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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Athena Marina e Alata
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0151

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ATHENA MARINA E ALATA

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presentata con le ali (1). Ammettiamo tuttavia che i
testi sieno di incerta interpretazione, e vediamo come
appare nei monumenti.

Athona Nike secondo i monumenti.

Allicna Nike, oltreché ad Atene e ad Olimpia, era
venerata anche a Megara (2) e ad Erythrae (3), ma solo
per i due primi luoghi siamo informati sull'aspetto del
suo simulacro (4) : in atteggiamento tranquillo, l'elmo
nella sinistra, una melagrana nella destra e senz'ali.

Un tipo analogo è offerto dal rilievo della balaustrata
del tempietto dell'acropoli, da figure fìttili votive e
vasi dipinti trovati sull'acropoli (6), da una moneta di
Side nella Panfilia (6), da un rilievo dell'acropoli (7J e
da un'erma della collezione Ludovis- (8), che pure sem-
bra provenire dall'acropoli (9j. In tutti questi monu-
menti Athena è sempre sprovvista di ali.

Nessun monumento è giunto fino a noi in cui Athena
sia epigraficamente designata come Nike; se peraltro
ammettiamo che si possa riconoscere in quelli nei quali
essa si sostistuisce alla Nike, compiendo azioni carat-
teristiche di questa e che meno facilmente si potrebbero
spiegare con il comune carattere della dea, vedremo
che siffatti monumenti, per quanto rari, non mancano.

Una piccola base del museo Barracco (10) mostra
su uno dei lati Athena, che, la testa laureala e la Imma
lancia nella sin., incorona Apollo citaredo. L'azione
e la corona che le recinge la testa tolgono ogni dub-
bio : essa è concepita e raffigurata come Nike. Si con-

(') fi Savignoni, op. cit., pag. 75, a sostegno della sua tesi,
ricorda Euripide, Jone, vv. 452 sgg. dove Athena, invocata come
Nike, è pregata di volare a Delfo; ma l'espressione, simile a molte
altre dei testi letterari, e specialmente dei poemi omerici, non im-
plica che la dea fosse concepita materialmente munita di ali.

(2) Pausania, I, 12, 4.

(3) Dittenberger, Sylloge, n. 370, 27.

(4) Per Atene da Harpokration, 1. c. ; per Olimpia si induce
logicamente perchè era una imitazione dello Zóavov ateniese.

(5) Savignoni, op. cit., p. 72, nota 4.

(6) Benndorf, Kullbild der Athena Nike p. 37 ; G. Fr. Hill,
Creek coins of Lycia etc. (Brit. Museum) London, 1897, p. 143
e tav. XXVI.

(7) Schone, Griech. Reliefs, tav. XXXI, pp. 91 e 47.

(8) Helbig, Fuhrer, II3, p. 88 sgg., n. 907.

(9) Savignoni, op. cit., p. 73 e nota 6.

(10) G. Barracco, Catalogo del museo di scultura antica,
Boma, 1910, n. 82, p. 26 e tav. a pagina 28.

fronti una situazione analoga nel vaso Eeinach : Répert.
I, 378, 3, dove invece di Athena abbiamo la Nike

stessa.

Una ben nota kalpis della collezione Caputi a Ruvo (1)
mostra Athena, che, assistita da due Nikai, entra nel
laboratorio di un ceramista e lo incorona. H carattere
della dea anche in questa figurazione non è dubbio.

Lo stesso si può dire, molto probabilmente, di una
kalpis di Ruvo, ora a Napoli (2), dove vediamo Herakles
seduto in presenza di Zeus, Athena ed Hermes; sopra'
Herakles infatti vola una civetta che stringe fra le
zampe una corona.

E ancora si può citare un vaso (3) dove una folla di
giovani e di fanciulle si appresta con il suono delle
cetre, con bende e corone, ad onorare un guerriero vit-
torioso, presso il quale è Athena in atto di meraviglia ;
e un'altra con l'impresa di Cadmo contro il drago (4),
dove Athena è in atto di porgere una corona all'eroe,
mentre in alto vola una piccola Nike.

Di epoca romana (II-III sec. d. Cr.) è una sicura
ligurazione di Athena-Nike, la statuetta di Svéti Ki-
rilovo in Bulgaria (5). Essa, sebbene non sia che una
Nike del tipo più comune, alla quale è stato aggiunto
l'elmo per qualificarla anche come Athena, è aptera
e ciò è particolarmente significativo.

In tutti questi monumenti, nei quali Athena appare
(piale Nike, essa non ò mai alata e, per quanto spesso
si mostri armata d'elmo e di lancia, tuttavia mantiene
sempre un atteggiamento assolutamente tranquillo. E
infatti, se la relazione fra il concetto di Athena Nike
e quello di Nike era tanto stretta che l'uno poteva so-
stituirsi all'altro e l'ima divinità all'altra, necessaria-
mente il loro carattere e i loro tipi dovevano essere
simili.

Non è necessario di ritessere la storia del tipo della
Nike : dalle tazze laconiche ai più tardi monumenti ro-
mani varia nei tipi la rappresentazione del movimento,
secondo la potenza o secondo la volontà dell'artista,
ma il carattere essenziale è sempre lo stesso : la dea
pacifica che scende volando dal cielo a conferire il pre-

(') Reinach, Rép., I, 336, n. 1.

(2) Reinach, Rép., I 323, n. 1.

(3) Reinach, Rép., I, 44, n. 2.

(4) Wiener Vorlegeblàiter, I, 7.

(5) B. Filow, Rev. Arch. 1915, I, pag. 20 segg., ivi la lette-
ratura anteriore,
 
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