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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Giglioli, Giulio Q.: Cavernette e ripari preistorici nell'agro falisco
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0083

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157

CAVERXETTE R RIPARI PREISTORICI NELL'AGRO FALISCO

158

11 Lalanue, appoggiandosi sui caratteri delle scul-
ture di Brassempouy, Laussel, Mentone e Willendorf,
e sugli scheletri negroidi dei Balzi Rossi illustrati
dal Verneau, riprese un'idea del Piette ed ammise
l'esistenza di una razza negroide in Europa nel qua-
ternario, razza che sarebbe stata respinta nell'Africa
dal raffreddamento glaciale, lasciando la regione pi-
renaica ai cacciatori di renne (')•

La persistenza delle forme aurigniaciane o solu-
treane, è tutt'altro che un fenomeno esclusivo del-
l' Italia. Basti qui ricordare che nel Giura, in stazioni
neolitiche come quelle di Engoulirons, il Piroutot
segnava sovrabbondanti le lame sottili e piccole che
ricordano quelle del magdalénien, talune con un ta-
gliente abbattuto con fine ritocco. Si hanno raschia-
toi di varia forma specialmente quelli discoidi, tra i
percoirs prevalgono i « becs di perroquet » caratteri-
stici àa\Y aurignacien, si hanno punte raschiatoi mou-
stériens assai comuni (2).

(') Domina, Ctmgrès a. s., pag. 551, si oppose all'idea di
una fazza quaternaria steatopigia osservando che la steatopigia
occupa un'arca di dispersione molto estesa nello spazio e nei
tempi, e piuttosto pensa con Hoernes e Déchelette-che essa rap-
presenti un ideale barbaro di beltà, una concezione artistica che
porta ad esagerare i caratteri del sesso.

(2) Piroutet, Coup d'oeil sommaire sur la préhist. en Franche
Comté, L'Anthropologie, 1903.

Sul suolo della Francia, l'industria delle lame si trova lar-
gamente sviluppata in altri casi, che non possono collegarsi
alla civiltà di Aurignac, per (pianto fin'ora appare. Alludo ai
depositi del Camp-de-Catenoy, e all'industria del Grand-Pres-
signy. Il Camp-de-Catenoy fu da prima scavato dal Pontieux,
che seppe farvi attente e sagaci osservazioni; quindi dal Capi-
tan, che vi guidò nell'agosto del 1900 il Congresso dell'Associa-
zione Francese per le scienze, e il Congresso preistor. interna-
zionale, ch'era adunato a Parigi.

Si iia uno strato univoco, che offro associata alla ceramica
abbondante un'industria litica indubbiamente derivata dalla
riduzione delle lame strette. Sono abbondantissimi raschiatoi;
alcuni di forma paleolitica, burins magdalenicns, come li chiama
il Capitan, tranchet o frecce à trancliant luterai, cuspidi ovali ses-
sili, ritoccate al contorno e alla punta, anch'esse lavorate solo
da una faccia. 11 Ponthieux raccolse soltanto duo cuspidi con
lavoro bifaccialc, ma dalla superficie del campo e non dallo
strato intatto. Non s'incontrò mai l'accetta levigata. 11 Capitan
giudicò Catenoy una fase primitiva del neolitico, ma più evo-
luto di Campigny. Il Foujou, nella discussione al Congresso,
obiettò che non vedeva alcuna differenza tra l'industria di Ca-
tenoy o di Campigny, e quella delle stazioni neolitiche da lui
frugate.

Per l'industria del Grand-Pressigny son note le larghe in-
chieste della Soc. preistor. francese. Oltre più comunicazioni
speciali, si hanno gli importanti lavori riassuntivi del Baudoin, del
De Saint-Venant, dell'Huè. Sono specialmente caratteristiche
di questa industria le lame egregiamente tagliate, di selce co.

Da quanto ho ricordato, e anche tenuto conto delle
ultime vedute geologiche del Botile sulle glaciazioni,
le sole d'altronde applicabili nello stato presente delle
conoscenze geopaletnologiche, alla spiegazione dei fe-
nomeni della penisola apenninica, lo strato superiore
di Grimaldi si sposta verso la fine del quaternario,
come l'Issel aveva veduto e sempre sostenuto.

Le discussioni sull'età di quel deposito non furono
d'altronde chiuse dopo la pubblicazione delle ma-
gnifiche ricerche dei dotti francesi.

Lo stesso Cartailhac ha dovuto ultimamente do-
mandarsi se non debbano al giorno d'oggi considerarsi
gli strati di Grimaldi « come una specie di Aziliano,
« contemporaneo della bella età del renne francese e
« succeduto a cotesta nell'ovest. Questa ipotesi, già
« avanzata dal Breuil, spiegherebbe parecchie cose
« pur portando un contingente dì mistero e di que-
stioni ».

Tali parole dell'insigne paletnologo, indagatore di
questi antri, sono assai significative e dimostrano come
il suo pensiero sia tutt'altro che sicuro riguardo quei
problemi che erano sembrati risolti (')•

lor cera, bone sposso grandi e magnifiche. Son sempre ritoccato
da una sola faccia, meno qualche rarissima eccezione, e il ri-
tocco accuratissimo è sempre condotto su tutto il contorno. Qual-
cuna porta traccia di levigazione, ma in tal caso molto limitata.
Qualche esemplare, qui, come al Camp-de-Catenoy è un po'
ristretto inferiormente, a guisa di soie. Le maggiori si giudica-
rono lance o pugnali. 11 Baudoin dubita elio i pugnali di tipo
stretto e fine, possano credersi più antichi di quelli larghi. Non
si hanno dati sufficienti per giudicare le piccole cuspidi, legate
all'industria di quelle lame. L'inchiesta rilevò che su 69 frecce
del Grand-Pressigny, che il commercio aveva portato più o meno
lontano dai centri di produzione, 39-sono con peduncolo e alette,
una decina sossili. Benché la maggior parte del materiale pro-
venga da acquisti sporadici, il Baudoin potè accertare che i rin-
venimenti orano stati fatti : 1". in sepolture (dolmen di Batignol-
les ; tumulo megalitico di Saint-Martin-de-Brem, ecc.): 2". in
Stazioni difensive (Campo neolitico di Mareuil-sur-le-Lay).
Quanto all'età, gli autori propendono a considerare la maggior
parte di quelle bolle lame come neolitiche, ma secondo il Saint-
Venant, che fu uno dei relatori generali, il commercio che le dif-
fondeva a paesi lontani durò per certo nell'età del bronzo. Noi
vediamo in quello fogge le corrispondenti a quelle che si diffu-
sero in Italia durante l'età eneolitica. 11 Breuil faceva risalire il
ripostiglio di lame pressiniennes di Goulaine al madaleniano. •—
Pontieux, Le camp de Catenoy, Beauvais, 1872. — Baudoin, Les
silex taillés du Grund Pressigny en Vandée, Congr. préhist. de
Franco, 1!)10. — Distribution géograph. de l'industrie en Silex
du Grand-Pressigny. Enquóto du Congr. Préhist. do Franco.
1910.

(') Cfr. la recensione al lavoro di Delamain, Restes /l'in-
dustrie lithique de la tourbière de la Garde-Epée, in L'Anthropo-
logie, 1914.
 
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