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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Orsi, Paolo: Gli Scavi intorno a l'Athenaion di Siracusa: negli anni 1912-1917
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0369

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721

gli SCAVI INTORNO a l'aTHENAION DI SIRACUSA

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« stanti l'una dall'altra 38 cm., incorniciate in alto
« da un ovolo e da una larga fascia di robusto aspetto.
« Tale incorniciatura terminale presenta la peculiarità
« di non essere ricavata dallo stesso pezzo della ci-
« masa, ma di formare un pezzo a parte, di riporto.
« Con siffatto espediente si conseguiva una miglior
« garenzia nella statica della sima ed un forte ri-
« sparmio di materia. La cornice terminale della sima,

Ma dove sono le decorazioni policrome, che cer-
tamente dovettero essere applicate al prospetto della
cimasa, per dare vita, movimento e vigore alla nitente
monotonia del marmo, il quale sotto la gran luce del
cielo meridionale avrebbe presentato una massa ab-
bagliante, senza contrasto di ombre e di toni? Esse
sono interamente scomparse. Ma che in origine vi do-
vesse essere lo si desume, oltre che dalle anzidette

Fio. 264.

« eseguita a parte con conci più o meno larghi, ma
« sempre tanto da abbracciare due pezzi di cimasa,
« veniva fissata alla cresta della parete verticale per
« mezzo di grossi bulloni, probabilmente in bronzo,
« dei quali sono rimasti i soli fori cilindrici, eseguiti
« a trapano e del diametro medio di mm. 17. I sin-
« goli elementi di questa cornice terminale si legano
« alla lor volta l'uno con l'altro mediante grappette
« inserite in incassi a doppia coda di rondine.

« Come si vede dalla sezione a fig 262 anche il
■ lato interno delle piastre verticali era sagomato in
« modo da agevolare lo scorrimento delle piovane,
« che defluendo dalla falda del tetto, avevano poi
« sfogo dalle bocche delle grondaie leonine. Il dorso
« delle cimase, maggiormente colpito dalle raffiche
« delle piovane, è profondamente corroso, mentre la
« fronte lievemente inclinata è rimasta meglio con-
» servata ».

Monumenti Antichi — Vol. XXV.

necessità di regolare gli effetti luminosi, e dalla tra-
dizione artistica delle t. c.a. colorate, che si tramanda
anche alle membrature in calcare ed in marmo, an-
che dalle tracce superstiti in altri monumenti. Baste-
rebbe per tutti citare il Partenone ('), ma è prefe-
ribile richiamarci ad un monumento sicelioto, crono-
logicamente più vicino al nostro, cioè al tempio di
Himera, nel quale un pezzo della cimasa ci ha con-
servato tracce sicure della decorazione canonica a pal-
mette e fiori di loto, interposti fra una grondaia e
l'altra (*).

(l) La profusione dei colori vi era tale da sembrare per-
sino esagerata. Vedi Collignon, Le Parthenon, pag. 112 e segg.
e pag. 116. Per la fase anteriore a quella delle costruzioni in
poros, veggansi i molteplici avanzi di decorazione a colore,
raccolti da Wiegand, Die Porosarchitektur ,ier Akropolis zu
Athen, pp. 11 e 151 e segg.

(*) Koldewey e Puchstein, Die griech. Tempel, pag, 51.

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