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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0425

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FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.

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rovina, ma se desse in origine su un terrazzo o ad
un secondo piano non si potrebbe dire.

Della cella interna, non molto vasta, m. 3,25, è per-
fettamente conservata la cupola e le nicchie delle pa-
reti ; la cupola è alta, slanciata, regolarmente costrutta
a corsi ben disposti (fig. 30); nelle commessure tra

tere di finezza non disgiunto da solidità, e se si
tiene conto che in mezzo ai cumoli di macerie si eb-
vero anche alcuni massi di basalto a faccia squadrata
e lavorata a gradina, dell'aspetto di quelli trovati
nelle fonti sacre e nei templi protosardi, si potrebbe
supporre che la torre centrale, o la sua cella rivestis-

Fig. 30. — Sezione del Nuraghe Puttu (le Inza.

i massi si notano non solo una rimboccatura di pic-
cole scheggie, ma degli strati interstiziali di malta
argillosa, che forma una specie di cemento compattis-
simo, come ebbi occasione di notare in altri nuraghi,
specialmente nel nuraghe Melas di Guspini. Le nù>
chie aperte nelle pareti, ancora interrate nella parte
inferiore erano di piccole dimensioni, in conformità
al piccolo diametro della cella; hanno però la bocca
assai alta e presentano un tatto insolito; in tali nicchie,
cioè, al di sopra dell'architrave di chiusura di questo
vano è praticata un'ampia feritoia di scarico, appunto
per diminuire la pressione sull'architrave di trachite,
roccia compatta, ma fragile.

La bella struttura dell'edifìcio, la piccolezza della
cella, l'altezza della cupola, le nicchie ristrette ed a
bocca architravata dànno a questo edificio un carat-
Monumenti Antichi — Vol. XXV.

sero anche un carattere templare, e come luogo di
culto e come abitazione di un capo, rivestito anche
di autorità sacerdotale.

Così si spiegherebbe anche la grande accuratezza
ed il grande dispendio di lavoro per ottenere un vano
di capacità assai ristretta, quasi uno scrigno fra le
difese, un sacrario custodito gelosamente tra spesse
mura e cortine turrite (figg. 31 e 32).

Noi conosciamo ora il tipo del tempio a fontana ed a
pozzo, rivelato da vari esemplari, già scavati o almeno
segnalati, ma questo non può essere stato l'unico tipo
eretto e venerato dalla gente sarda; l'accuratissima
struttura, massime delle parti più elevate di taluni
nuraghi, come ad esempio del ricordato N. Oes, di Tor-
ralba, già suggerì ad altri studiosi il concetto di un
edificio sacro. Anche a proposito delle recenti ricerche

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