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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Bendinelli, Goffredo: Bronzi votivi italici del museo nazionale di Villa Giulia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0128

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247

BRONZI VOTIVI ITALICI DEL MUSEO NAZIONALE DI VILLA GIULIA

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1838, la più importante, forse, di tutte quelle finora
conosciute ; la quale, insieme con grande quantità di aes
rude, di armi e di altri oggetti vari, mise in luce non
meno di seicentocinquanta statuette votive, a soggetti
diversi (1). Segue la stipe delle Acque Apollinari di Vi-
carello (1852), ricca di pezzi minutissimi di aes rude
(oltre milleduecento libbre), di pezzi di aes grave signn-
tum (millequattrocento libbre)e bicchieri di bronzo e di
argento (2).

Meno ricca, apparentemente, la stipe arcaica di Bro-
glio in Val di Chiana, scoperta nel 1863, collegata dal
Milani col culto di Attis e dei Corybanti, con varie sta-
tuette di tipo guerriero e numerosi frammenti di aes
rude (3).

Negli scavi di Amelia nelP Umbria (1860-64) si ebbe
la ventura di ritrovare la stipe votiva vera e propria,
conservata intatta nella sua custodia o fa rissa, fatta
di lastre di tufo, contenente aes rude in grande quantità,
insieme con statuette di bronzo e di piombo (4), fra cui
numerosi i tipi guerrieri.

Di altri depositi sacri dello stesso genere, rinvenuti
l'uno a Gubbio (5), l'altro presso il lago di Fucino (G),
abbiamo assai vaghe notizie. H primo di questi due, spe-

(!) Bullettino delVInst, 1838. p. 65 segg. Vi sono descritte
brevemente talune delle principali statuette rinvenute. Cfr.
Dennis, Cities and cemeteries3, p. 107 segg. Andata dispersa la
stipe, la massima parte almeno dei bronzi esulò all'estero, in
gran parte ad arricchire le collezioni del Mnseo Britannico. Ivi
alcuni esemplari artisticamente notevolissimi, giustificano il ram-
marico per la manomissione di una scoperta cosi preziosa. ■—■
Walters, Catalogne of the hronzes in British Museum, nn. 459,
463, 614-616, 679; Id., Select Ironzes (London, 1915), tavv. 9,
10, 38.

(2) G* Marchi, La stipe tributata alle divinità delle Acque Apol-
linari, Roma, 1852. Archdol. Zeitung, 1852, p. 151 (Anzeiger).
Su Vicarello ved. Tomassetti, La Campagna romana, voi. Ili,
p. 170 segg.

(3) Bullett. dell'Inst. 1864, p. 138 segg.; Milani, Guida, p. 228.

(4) Degli scavi di Amelia si sa soUanto quel pochissimo che
è riferito da G. Eroli in Bullettino dell'Istituto, 1860, p. 118 segg. :
1864, p. 56 segg. e p. 251 segg. I « cento e più idoli ordinari »
di bronzo, di cui ivi si parla, lasciano tuttavia senza alcuna esi-
tazione identificare la scoperta di una stipe votiva. Lo stesso
credo debbasi pensare delle statuette di piombo, senza condivi-
dere l'ipotesi di H. Brunii, che li ritenne giocattoli per bambini
(ved. Monum. dell'Istituto, Supplem., t. XI). Rare però sono le
statuette di piombo nelle stipi votive italiche. Oltre la stipe di
Amelia non saprei ricordare che la stipe, già ricordata, di Cere,
contenente una sola statuetta di piombo.

(5) Si tratta di una ipotesi assai verisimile espressa dà W. Hel-
big e riferita in Archàol. Zeitung, Anzeiger 1866, p. 210.

(6) Ibidem (statuette votive di Ercole).

cialmente interessante il caso nostro, poiché constava di
un gruppo di statuette di Marte, chiara riprova del
culto locale e regionale di questa divinità, dimostrato
anche appresso, è interessante anche topograficamente,
giacché Gubbio dista da Cagli non più di 32 chilometri
sulla via dell'Appennino.

Presso Ancarano di Norcia, piccola frazione a nord-est
di quella città, si rinvenivano nel 1878, accanto a una
necropoli arcaica ad incinerazione e in mezzo a una
notevole quantità di aes rude e altri oggetti diversi, di
carattere votivo, «varie centinaia» di statuinecoll'effigic
di Marte e di altre divinità, di stile vario, dal primitivo
al più rifinito ; e si scopriva infine la pianta del tempio
cui la stipe era annessa (1).

Altre scoperte secondarie di stipi votive, fomite
di statuette di bronzo, risultano avvenute in territorio
etrusco, come Bomarzo (ant. Polimartium), Sovana
(Suanaj e Rusellae, e in territori finitimi, come Assisi,
Bettona e Narni nell'Umbria e Castelleone di Suasa
e Arcevia in provincia di Pesaro.

Circa il 1875 si scopriva casualmente la stipe di un
tempio o santuario, presso Isola di Fano, in comune di
Fossombrone (2); stipe fornita di statuette di bronzo e
fittili; e così importante come dimostra la statuetta del
così detto « Vertumnus » al Museo Archeologico di Fi-
renze (3Ì.

Nel Lazio vanno ricordate la stipe del tempio di
Diana Nemorense e quella del tempio di Giunone

I1) Notizie Scafi, 1878, p. 13 segg. (tav. 1-11); 1880, p. (i
segg. (tav. I-II). Che la stipe fosse relativa al culto di Marte
sembra attestato, oltre che dalla numerose statuette e dal mate-
riale vario (scudi e lancie), anche dall'ascrizione granita sopra
un piattello frammentario [M A] R 5 ASIO (sic) (Not. 1878,
tav. I). Alcune delle statuette sono molto sommariamente de-
scritte (ibidem, 1880, p. 26 seg.). Gli oggetti, parte andarono
dispersi, parte passarono nella Collezione Guardabassi di Perugia.

(2) Bullettino dell'Inst. 1875, p. 75 segg.

(3) Notizie, 1884, p. 271 segg.: tav. III. Milani, Guida, p. 138,
tav. XXIX.

Vedasi per Bomarzo e Sovana, Notizie, 1885, p. 39 e
p. 65; Rusellae, in Dennis, op. cit., II, p. 232. — Scoperta di
una stipe votiva al Monte Subasio, presso Assisi, in Bullettino
dell'Imi., 1880, p. 249; 1881, p. 258. — Su Bettona, ved. Bui-
lettino 1880, p. 248; su Narni, ved. Notizie 1877, p. 7. — Ca-
stelleone di Suasa, in Notizie, 1879, p. 235 seg. ; Arcevia in Mo-
numenti antichi dei Lincei, IX, p. 650 segg. (statuette di lamina,
erroneamente ritenute galliche dal Brizio). — È da citare anche
Bolsena, per la stipe del Sacellunt della dea Nortia sul Pozzo-
nello, illustrata da E. Gàbrici in Monumenti antichi dei Lincei,
voi. XVI, pp. 169-239, e infine la recentissima scoperta di una
 
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