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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0404

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FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.

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della valletta di Rio di Ambiddas, lungo la quale si
arrampica la linea ferroviaria per salire questo gra-
dino dell'altipiano.

Il nuraghe sta nel mezzo della stretta lingua di
terra, molto degradato e sconvolto, a struttura poligonia
(fig. 12); serba ancora le traccio del corridoio d'ingresso,
alto m. 1,80, e della scala interna: il diametro alla
base e superiore ha m. 10,00. La porta dà al sud,
cioè al di fuori dello spazio limitato dal recinto.

sione, quali si osservano in tanti punti della Sar-
degna, come il N. Saurecci di Guspini, il N. Losa
di Abbasanta, e che corrispondono evidentemente ad
una contemporanea necessità di maggior difesa a cui
furono spinti gli abitatori dei nuraghi (fig. 13).

A pochi passi dal recinto di Nuraghe Giove si no-
tano i resti di varie sepolture di giganti, assai scon-
volte e, manco a dirlo, frugate dai pastori: attorno
a questi resti debbo segnalare ben cinque pietre be-

Pig. 12. — Vista del recinto megalitico di Nuraghe Giove. Bonorva.

Questo si addossa ai due fianchi della torre, di cui
evidentemente è più recente; dei due segmenti che
raggiungono i fianchi del dirupo, entrambi a percorso
non rettilineo, ma ad angolo sporgente verso l'esterno,
quello ad ovest, più breve, è di m. 25 di lunghezza,
quello ad est di circa m. 60. Anche questo muro è
a struttura poligonale, dello spessore di m. 3,60 in
media, è evidentemente costrutto a scopo di difesa,
a rinforzo della torre nuragica, per formare un breve
campo trincerato, chiuso ai lati dall' erto dirupo
della costiera basaltica. L'altezza conservata è di circa
2 metri, e come appare dalla fotografia e dallo schizzo
di pianta, è un esempio di castelletto nuragico, di raf-
forzamento di antichi nuraghi isolati, a mezzo di re-
cinti che ne aumentano il valore difensivo e l'esten-

tiliche, a tronco di cono, del tipo di quelle di Ta-
muli, presso Macomer, e di Perdu Pes, presso Pau-
lilatino. In questi esempii di Nuraghe Giove, si ha
la forma, insolita, a tronco di cono spezzato, ma la
materia è la stessa, la dura lava basaltica e simili
anche le proporzioni, cioè l'altezza di m. 1,20 ed una
base di 0,60. In nessuna di queste cinque pietre si
hanno i segni delle mammelle, nè sporgenti nè in-
cavate che presentano i betili ricordati. Data la con-
gerie dei materiali esistenti attorno a Nuraghe Giove
ed alla dispersione di queste pietre, non potrei dire se
esse siano da riferirsi ad una sola od a più tombe.
Negli esempii che ho ricordati, tali pietre, imagini
aniconiche delle divinità tutrici del sepolcro, sono in
numero di tre, ma non manca l'esempio di un singolo
 
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