791
FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.
792
della valletta di Rio di Ambiddas, lungo la quale si
arrampica la linea ferroviaria per salire questo gra-
dino dell'altipiano.
Il nuraghe sta nel mezzo della stretta lingua di
terra, molto degradato e sconvolto, a struttura poligonia
(fig. 12); serba ancora le traccio del corridoio d'ingresso,
alto m. 1,80, e della scala interna: il diametro alla
base e superiore ha m. 10,00. La porta dà al sud,
cioè al di fuori dello spazio limitato dal recinto.
sione, quali si osservano in tanti punti della Sar-
degna, come il N. Saurecci di Guspini, il N. Losa
di Abbasanta, e che corrispondono evidentemente ad
una contemporanea necessità di maggior difesa a cui
furono spinti gli abitatori dei nuraghi (fig. 13).
A pochi passi dal recinto di Nuraghe Giove si no-
tano i resti di varie sepolture di giganti, assai scon-
volte e, manco a dirlo, frugate dai pastori: attorno
a questi resti debbo segnalare ben cinque pietre be-
Pig. 12. — Vista del recinto megalitico di Nuraghe Giove. Bonorva.
Questo si addossa ai due fianchi della torre, di cui
evidentemente è più recente; dei due segmenti che
raggiungono i fianchi del dirupo, entrambi a percorso
non rettilineo, ma ad angolo sporgente verso l'esterno,
quello ad ovest, più breve, è di m. 25 di lunghezza,
quello ad est di circa m. 60. Anche questo muro è
a struttura poligonale, dello spessore di m. 3,60 in
media, è evidentemente costrutto a scopo di difesa,
a rinforzo della torre nuragica, per formare un breve
campo trincerato, chiuso ai lati dall' erto dirupo
della costiera basaltica. L'altezza conservata è di circa
2 metri, e come appare dalla fotografia e dallo schizzo
di pianta, è un esempio di castelletto nuragico, di raf-
forzamento di antichi nuraghi isolati, a mezzo di re-
cinti che ne aumentano il valore difensivo e l'esten-
tiliche, a tronco di cono, del tipo di quelle di Ta-
muli, presso Macomer, e di Perdu Pes, presso Pau-
lilatino. In questi esempii di Nuraghe Giove, si ha
la forma, insolita, a tronco di cono spezzato, ma la
materia è la stessa, la dura lava basaltica e simili
anche le proporzioni, cioè l'altezza di m. 1,20 ed una
base di 0,60. In nessuna di queste cinque pietre si
hanno i segni delle mammelle, nè sporgenti nè in-
cavate che presentano i betili ricordati. Data la con-
gerie dei materiali esistenti attorno a Nuraghe Giove
ed alla dispersione di queste pietre, non potrei dire se
esse siano da riferirsi ad una sola od a più tombe.
Negli esempii che ho ricordati, tali pietre, imagini
aniconiche delle divinità tutrici del sepolcro, sono in
numero di tre, ma non manca l'esempio di un singolo
FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.
792
della valletta di Rio di Ambiddas, lungo la quale si
arrampica la linea ferroviaria per salire questo gra-
dino dell'altipiano.
Il nuraghe sta nel mezzo della stretta lingua di
terra, molto degradato e sconvolto, a struttura poligonia
(fig. 12); serba ancora le traccio del corridoio d'ingresso,
alto m. 1,80, e della scala interna: il diametro alla
base e superiore ha m. 10,00. La porta dà al sud,
cioè al di fuori dello spazio limitato dal recinto.
sione, quali si osservano in tanti punti della Sar-
degna, come il N. Saurecci di Guspini, il N. Losa
di Abbasanta, e che corrispondono evidentemente ad
una contemporanea necessità di maggior difesa a cui
furono spinti gli abitatori dei nuraghi (fig. 13).
A pochi passi dal recinto di Nuraghe Giove si no-
tano i resti di varie sepolture di giganti, assai scon-
volte e, manco a dirlo, frugate dai pastori: attorno
a questi resti debbo segnalare ben cinque pietre be-
Pig. 12. — Vista del recinto megalitico di Nuraghe Giove. Bonorva.
Questo si addossa ai due fianchi della torre, di cui
evidentemente è più recente; dei due segmenti che
raggiungono i fianchi del dirupo, entrambi a percorso
non rettilineo, ma ad angolo sporgente verso l'esterno,
quello ad ovest, più breve, è di m. 25 di lunghezza,
quello ad est di circa m. 60. Anche questo muro è
a struttura poligonale, dello spessore di m. 3,60 in
media, è evidentemente costrutto a scopo di difesa,
a rinforzo della torre nuragica, per formare un breve
campo trincerato, chiuso ai lati dall' erto dirupo
della costiera basaltica. L'altezza conservata è di circa
2 metri, e come appare dalla fotografia e dallo schizzo
di pianta, è un esempio di castelletto nuragico, di raf-
forzamento di antichi nuraghi isolati, a mezzo di re-
cinti che ne aumentano il valore difensivo e l'esten-
tiliche, a tronco di cono, del tipo di quelle di Ta-
muli, presso Macomer, e di Perdu Pes, presso Pau-
lilatino. In questi esempii di Nuraghe Giove, si ha
la forma, insolita, a tronco di cono spezzato, ma la
materia è la stessa, la dura lava basaltica e simili
anche le proporzioni, cioè l'altezza di m. 1,20 ed una
base di 0,60. In nessuna di queste cinque pietre si
hanno i segni delle mammelle, nè sporgenti nè in-
cavate che presentano i betili ricordati. Data la con-
gerie dei materiali esistenti attorno a Nuraghe Giove
ed alla dispersione di queste pietre, non potrei dire se
esse siano da riferirsi ad una sola od a più tombe.
Negli esempii che ho ricordati, tali pietre, imagini
aniconiche delle divinità tutrici del sepolcro, sono in
numero di tre, ma non manca l'esempio di un singolo