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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 25.1918

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Taramelli, Antonio: Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane: nell'agro di Bonorva (Prov. di Sassari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9138#0450

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883

FORTEZZE, RECINTI, FONTI SACRE ECC.

884

questione etnisca ('), accennando anche ad un mio
studio 'sulle statue in bronzo di guerrieri protosardi
rinvenuti a Sardara ed alle conclusioni ivi esposte
sulle antiche sedi dei Shardana, in armonia con quelle
sostenute dal prof. Oberziner, aveva obbiettato che
non gli pareva ormai più possibile assolutamente am-
mettere che alcuni dei popoli del mare combattenti
contro l'Egitto si trovassero già in occidente, cioè
i Shardana in Sardegna, i Turscia in Etruria.

Dinanzi all'autorità di tale obbiezione, nella quale
rivive l'antico spirito negativo di tutta una serie di
studiosi, dal Maspero al Pais, al Keinach A. I., at-
tratti, come disse l'acuto spirito di un altro Keinach,
Salomon, da un miraggio orientale, e che tende a
distruggere od a svalutare ogni tentativo di localiz-
zare in occidente i popoli descritti nei monumenti
egiziani come partecipi di quelle imprese, è tanto più
necessario un sereno ed obbiettivo esame di qualsiasi
fatto nuovo che la ricerca tragga in luce, per vedere
se esso possa servire, come ho più sopra accennato,
di valido sostegno ad una opinione che il prof. Ghi-
rardini vorrebbe ormai bandita e condannata.

Contemporaneamente alla Memoria di lui e poco
dopo la pubblicazione del ricordato lavoro del pro-
fessor Oberziner, il prof. Enrico Cocchia (2) in un'ac-
curata Memoria letta alla R. Accademia di Archeo-
logia lettere e belle arti di Napoli, probabilmente
all' insaputa dell'Oberziner. veniva a conclusioni poco
da quello disformi ; è per lui chiara la identificazione
dei Shardana e dei Shaealescia con gli abitanti
della Sardegna e della Sicilia, non solo, ma è sicura
l'attribuzione dei Turscia all' Italia, non ostante che la
contraria tradizione erodotea abbia avuto il consenso
quasi unanime degli studiosi e tale ipotesi è soste-
nuta, non solo con argomenti storici, ma anche
col dato linguistico che i due suffissi del nome etnico
Turscia, cioè Tursci e Turseni, sono schiettamente

(!) G. Ghirardini, La questione Etnisca di qua e di là
dell'Appennino (Atti e Memorie d. R. Deputaz. di St. Pat.
per le Romagne, serie IV, voi. IV 1914, pag. 27 dell'estratto);
Oberziner, / popoli del mare delle inscrizioni geroglifiche e
l'Italia (Memorie del R. Istituto Lombardo. Class. Se. mor.
ser. Ili, voi. XIII, 1913, pag. 37 e seg.); Taramelli. Tomba
arcaica di Sardara (Bull. Paletnol. Ital., 1913, pag. 110).

(2) Cocchia E., La sfinge etrusca. Preconcetti teorici ed
ostacoli reali che rendono impenetrabili e misteriose le ori-
gini del popolo Etrusco. Atti R. Accad. di ArcheoL Lett. e
B. Arti. Nuova serie, voi. Ili, 1914, pag. 45.

italici, tutti connessi con la radice italica turris o
tursis, osco tiurris, per significare gli abitatori di
« luoghi fortificati » e distinti tra loro, o per signi-
ficare le diverse ramificazioni dell'identico popolo, o
la serie successiva delle loro immigrazioni.

Più recentemente la tesi, che col compianto dottor
Porro diremo occidentale, ha avuto un valido so-
stenitore, almeno per quanto riguarda i popoli delle
due grandi isole Sardegna e Sicilia, nel chiaro antro-
pologo Vincenzo Giuffrida Ruggieri Quest'ultimo
ha saggiamente distinto la questione caso per caso,
popolo per popolo, e mentre ritiene che i Turscia
siano venuti in Italia dopo le loro vane imprese con-
tro l'Egitto, sostiene invece che nè i Shardana nè
i Shaealescia abbiano aspettato la fine dell'età del
bronzo per venire nelle loro isole. Egli non solo re-
spinge la tesi del Weil. sull'immigrazione in occi-
dente dei popoli delle due isole « à l'epoque mème
des incursions en Egypte, ou plus ou moins long-
temps après », ma rinfaccia al Lagrange ed al Rei-
nach A. J. di non avere prestato alcuna atten-
zione all'avvertimento che io aveva-già dato (3), che
cioè per poter ammettere una immigrazione in Sar-
degna alla fine dell'epoca del bronzo di quei popoli,
— non corsari nè sporadici, ma tanto numerosi da
poter imporre il nome all' isola, — si avrebbe dovuto
scorgere lo spezzarsi del filo della civiltà isolana,
mentre invece non risulta a tale epoca alcuna discon-
tinuità di cultura. Una immigrazione, secondo i dati
antropologici esaminati dal Sergi (4), si deve pensare
all'eneolitico, gli scheletri rinvenuti nella necropoli
di Anghelu Ruju indicano la loro provenienza orien-
tale, e l'eneolitico sardo è veramente qualche cosa di
nuovo per l'isola (5).

(') G. G. Porro. In/lussi dell'oriente preellenico sulla ci-
viltà primitiva della Sardegna (Atene e Roma 1915, pag. 117 .

(2) V. Giuffrida-Ruggieri. Se i popoli del mare delle
inscrizioni geroglifiche appartengono tutti all'Italia (Riv. di
Antropologia, voi. XXII (1917-1918) p. 12 dell'estratti).

(3) Archivio storico sardo, Il (1906), pag. 144.

(4) Sergi G., Cranii antichi della Sardegna (Atti Soc.
Rom. Antropologia, XIII (1907), fase. I).

(5) Giuffrida Ruggieri V. Antropologia ed Archeologia in
taluni riguardi della preistoria europea (Archiv. per l'Antro-
pologia, l'Etnologia, XLVI (1916), pag. 9, 18 seg.). Sopra 63
cranii studiati dal Sergi, 10 furono da lui trovati brachicefali,
appartenenti ai cosidetti eurasici. Questa minoranza, che arriva
al 15,87 °/0, è una spia eloquente, secondo la interpretazione
del Giuffrida.
 
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