Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

DOI Artikel:
Calza, G.: Gli scavi recenti nell'abitato di Ostia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0193

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
377

GLI SCAVI RECENTI NELL'ABITATO DI OSTIA

378

sommità lascia visibili. Sopra l'architrave, nel corona-
mento del padiglione che sembra il fastigio di un'ancona,
sta una figura virile ammantata in atteggiamento sta-
tuario. Identico motivo ha la parete sinistra del ta-
blino dell'appartamento contiguo Dei due quadretti
entro il padiglione, il superiore in color rosso-cupo ha
un disco che poggia sopra un piedestallo cilindrico.
L'inferiore è animato invece da due figure: una virile
nuda (color mattone) con una clamide svolazzante
insegne tendendo il braccio destro ima giovine donna
in veste violacea che, a poca distanza da lui, ferma,
volge la testa e sorregge con le braccia protese un og-
getto in forma di disco. Si pensa a una scena di ratto ;
ma se lo suggerisce e l'atteggiamento dell'uomo, in
contrasto però con quello della donna, e il quadretto
a soggetto mitologico che è nella parete di fondo, nes-
sun ricordo-il ratto di Elena ad es. - giova a iden-
tificare la scena.

La parete sinistra conserva più che le altre la scial-
batura, sicché vien nascosto quasi tutto il dipinto ori-
ginario. Dal poco che si vede, doveva perù ripetere
identico disegno della parete descritta. E cioè il centro
era occupato da un padiglione a due colonne con qua-
dretti ora interamente perduti, e il restante da riquadri
variamente colorati e sagomati sì da confondere in-
sieme verticalità e orizzontalità.

Ciò che si vede di questo primo dipinto è talmente
rovinato nell'intonaco, alterato nei toni, sbiadito nei co-
lori, che giustifica pienamente la necessità di ricoprirlo
sostituendone un altro. Ed è questa sostituzione che
presenta un interesse notevole non solo per la novità
del procedimento tecnico usato ma anche per l'episodio
mitologico che v'è raffigurato.

Passata sopra il vecchio intonaco una mano di calce
così da costituire una superficie bianca uniforme non
più spessa di quanto basta a non far trasparire il di-
pinto sottoposto, vi si dipingono sopra scene e figure.
Si è proceduto qui con lo stesso sistema semplice e
spiccio che s'usava per gli affissi elettorali e commer-
ciali che venivano ricoperti di bianco per potere sovrap-
porre delle altre iscrizioni a pennello (2).

(') Cf. Fornari, art. cit., p. 305

(2) Il eh. prof. Tito Venturini Papari a cui, per la sua com-
petenza tecnica sugli affreschi antichi, avevo dato notizia della
interessante scoperta, mi risponde con le seguenti osservazioni
che m'è grato qui riportare : « credo che la sottile intonacatura
sovrastante all'intonaco dipinto, sia, nel caso in esame, ripiego

Ma con quale sistema prospettico si taglia e si riqua-
dra l'intera parete ? con quale ordine e con quali criterii
di massima essa vien disegnata e vi si dispongono sopra
le figurazioni ? Spiace davvero che l'imperfetta con-
servazione non permetta di stabilirlo. Ciò che rimane
permette appena di presentare qualche induzione.

Dalla nuova tecnica non è nato un nuovo stile ; lo
si può dir subito. La novità del procedimento nè sug-
geriva nò richiedeva, più di quanto avessero suggerito
e richiesto i metodi del pittore Ludio, una sola inno-
vazione stilistica : consentiva soltanto, per la minor
spesa degli ingredienti, una maggiore 'acilità e sciol-
tezza di dipingere. In accordo con questa è naturale
si scegliesse, tra i quattro stili pompeiani, quello che,
pur soddisfacendo il gusto ormai viziato dell'epoca,
presentava minor difficoltà d'esecuzione. La stessa
vecchia e invecchiata pittura, ch'era necessario di sosti-
tuire, lo suggeriva al nuovo decoratore. Era essa, come
s'è visto, null'altro che un campo di riquadri, e di fascie
di varie dimensioni e di differenti colori che richiamano
il secondo e il terzo stile solo per la presenza tra essi

che indica una forte decadenza pittorica. Per far presto, qual-
che volta, si fece anche a meno della sovrapposizione d'intonaco
che, dopo aver reso più facile l'adesione mediante picchettatura
si usava sovrapporre alla parete da ridipingere.

La spalmatura bianca, ora rinvenuta ,dev'essere di calce
passata, alla quale si usava unire una parte di paretonio, bianco
pingue che, come afferma Plinio, si adoperava nella conduzione
degli intonachi, i quali ne ricevevano consistenza. Su tale strato
fresco venivano posti i colori, i quali erano ricevuti dalla miscela
di calce e paretonio. Se ora si polverizzano, ciò è dovuto all'a-
zione dei dissolventi che li hanno attaccati. Le ricordo poi che
della pratica di dipingere su spalmature sottili di calce (oltre gli
esempi a Pompei e a Ostia degli affissi elettorali, teatrali e com-
merciali) restano esempi dal medio evo ai nostri giorni. Vi sono
dipinti su colonne, come all'Ara Coeli e altrove, e le denomina-
zioni delle vie, anche qui a Roma, fino a poco tempo fa, erano di-
pinte a fresco, sul bianco di calce, steso a pennello. La funzione
pertanto dello strato di calce era quello di ritenere, a fresco, i
colori i quali avrebbero potuti aderire per forza propria se pre-
parati come per la pittura ad encausto, mentre credo che, per
far presto, fossero disciolti in acqua come si usa nel metodo del-
l'affresco ».

Sia pur dunque un ripiego e indichi decadenza nella tec-
nica pittorica, ha certo notevolissimo interesse questo procedi-
mento che si constata per la prima volta applicato, non a semplici
iscrizioni, ma alla intera decorazione murale di una casa che non
doveva, come quelle, durare pochi giorni. Tanto più notevole in
quanto il gioco dei colori non doveva esser limitato al rosso e al
nero, ma ai colori più in uso con i vecchi procedimenti, trattan-
dosi di colorire il disegno di compiute scene a soggetto mitologico,
che, nell'esemplare ostiense, si ravvivano di celeste, di verde,
di giallo-oro.
 
Annotationen