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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0422

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827 FORTEZZE. RECINTI

permetteva di accentrare qui una difesa contro un
assalto che poteva essere preannunciato da lontano
e di protrarlo a lungo, perchè su questo pianoro, at-
torno all'edifìcio nuragico, vi era spazio per racco-
gliere bestiame ed altre vettovaglie, alimento alla
difesa (fig. 27).

Fig. 27. — Taglio della rupe trachitica presso il nuraghe
Puttu de Inza.

Oltre che per la sua postura certamente inspirata per
scopi strategici, il Nur. Puttu de Inza è degno di
nota per la massa delle sue rovine e per qualche
particolare che si può ancora rilevare in mezzo al
grande cumulo delle macerie, ammantate da un gro-
viglio di spine e sconvolto dalla rovina prodotta dal
tempo, da ricerche di sognati tesori e da quella re-
cente dei materiali per chiusura di tanche e di co-
struzioni moderne. Anche qui la cultura moderna
congiura contro i resti della vita nuragica e contro
queste manomissioni non valgono le difese delle leggi
se non siano sorrette da una coscienza più elevata
del valore morale di questi nobili testimonii del
passato.

Una indagine fatta sul posto, insieme al prof. Fran-
cesco Giarrizzo, n i permette di presentare un rilievo
delle parti più evidenti del nuraghe, che lascia in-

, FONTI SACRE ECC. 828

travedere una struttura complessa, abbastanza fre-
quente nei nuraghi del centro dell'isola, cioè una
solida cortina poligonale di muratura, rinforzata da
due o forse da tre torri, la quale racchiude entro lo
spazio interno una torre centrale, più alta e di più
accurata struttura. Cortina e torri esterne, erette in
tempi posteriori, sono sventrate e dirute, solo della
torre a sud, attigua alla torre principale, è visibile
il perimetro e l'alto della cella interna, ingozzata dal
materiale di demolizione (fìgg. 28-30). Tanto il re-
cinto che le torri esterne, costrutte in trachite del
dirupo, sono a grandi massi, a corsi quasi regolari,
poiché la roccia si presta al taglio, mediante cunei
si stacca facilmente a strati di spessore costante;
facile ad essere lavorata si fa poi dura e compatta
col tempo, assumendo la patina caratteristica bruna
accesa che rende assai pittoresche le rupi e le sco-
gliere, emergenti dal verde della vegetazione.

Della torre centrale, crollata nella parte verso l'in-
gresso, si può vedere meglio la struttura. Essa è co-
strutta molto accuratamente a corsi di massi sboz-
zati e riquadrati nella loro faccia a vista, in modo
da presentare un aspetto di elegante robustezza, fre-
quente ai nuraghi della regione trachitica e che il
viaggiatore può osservare specialmente nel bel nu-
raghe Oes, presso la stazione ferroviaria di Torralba (1).
Questa regolarità della struttura, data dalla qualità
del materiale, permette appunto una maggiore ardi-
tezza nelle aperture dei vani e massime dei corridoi
e degli anditi interni ( fig. 29).

Come è visibile nella sezione del Nuraghe Puttu
de Inza (fig. 29), l'andito nel quale è praticata la
scala si svolge a spirale entro la grossa parete della
torre ; è assai alto, m. 3,70, in confronto alla lar-
ghezza, m. 0,90, ed ha le pareti quasi verticali e
che si stringono in alto a coprire il vano, con gra-
duale sporgenza ; i gradini della scala, ora in parte
mancanti, sono nella parte inferiore disposti entro
questo vano, non legati entro le pareti dell'andito,
come avviene in altre torri nuragiche; in modo
che si potevano più facilmente rimuovere, causando
un ostacolo all' assalitore che volesse salire al piano
superiore dell'edifìcio. La scala sbocca all'alto della

(') Pinza, l monumenti primitivi della Sardegna, tav VI,
2, pag. 92. Vedi nostra figura 4, col. 777-778.
 
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