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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Bendinelli, Goffredo: Bronzi votivi italici del museo nazionale di Villa Giulia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0116

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BRONZI VOTIVI ITALICI DEL MUSEO NAZIONALE DI VILLA GIULIA

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l'edificio sacro al quale i bronzi hanno in origine ap-
partenuto. , Bronzi di arte primitiva.

I vari bronzi recuperati, in numero di tredici (1), ap-

partenpnti alla locale Congregazione di carità, proprietà- 1. Statuetta di guerriero (fig. 1), alta mm. 22 (n.

ria del terreno, furono dopo lunghe trattative ceduti nel d'inv. 12365). Priva del piede destro, colla gamba si-

1901 allo Stato, che li acquistò pel Museo Nazionale nistra troncata sotto al ginocchio. È rappresentata in

Romano, donde nel 1906 passarono definitivamente a atto di avanzare col piede sinistro, reggendo colla de-

l'ar parte delle collezioni del Museo di Villa Giulia, stra sollevata una lancia o giavellotto, e coll'altra mano

coinè sede ad essi più conveniente. lo scudo, ora mancante, già adattato al dorso della

5caIo. nel rapporto ò\ \ à 5o OOO

1 bronzi di cui si tratta, ripetizioni quasi tutte di
un unico tipo di divinità guerriera, dividonsi con fa-
cilità in due categorie, e cioè : 1) bronzi di arte pri-
mitiva, forse locale; 2) bronzi d'arte etrusca ellenizzante.
Pur potendosi ritenere, nei rapporti cronologici, che
i due gruppi siano relativamente coevi, daremo la
precedenza al primo dei due, non già per esigenze cro-
nologiche, le quali non sarebbero dimostrabili, ma
unicamente per riguardo alla speciale importanza et-
nica del materiale (*).

(') Non è certo però che qualche altro pezzo del gruppo non
sia andato trafugato e disperso.

Giuseppe Mochi (op. cit., p. 46) inoltre, riferendosi a notizie
attinte a manoscritti di Luigi Rossi, storico di Cagli, giacenti
nella Biblioteca Municipale di quella città, parla « di altre sta-
tuette di metallo, di vasi e di utensili umbri od etruschi tro-
vati in vari tempi in vari luoghi del territorio e fino presso alla
città. »

(2) « La rusticité et la maladresse d'un travail ne sontpas
toujours la preuve d'une antiquité très haute, mais proviennent
parfois de causes très diverses. » W. Déonna, U archeologie et
ses méthodes, II, p. 34.

mano con un chiodetto di bronzo ribadito. La figura
porta sul capo un elmo distato munito di alette mobili
rialzate sopra le tempie, e di alto apice terminante
in una testa di cigno. Questo regge alla sua volta un
cimiero di sottile lamina di bronzo, adattato all'apice
dell'elmo per mezzo di un chiodetto di ferro ribadito.
Una singolarità del cimiero è ch'esso porta d'ambo i
lati una decorazione gTaffita, a denti di lupo (fig. 2).

Sul busto sottile, e addiritura schiacciato in lar-
ghezza, della statuetta, appare adattata una corazza
con alta cintura a bordi rilevati e ptéryges. Al disopra
della corazza la figura indossa un particolar giubbon-
cello senza maniche, aperto sul petto (1). Notasi sulla
corazza un ricco lavoro di rifinitura a graffito, con
una specie di losanga disegnata in corrispondenza del-

(*) Non vi è riscontro di simile indumento sopra monumenti
di sorta, di arte italica o forestiera. Pure la stranezza del fatto
non ne può impedire il riconoscimento nel caso speciale. Cfr. per
l'originalità del costume la statuetta di bronzo pubblicata da
P. Orsi in Ausonia, Vili (1913), p, 53.
 
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