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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Calza, G.: Gli scavi recenti nell'abitato di Ostia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0204

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399

GLI SCAVI RECENTI NELL'ABITATO DI OSTIA

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Ganimede » (Descrizione d'E^colano, p. 117). Tale ed er-
ronea quindi la ritenne lo Helbig che (Wandgemalde,
n. 158), non trovando in monumenti antichi nessuna
simile composiziono, propose di identificare per Mar-
syas e Olympos.

Per il dipinto ostiense oggi scoperto, Insogna ridare
alla indotta sagacità del Venuti ciò che le aveva tolto
la critica erudita dell'Overbeck e dello Helbig. Si può
esser certi che il Venni i abbia veduto bene e abbia inter-
pretato giustamente. Se qui Zeus non abbraccia Ga-
nimede, lo accarezza con molta dolcezza : meglio que-
sto atto sarebbe attestato se, oltre la mano del dio aperta
sopra la spalla del giovine, rimanesse l'espressione che
doveva accompagnare il gesto. Del resto, in un piccolo
frammento di un rozzo e tardo rilievo non ultimato,
si trova la stessa situazione ma capovolta ed espressa
con una nota di più intensa affettuosità : Ganimede,
ritto innanzi a Zeus, gli cinge il collo con ambo le brac-
cia (Reinach, Rép. <ì. reliefs, II, 63).

Le due aquile, posate sopra le testate dell'esedra
entro cui s'apre il piccolo quadro, sono complementi
alla scena che v'è figurala.

La decorazione della sala viene completata da due
gruppi di figure isolale che si corrispondono negli estremi
riquadri di ciascuna parete : figure di danzatrici le une,
di giovini imberbi e di vecchi barbati le altre.

Le quattro danzatrici — tre sulle pareti laterali, una
nella, parete di fondo — ripetono tutte lo stesso atteg-
giamento di danza; solo mutando la posizione delle brac-
cia, a quanto mostrano le uniche due figure conservate
(tav. Uh e 10).

Di profilo a destra, in una lunga veste trasparente
di color celeste che scende fino alla caviglia, con ricco
movimento di pieghe, procedono a passo di danza con
la punta del piede destro appena posto a terra, libero
l'altro. Tu una, aderiscono al corpo le braccia piegate ;
nell'altra sono distese in avanti, segnando con uno
strumento musicale (non conservato) il ritmo della
danza. Fedeli sorelle di innumerevoli note figure, sono
però dipinte con spirito e con garbo che attesta la
famigliarità di questo tipo in ogni decoratore.

Più interessanti (se non stilisticamente, certo archeo-
logicamente) sono le figure virili, di cui quattro tra le
sette originarie ci sono pervenute.

Sono tutte poste fuori centro e fuori asse del riqua-
dro che occupano : una sorpassa, perfino, con parte del

capo la doppia filettatura che incornicia il riquadro

stesso. Sono tutte in atteggiamento statuario e poste
sopra .una base rettangolare di marmo:

Sta di prospetto un vecchio dai capelli lunghetti,
con ampia barba bianca e baffi cadenti; il braccio de-
stro è disteso lungo il corpo, e sul sinistro, piegato sul
petto, pende l'ultimo lembo dell'ampio mantello bianco
che fascia il corpo robusto lasciandone scoperta la parte
superiore e nude le braccia. Nessun gesto muove la
figura che ricorda un tipo di Esculapio.

Di età matura è l'altra figura posta di tre quarti a
destra, con corta barba e corti capelli, avvolto in una
toga bianca un poco più corta di quella del vecchio,
che lascia anch'essa nudi il petto e le braccia e ricade
sul braccio sinistro : il destro è qui proteso in avanti.

Giovani, imberbi, in identico atteggiamento e pres-
soché simili nei tratti del volto mancante di ogni indi-
vidualità, sono le due figure che corrispondono nei ri-
quadri a destra e a sinistra della porta d'ingresso del
tablino e ne formano l'unica decorazione. Uno di profilo
a destra, l'altro a sinistra, ambedue hanno cinti i ca-
pelli da una corona d'alloro e sono avvolti in una toga
che ricade dietro la spalla, lasciando l'altra scoperta,
nudo e libero il braccio proteso in avanti nel consueto
gesto oratorio.

Nel riquadro superiore a queste figure un ramo di
palma, che sopra la, figura del vecchio sembra mutarsi
in una, foglia, acquatica accartocciata, non pare abbia
connessione con le figurazioni stesse. Le quali tutte
presentano un interesse pili notevole in quanto sono ri-
prodotte in una, decorazione che non a caso sombra aver
scelto i suoi motivi, così nelle divinità come nelle scene
mitologiche raffigurate. Ma sfugge cerio a- noi il si-
gnificalo dell'associazione tra quelle e queste figure
che s'alternano con uniforme vicenda alle figure delle
danzatrici. Non ci può essere altro legame e altra ra-
gione se non puramente decorativa, anche se sembri
strano che, tra i molteplici motivi che doveva conte-
nere il taccuino di ogni più modesto decoratore, pro-
prio questo si sia scelto in contrasto quasi stridente con
gli altri, per la decorazione di una casa la quale non pare
possa essere stata mai albergo di muse e ricettacolo
di filosofi.

Che, infatti, imagini di poeti e filosofi sembrano
essere tali figure, differenziate dalla età tarda o matura
gli uni, dalla prima giovinezza gli altri. Non certo co-
 
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