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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0408

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799

FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.

800

antica via romana dell' interno, tracciata appena as-
sicurato il dominio della repubblica sopra l'isola, a
scopo di cougiungere i due centri settentrionali di
Olbia e di Turres, con la sede principale della pro-
vincia, a Carales.

Essa fu condotta a superare in questo punto lo
sbarramento dell'Altipiano del Marghine, lungo questo
valico segnato dalla natura, seguendo forse il percorso
di vie più antiche degli abitatori indigeni e la sua
costruzione fu certo un modo di penetrazione nell'aspro
territorio degli Iliensi e dei Balares ed un elemento
di conquista e di dominio. La strada dovette seguire
passo passo l'avanzata dei Romani attraverso il paese
e consacrò, per così dire, le successive tappe della
penetrazione militare, come servì poi per renderla più
sicura e definitiva. Quando essa sia avvenuta, se dopo
la sottomissione di Amsicora e delle genti a lui con-
federate, tra le quali possono essere stati gli abitanti
dell'altipiano del Marghine, situato non molto lungi
da Cornus, nell'anno 214 a C. o più tardi nella cam-
pagna dell'anno 177 a C. di T. Sempronio Gracco,
contro i ribelli Iliensi e Balari ('). non ci è dato di
stabilire in modo sicuro; ma noi dobbiamo supporre
che all'avanzata delle milizie romane siasi cercato
di porre ostacolo, da parte dei Sardi, lungo le linee
naturali per le quali questa avanzata si compiva.

Qui dove l'altipiano si presentava pianeggiante,
senza le gole aspre dei monti del centro abitati dai Ba-
lares o dagli Uienses, e dove pure si voleva ad ogni
costo contendere il passo verso i pingui piani lugodoresi,
sedi di ricche e bellicose tribù, si cercò di rafforzare le
difese con la costruzione di questi recinti, capaci di con-
tenere una mano di uomini arditi e bellicosi. Queste
difese improvvisate, ma solide, seminascoste tra le
foreste, come servivano a sparpagliare e disseminare
l'assalto da parte delle truppe romane, davano ap-
poggio ai combattenti indigeni, meno fortemente ar-
mati e diminuivano la superiorità della tattica ro-
mana, opponendovi i vantaggi e le astuzie della guer-
riglia selvaggia. Attorno a questi piccoli castelli
debbono essersi compiute le ultime pugne dei Sardi
contro le legioni romane, come deve essere avvenuto
per la maggior parte dei castelli e dei recinti osser-
vati in varie regioni della Gallia.

(') Liv, 41. 6. Bouchier, Sardinia in ancient tim.es, p. 73_

Il tramonto della civiltà sarda indigena, nella sua
compagine civile e nelle sue forme, fu affrettato dalla
potenza conquistatrice e livellatrice romana, e noi
vediamo forse in queste ultime opere, pure gradiose
nella loro rudezza e nella precarietà del loro uso,
una testimoniaza di forza e di tenacia di gente che
seppe difendere la propria libertà e la propria vita,
nobilitando con l'ardimento ed il valore la propria
caduta.

Certo solo uno scavo sistematico che raccogliesse
dati positivi potrebbe dare a questa ipotesi un ap-
poggio sicuro e mostrare le prove di queste battaglie
tra gli indigeni e le truppe romane, prove che credo
di avere raccolte presso ai fianchi del nuraghe Lu-
glierras, di Paulilatino, nel versante meridionale di
questo stesso altipiano del Marghine (').

CAPITOLO IV.

11 recinto di Fondina Sansa
nel piano di S. Lucia.

Un carattere ed uno scopo ben diverso dai recinti
dell'altipiano deve attribuirsi ad un recinto esistente
presso la fonte di acque medicinali gazose, dette di
Fontana Sansa, al limite orientale del piano di
S. Lucia, presso lo sbocco di valle Rio Calambru e
la via che conduce alla stazione di allevamento dei
cavalli, detta la Tanca Regia.

Ai piedi di una piccola costiera di roccie trachitiche
brune, rivestite di quercie e presso alle rovine di
Nur. Oltovolo (fig. 16), in località romita e solitaria,
al limite orientale del piano acquitrinoso di Santa
Lucia, ed alquanto sollevato al di sopra del livello di
esso, si stende un breve tratto declive di terreno, in
postura quanto mai pittoresca, fra rupi e piano, con
l'ampia chiostra boschiva dei monti del Marghine che
si aderge di fronte e gli aspri profili di M. Rasu
e dei Monti del Goceàno e della Barbagia, che ser-
rano ad oriente il vasto orizzonte. In questo tratto
di terreno sgorgano dal suolo numerose polle di acque

(l) Il Nuraghe Lugherras, presso Paulilatino; in Monu-
menti dei Lincei, anno XX, 1910, pag. 166.
 
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