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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Giglioli, Giulio Q.: Cavernette e ripari preistorici nell'agro falisco
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0050

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OAVEENETTE E RIPARI PREISTORICI NUU.'AGRO FALISCO

92

è resa tagliente da piccole scagliature. Se ne raccolsero
ancora frammentati in silice biancastra e bruna ».

« 3. Trapani. — Singolare strumento è quello
riprodotto dalla tìg. 13 della tavola (l). Per otte-
nere lo stesso si utilizzò una grande scagliatura di
silice rossastra larga alla base dove apparisce la
traccia dell'involucro, e sottile presso la punta che
termina a guisa di saettuzza con alette sporgenti.
La forma di questa punta si ebbe mediante piccoli
colpi, come il taglio della stessa. Altra traccia di
lavoro riscontrasi nella costola mediana della base,
a scopo forse di togliere le asperità onde non ferisse
la mano nell'adoperarlo Anche quella scheggia ri-
prodotta alla tìg. 14. benché priva di capocchia, ac-
cenna ad uno strumento consimile".

"Molto più caratteristico è l'utensile indicato
alla figura 15 della tavola medesima. La laminetta
di silice biancastra, di larghezza uniforme si allarga
ad una estremità nella forma stessa della saettuzza
del primo esemplare, resa tagliente e aguzza per
opera di piccole scheggiature ».

« 4. Punteruoli. — Dalla fig. 16 alla tìg. 28 della
surriferita tavola si comprendono varie specie di que-
sti utensili. Diamo per primi due esemplari—tìg. 16
e 17 — l'uno di diaspro rosso, l'altro di silice bruna,
ottenuti da grandi nuclei e ridotti in forma aguzza
da spesse scheggiature lungo gli spigoli (2) ».

« Molto più semplici, siccome avuti dalla sola
rottura dei ciottoli, appariscono quelli designati nelle
Hgg. 18, 19 e 29. Traccia di lavoro riscontransi nella
parte acuminata della tìg. 25 e lungo uno spigolo
degli utensili, rappresentati dalle ligure 23, 26, 27 e
28, in modo che questi ultimi si rassomigliano a

(') Se non si avesse la fortuna di possedere la tavola 0, e
gli esemplari autentici dei un. 13 e 14, ohe permettono una
identificazione sicura, si potrebbe restare incerti, tanto è qui
minuziosa la descrizione del P. Ma, per vero, questi due oggetti
non sono che puri e semplici rifiuti, senza alcuna traccia di
ritocco. Sono due schegge nelle quali la parte che il P. inter-
preta come basale non potrebbe essere maneggiata, tanto è
irregolare e viva nelle salienze prodotte dalla rottura della
pietra. 'Quanto alla parte più ristretta, interpretata come punta,
non è così sottile da poter servire da trapano, che anzi, in uno
degli esemplari porta inferiormente il bulbo di percussione, nè
sussiste il lavoro di riduzione per darle il profilo di saetta. Così
non è che un rifiuto o ritagiio la stretta laminetta del n. 15.

(J) I nn.-lG, 17, 18, 19, 20, 22, 24, 28 non sono che rifiuti.

coltelletti di cui si è conservata a bella posta un
solo taglio (') " ■

«5. Raschiatoi semplici. — Non si possono chia-
mare coltelli perchè la piccolezza della loro lama,
immanicata che sia, non oppone tale resistenza da
poter recidere una sostanza dura».

« Mostriamo i tipi principali dei medesimi, in
silice di varia specie e colori ; alcuni, e questi sono
i più usuali bitaglienti — figg. 29 a 34 — altri
ad un solo taglio — figg. 35 a 43 — spesse volte
ottenuti con le semplici sfaldature del nucleo; altri,
e fra questi notiamo quelli indicati dalle figg. 30,
31, 34 e 38. con tentativo di affilare i tagli a pic-
coli colpi, clie hanno prodotto delle scheggiature
irregolarissime e forse non hanno corrisposto allo
scopo (2) ».

« È pure artificialmente ottenuta quella specie
di immanicatura degli esemplari 40 e 41 i quali
trovano in altri molti venuti alla luce negli antichi
strati delle nostre caverne (3) ».

« 3a caverna. — Piccolo antro, a volta bassis-
sima, esplorato sul dinanzi dal sig. conte Cozza senza
soddisfacente risultato. Evidentemente apparisce di
formazione recente, quindi non utilizzato dagli antichi ».

« 4a caverna. — È quella di cui diamo pianta
e seziono nelle tavole. Caverna non molto grande.

(') Il ri. 26 è una tipica laminetta à dos abattu, che sarebbe
classificata tra gli strumenti microlitici : come avviene in questi
oggetti il ritocco su uno dei lati è accuratissimo.

(2) Sotto il nome di raschiatoi semplici son qui confusi
oggetti diversi: intanto è da rilevare che a nessuno può convenire
il nome di raschiatoio, uè vale l'osservazione che tale dovettero
essere alcuni per la loro piccolezza e tenuità che "noti permet-
teva l'immanicatura. I mi. 2!) e 30 sono due belle laminette con
punta corta, ma aguzza, ottenuta con lavoro accuratissimo.
Per quanto ho detto nel testo, dovettero servire ad armare punte
di giavellotto. Piti lunga, ma (Iella stessa foggiti è la lama del
n. 32. 11 n. 31 è una tipica ed elegante punta della Gravette
assolutamente identica agli esemplari presentati da Pittard et
Montatimi, UouUUage eh la station aurigfiacienne « Les Rebières II »
Congrès inferii. L912, [, fig. 7, on. 3, 4, 5. Altri non sono che
rifiuti od abbozzi, come apparve anche al P. poiché egli dice
che « non hanno corrisposto allo scopo ». Bellissimo esemplare è
invece il n. 38, lavorato su tutto il contorno che può riportarsi
ai coltelli intuitili ti taglio curvo. Un altro, come questo, fu raccolto
dal P. nella caverna n. 2.

(3) Degni di molta nota sono gli esemplari un. 40 e 41,
identici, ricavati dalla stessa selce grigia. Sono due strette e ro-
llasi e lame (lutigli, mill. 54) dalla cui base si distaccò a sinistra,
nello stesso modo, mediante un solo colpo, una scheggia per
determinare una tacca, ma il ritocco non fu applicato. Quindi
 
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