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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Quagliati, Quintino: Deposito sepolcrale con vasi preistorici in Crispiano presso Taranto
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0244

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179

13ICPÓSITÓ SEPÒI.URAllì CON VASI I? RISTORICI

IS()

ne abbiamo esemplari frammentari in Puglia anche al
l'ulo di Molfetta (] ). Ma nella tazza data a fìg. 1, e pa-
rimenti raccolta dal Serio, noi vediamo una l'orma, più
avanzata, co! fonilo piano, col corpo a cono tronco rove-
sciato e col labbro piegato a spigolo verso l'interno. Vi
ha di più in essa il tipo della piccola ansa a presa, fatta
ad orecchietta, e attaccata allo spigolo sotto il labbro :
è trapezoidale, col margine superiore insellato e con »-li
apici acuminati, l.a ciotola, sia per la sagoma che per il
tipo del falso manichetto, ha comune riscontro nella
ceramica della terramara dello Scoglio del Tonno a Ta-
ranto: il che basta a provarne la sna recenziorità sugli
altri vasi fin qui studiati.

In generale tuttavia anche le fogge di vasi a cono
tronco rovesciato appariscono nelle palafitte occidentali
del nord e le tazze a profilo angoloso vennero nell'eneo-
litico, t'osi una affinità si può scorgere fra la nostra
ciotola e la sagoma della ciotola con manico a cilindro
rotto delle tombe di Audria se min che questa è
a fondo convesso. Anche a Gioia del l'olle abbiamo forme
di scodelle a prillilo angoloso pei' il labbro inclinato
verso l'interno (3).

In Sicilia una ciotola carenata, col bacino a tronco
di cono rovescio, col fondo piano e stretto, e col labbro
a loda, il quale è sormontalo da un alto manico nastri-
forme, è apparsa, dice l'Orsi come un r/uid iliecce-
zionale ed anomalo nella ceramica ili l'inno Notaro a Capo
Soprano in sepólcri protosiculi di Gela (Caltanisetta).
L'Orsi naturalmente la confronta con le. vere ciotole con-
tinentali di Pertosa, del Materano e di Taranto, ritenen-
dola portata nell'isola da infiltrazioni e contatti con un'arte
al un gusto diversi (4).

Nella descrizione dei resti archeologici trovati sul
sedimento superficiale della grande cavità della Tuma-
rola ho richiamato l'attenzione dello studioso sopra
un liei frammento di tazza,, che ha il collo unito a spigolo
col corpo, ed un elegante manico nastriforme, di poco
sormontante Torlo. Il nastro è largo min. 34 nelle estre-
mità di attacco sul vaso, raggiungendo nel risvolto della
nocca la maggiore larghezza di nini. 37: esso forma
un'apertura ovale di min. 53 sull'asse maggiore e di

(') Mayer M.. np. < it.. pag. 90, lìg, IT, !
(•) Bull. il. Paletti:, Ann. XXXI, pag. 169, tav. X. fig. ■>.
('■'■) Gervasio, op. <it.. pag. 77. lisr. 29.
(*) Bull di Paktn., .Ann. XXXIV, tav. Ili, fig. 4. pag. 134,
n. 19 : pp. 135-136.

min. 30 sul minore (fig. 10). Una così evoluta ed arti-
stica foggia di manico ha riscontro fra quella cera-
mica di Terlizzi (Bari), che indubbiamente si rannoda,
con l'industria vascolare dello Scoglio del Tonno a Ta-
ranto e si riferisce ad una avanzata età del bronzo (1).

Ho paragonato il nostro esemplare ad una specie, di
bucchero, e può realmente ritenersi come saggio dei
prodotti migliori e più progrediti, a cui sieno potuti
pervenire i figuli che lavorarono a mano nell'impasto
artificiale nerastro. Ne sono qualità specifiche la, per-
fetta compattezza e solidità della parete, la, sagoma
elegante della tazza con il collo a. profilo concavo e il
corpo sfuggente in curva, l'agile modellamento e la.
sottigliezza dell'ansa, l'accuratissima levigazione e bru-
nitura della superfice interna, ed esterna, la (piale ha.
preso alla fiamma un colore, bruno schiarito. La stessa
posizione del frammento nel terriccio superficiale che
copriva i depositi archeologici più recenti della Tu-
marola ci porta, stratigraficamente, oltre che a n'iusti-
licare la piena evoluzione di tecnica, (piale si contempla
nel nostro esemplare, ad assegnare ad osso una età uià
più inoltrata.

Cosi ad una, tecnica progredita e cronologicamente
avanzata deve attribuirsi il manico a nasello, appoggiato
dietro l'orlo di un pezzo di ampia scodella, ed inferior-
mente applicato alla palle del fìttile por mozzo di un
disco a piastra, nel (filale termina la fascia del nastro
(fig. 9). La piastrella di attacco ha. il diametro di mm.
G4 ; il nastro ha una larghezza di nini. 40, che accre-
sce a, 44 nel mezzo. Lo sviluppo totale del manico è
della lunghezza di inni. 113, e la luce del nasello ha i
diametri di mm. 14 e 24. Il manico è stato lavorato
separatamente dal vaso e presta facile similitudine
con la metallotecnica. A Coppa-ncvigata non mancano
esempi di anse simili, se non uguali, lavorate a parte:
il Mosso ha pubblicato al n. 43 della tav. VII nei Mo-
numenti Antichi dei Lincei (2) un'ansa a nastro, che
ha dm; grandi risvolti alle estremità laterali nell'attacco
inferiore, coi quali ò applicata sopra la parete del re-
cipiente a. cui appartenne (3).

Questo manico rappresenta col manico precedente
e con altri pochi avanzi ceramici gli ultimi cocci ab-

(M Gervasio, op. cit., ]>;il;'. 105, fig. 01.
(») Voi. XIX, An. 1909,
(3) 1. e, cl'r. eoi. 332.
 
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