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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Calza, G.: Gli scavi recenti nell'abitato di Ostia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0181

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Gli scavi recenti nell'abitato di ostia

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essa si trasforma radicalmente in quanto è organismo
architettonico e rimari viva come organismo famigliare.
Rimane cioè in essa la possibilità di restai1 ligi alle
consuetudini tradizionali della vita casalinga. Non sol-
tanto perchè lo spirito della società romana è sostan-
zialmente conservatore e la famiglia è la istituzione so-
ciale conservatrice per eccellenza, ma perchè la mag-
gior parte della società, a cui era destinato questo tipo
di casa, era proprio quella che meno avrebbe rinunciato
a conservare e a riprodurre le caratteristiche della vita
dell'antico patriziato. Non c'è più fedele rigido e in-
tenzionale conservatore delle tradizioni, di chi non le ha
ereditate ma riprodotte da altrui. Le classi giovani,
per diritti politici e per agiatezza di censo ormai equi-
parate e innestate alla vecchia aristocrazia, non tanto
si curano di mantenere la propria fisonomia quanto di
ricalcare l'altrui ; e in questa copia, sia pure per troppa
fedeltà spesso goffa e impacciata, si definisce e si ac-
centua però tutto ciò che nello stesso originale sarebbe
per noi oggi, posteri lontani, vago, impreciso, diffìcile a
raccogliere e a studiare : è una copia, spesso una cari-
cati! ni, che serve Itene a far rivivere lo spirito e l'ani ma
del quadro. Ecco perchè possiamo afferrare, meglio che
altrove, nella abitazione d'affitto signorile ora descritta,
questa transazione, o questo contemperamento, dirò
così, tra le esigenze di un nuovo tipo di casa e le esi-
genze di un vecchio costume di vita.

Le origini plebee, così della casa come dell'inquilino
che vi dimora, sono ingegnosamente celate. Questa abita-
zione a piano-terra, che permette di condurre una vita
famigliare secondo le norme consuetudinarie, può con-
servare e conserva, di fatto, il nome tradizionale didomus,
sebbene in realtà essa sia un coenaculum in una insula,
cioè un appartamento in una casa d'affitto.

Pure, v'è, come s'è visto, tra la casa pompeiana e l'o-
stiense, cioè tra la casa vecchia e la nuova, una pro-
fonda differenza : questa. Mentre il tipo della domus ha
fissato i limiti della sua evoluzione non appena è di-
venuto un organismo tettonico, il nuovo tipo consente
una evoluzione infinitamente maggiore — Ostia stessa
ce ne ha già dato varie fasi — che noi oggi, dopo più se-
coli, continuiamo a riscontrare nelle infinite varietà
delle nostre abitazioni. Non sarebbero forse mai giunti
gli Americani a costruire dei grattacielo se il mondo an-
tico ci avesse trasmesso soltanto la domus ad atrio.
E questa un tipo di abitazione che risente origini remote

Monumenti Antichi — Vol. XXVI.

e, sopra tutto, le necessità individuali che l'hanno creata :
è, dessa, la domus, la casa che ha avuto per architetto
un pater familias e per ambiente il breve circuito d'un
pago. J/insula ha per architetto tutta una società
rinnovata da riforme sociali e dal prevalere dei bisogni
delle collettività su quelli dell'individuo : le mura ser-
vianc non la conoscono ancora ; entro la cinta d'Au-
reliano ve ne sono forse più di quarantamila.

È ben naturale che ciò sia : come l'abitazione è la
prima manifestazione del primo sorgere di un orga-
nismo sociale, è ovvio che essa, più di ogni altro pro-
dotto umano, sia l'esponente e il commentario migliore
del trasformarsi e del rinnovarsi della società stessa.
Per questo io non posso persuadermi che si sia fino ad
oggi commesso l'errore di rinchiudere la società latina,
dalle origini alla decadenza di Roma, senza riguardo
nè a differenze di tempi nè a mutamenti di stato, in
un unico tipo di abitazione.

Era tempo che Ostia ci riconducesse alla realtà.

Casa di Giove e Ganimede.

L'abitazione, che prende nome dal suo più interes-
sante dipinto, è fra le tre del caseggiato la più vasta, la
più intatta, la più signorile. Non si ardisce troppo se si
afferma che il piano-terra di questa terza casa dovette
esser costruito per abitazione privata del proprietario
dello stabile intero destinato all'affìtto. La sua pianta,
che riproduce, con qualche modificazione, il tipo tradizio-
nale della casa latina, paragonata a quella, totalmente
diversa, delle due case contigue, illustra, con espres-
sione assai verace, l'ideale di un'abitazione privata,
quale poteva esser concepito da uno spedizioniere arric-
chito o da un negoziante facoltoso della prima metà
del secondo secolo d. Cr. Pur destinando all'affitto un
tipo di casa nuovo, il proprietario non può rinunciare
per la sua propria abitazione a riprodurre il vecchio
modello, col quale soltanto ci si può sentire dominus
anziché inquilinus. È quindi assai singolare questa abi-
tazione pompeiana innestata in un grande caseggiato
di speculazione senza che nell'una venga troppo alterato
il tipo e senza che lo sviluppo degli appartamenti a pi-
gione resti impacciato dalla presenza di un corpo estra-
neo, qual'è quello dell'abitazione del proprietario. L'ar-
chitetto non ha risolto soltanto un quesito architetto-
nico, ina ha espresso con chiaro linguaggio nell'archi-

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