
figurare molto in alto,*sia qui umiliato e collocato
quasi a raso suolo. Nè pare che a Corfù sia il caso
di pensare ad un espediente (come nel nostro altare
minore) di pezzi asportati da un edificio diruto o
smontato. A Corfù il fregio è nato espressamente per
la decorazione dello strano altare.

Ad ogni modo non è un mero caso od una for-
tuita coincidenza, che gli altari arcaici di Siracusa
e di Kerkyra ci porgano gli esempi più antichi di
questa peculiare decorazione; abbiamo troppo buone
ragioni per riconoscere in essa una decorazione cano-
nica degli altari. Nè è qui il momento di svolgere
una serie di considerazioni sull'arte del tempio di
Corfù, in rapporto a quella siceliota arcaica (x) ; ciò
non è consigliabile sino a tanto, non si posseda la
pubblicazione definitiva di quel!' insigne complesso di
architettura e di scoltura.

Anche a Megalopolis in Arcadia, la missione in-
glese, che vi condusse i vasti e ben noti scavi dal
1890-1891, riconobbe a ponente del Thersileion un
grande altare angusto, e lungo p iugl. 36.3, il quale
consta di un fregio dorico con metope e triglifi, piaz-
zati sopra una zoccolatila semplicissima. Della coper-
tura dell'altare, che non superava in ogni caso l'al-
tezza di un uomo, manca ogni elemento. È escluso
che i pezzi architetturati sieno stati strappati da un
edificio più" antico; essi sono stati espressamente scol-
piti per questo altare del sec. IV, che è una nuova
conferma di una assai vetusta tradizione di arte iera-
tica. Un secondo altare, riconosciuto a 190 piedi dal
Thersileion, è assai piccino e rivestito di placche
liscie (2).

La tradizione artistica quindi, senza interruzione
conservata attraverso varii secoli, così nei colossali
come nei minuscoli altari, ci consente di reintegrare

(l) Nei rispetti della plastica qualche fugace accenno è
stato già fatto dal Pace, Arie ed artisti ecc., pp. 51, 52.

(a) Soc. Prom. Hell. Studies. Supplementary Papers N. I-
E.vcavations at Megalopolis, 1890-91 (London 1892), pp. 51-52.
 
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