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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0396

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775

seguito ora dalla bella strada militare alla stazione
di allevamento dei cavalli, con i N. Tintinnus, Spa-
dulargu e Marchidu, a mezza costa e su alla sella
tra il versante del Coghinas ed il Tirso una fìtta di
guardie nuragiche a poca distanza 1' una dall'altra. Si
segnalano ancora il Monte Airadu, il S'Ena manna.
il N. Abbasantera e più sotto, nascosti nei vallon-
celli laterali, l'Edra, il Fraile, il Presones, e VArvas,

776

N. Mandra Giua ed il N. Sa Sea formano una serie che
conduce alla poderosa mina del bel nuraghe Tres Nu-
rar/hes, a piede del vallone sotto Bonorva, mentre
l'accennato defilé delle pittoresche rupi trachitiche,
che è quasi una porta del bel piano logudorese, è
vigilata dal N. Pazza, dal S'ena e' Lepere e da
N. Baltolu, meglio conservato degli altri, in vista
dei quali sfila anche l'attuale strada da Bonorva al

FORTEZZE, RECINTI. FONTI SACRE ECC.

Fig. 3. — Nuraghe S'Ena, ridotto ad uso di abitazione moderna presso la stazione ferroviaria di Giave.
È chiara la posizione fortificata del Nuraghe e l'ampio dominio di essa.

mentre altri sorvegliano la discesa verso il Tirso,
come il Tocco Scazzane ed il Residdi, dal ciglione
del pianu Mannu, masso di altopiano, dal dosso pia-
neggiante, che questo valico della via per Tanca Kegia
supera al passo detto di Scala de sos Pezzos, e che
forma appunto la divisione tra il piano di S. Lucia
e la valle del Tirso.

Anche qui ciglioni e valichi sono così opportuna-
mente disseminati di costruzioni nuragiche che non
può sfuggirci lo scopo di vigilanza del territorio e
di dominio delle strade naturali che lo percorrono,
con intento di difesa, e di sbarramento delle vie verso
F interno della regione, verso gli altipiani e le valli
centrali (fig. 3).

Anche il valico dal bacino del Temo al piano di
S. Lucia ci offre il medesimo fatto. Oltre alla vigi-
lanza lontana dei nuraghi del ciglione superiore, una
serie di difese nuragiche segue e sminuzza la vigi-
lanza del percorso della via naturale; lungo la valle
di Bio Alchennero e Rio Molimi, sopra i ciglioni dei
dirupi, calcari, profondamente incisi, il N. Mandra, il

Campo di S. Lucia, erede di antichi percorsi lungo
il valico naturale.

Anche il piano, oggi paludoso, per il millenario
abbandono del corso dei fiumi, fu abitato e vigilato
in età nuragica da costruzioni, disposte, come dissi,
o sulle dorsali trachitiche che punteggiano il piano,
o sugli speroni di alture che lo fronteggiano.

Nella cartina qui aggiunta, (fig. 2) si notano,
procedendo da sud verso nord, i resti di N. Tin-
nura e di Monte Cheta, verso il confine tra i campi
di S. Lucia e Campo Giavesu, il N. Campii de Olla
il Bingialza il S. Elena, ed il Faraone, questi ul-
timi sul corso del Rio Mannu. che raccoglie verso
il Coghinas tutte le acque del piano, il N. Cujaru
il Fru.sciosu, per limitarmi a quelli del piano di Bo-
norva, tacendo di quelli numerosi e taluni splendidi
per dimensioni e struttura, che stanno a dominio dei
finitimi campi Giavesu e di Torralba.

Ad est del Campo, verso i terreni che un giorno
appartennero alla distrutta terra di Trechiddu. di mi
restano fra le rovine gli avanzi di tre squisite chiesette
 
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