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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0443

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869

FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.

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camera delle necropoli etnische è tanto evidente che
non è necessario di insistervi (') ; basta avvicinarla
con le tombe di Orvieto, e specialmente con quelle
da poco scoperte nella necropoli di Caere, per scor-
gere una analogia, non solo generica nel modello rap-
presentato, ma anche una più stretta nei particolari
costruttivi e della lavorazione e dell'intaglio della
roccia (2) (fig. 50).

Ma se l'avvicinamento dei due tipi tombali nei

niti dalla suppellettile della tomba, la quale giunse
a noi violata ed assolutamente vuota.

Ma appunto per avere qualche luce, ho esplorato
alcune delle tombe vicine, interposte fra le altre
maggiori, allo scopo di raccogliere dati positivi per
una questione di una importanza non limitata solo
alla primitiva storia delle genti isolane, ma che si
rifletteva anche su quella delle genti della penisola
italiana delle spiaggie del Tirreno.

2> meJVv

Fio. 49. — Sezione trasversale della tomba a camera. S. Andrea Priu.

due territorii del litorale tirreno e del cuore della Sar-
degna è evidente, assai meno facile è l'esplicazione
di tale analogia, se essa dipenda dalla casuale con-
comitanza nella evoluzione del tipo tombale, con una
imitazione della capanna lignea, avvenuta indipen-
dentemente nei due ambienti, o se invece attesti rap-
porti intercorrenti tra le genti della Sardegna e delle
spiaggie italiche del Mar Tirreno. Per discutere sulla
data e sulla natura di tali rapporti, come sulla im-
portanza che può avere la presenza di questa tomba
appartenente ad un insieme sepolcrale di tanta im-
ponenza, per la questione relativa alle schiatte abi-
tanti nei due territorii, ci mancano gli elementi for-

(*) Monumenti del Museo Etrusco Gregoriano. Roma
1842, voi. II, tavv. 91-96.

(2) Mengarelli, Nuove esplorazioni nella necropoli di Cere.
(in Not. scavi, 1915, pag. 347 sg.).

La prima tomba esplorata si trova verso l'estre-
mità orientale della rupe ed alquanto discosta dal
piede di essa, scavata anzi nel piano ; si mise in luce
la trincea d'accesso aperta nelle trachite lunga m. 3,20,
larga m. 1,30 (figg. 51-52), l'architrave a padiglione al
di sopra dell'ingresso, formato da una stretta por-
tella rettangolare, di m. 0,55, X 0,50. La cella, in
confronto alla larghezza del padiglione, è di propor-
zioni ridotte; è un piccolo fornello di m. 0,95 X
0,85 e di 0,75 di altezza, nel quale non si poteva
dare accesso che ad un cadavere in postura ripiegata.

Per quanto questa celletta fosse completamente
interrata, essa pure era già stata violata; conteneva
però con i frustoli di ceramica romana, dimostranti
un secondo e più tardivo uso della tomba, i residui
del primitivo deposito: scheggie di ossidiana, fram-
menti di vasi in terra cotta terrastra, di fine im-
 
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