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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Quagliati, Quintino: Deposito sepolcrale con vasi preistorici in Crispiano presso Taranto
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0245

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IX ORISPIANO PRKSSÓ TARANTO

t82

bandonati o raduti in quel grandioso e misterioso os-
sario.

La ceramica della Tumarola è generalmente d'im-
pasto fine e a superfice bruno-nerastra. TI manico ter-
minato a piastrella, invece, ci porta altresì esempio di
un'altra specie di ceramica a superfice rossastra, otte-
nuta, con una velatura, colma!;!, che fu distesa con la
spatola sopra tutto il vaso. L'impasto del fittile è eccel-
lente, come ho già notato nella parte descrittiva di
questo lavoro, ed ha un tono grigio-chiaro uniforme
per l'intero spessore.

I pochi frammenti di stoviglie grossolane che gia-
cevano sparsi nel terriccio alla superfice del deposilo
archeologico, ci l'anno conoscere il genere della lavora-
zione dei liti ili di molta capacità. Anche per questo
ordini' di vasi si è impiegata una terra sufficientemente
pura e bene impastat a, ottenendo pareti forti e com-
presse. Quantunque delibasi tener conto che. in gene-
rale, le tene adatti' alla figulina si (rovino comune-
mente abbondanti e tutte ottime in questi luoghi, dove
l'arte della ceramica nell'antichità è sempre stata in
fiore e divulgatissima, conviene nondimeno conside-
rare che l'esame dei più trascurabili cocci grossolani
dà a noi prove sicure di una tecnica, provetta ed eccel-
lente in rapinilio con l'alta antichità a cui si riferi-
scono. Lo stosso grado di cottura nei rottami, di cui scri-
viamo, ci conferma in tale opinione. Così, ad esem-
pio, un pezzo di parete vascolare, dello spessore che
va lino ad oltre un centimetro e mezzo, e con super-
fice bruno rossastra, ha i margini perfettamente cotti
a rosso e la massa intrinseca ridotta a un color grigio
cenere : al di fuori c'è il lisciamento della stecca. Ed
un simile pezzo di vaso, del medesimo spessore ma a
superfice giallognola opaca, porta altresì più profondi
segni di penetrazione della cottura con più larghi mar-
gini schiariti a pallido e col nucleo interiore fatto ugual-
mente cinereo. Un terzo coccio, grosso 14 nini., mostra
che l'azione del fuoco fu assai intensa, dalla parte]esterna,
avendone arrossato rimpasto per la profondità di circa
mezzo centimetro, mentre il resto dello spessore, con di-
stacco netto, fino alla superfice interna è di tono grigio
l'erro : le pareti, dentro e fuori, sono state tuttavia en-
trambi in ugual modo accuratamente lisciate a spatola,
con una velatura colui' marrone. Un quarto piccolo
frammento è, per tutti i 12 mm. della sua grossezza, di
un grigio-ferro omogeneo, eppure ha le superfici li-
Monumeuti Antichi — Vql. XXVI.

sciate a color marrone chiaro esternamente, e bruno in-
ternamente : l'impasto è così forte che si potrebbe dire
come pietrificato.

Ci sono due cocci di impasto grigio-cenere, com-
pattissimo e solidissimo, quasi perfettamente depurato :
le superfici furono trattate a buona, lisciatura di stecca
in marrone più o meno chiaro. Rappresentano vasi
intermedi fra i grossolani ed i fini : uno ha lo spessore
di mm. 9, l'altro di mm. 5. E una bella lavorazione,
quale può essere raggiunta dalla evoluzione di un lungo
esercizio.

Ritengo dunque che per la buona qualità delle ar-
gille impiegate, per il depuramento accurato di esse,
[ter la, manipolazione laboriosa, per l'intensa cottura,
per la solidità resistente delle pareti, per il trattamento
delle superfici con ingubbiatura finissima a tinta unita,
le stoviglie di Crispiano derivino dalla perfezionata
tecnica dei figlili neolitici e rappresentino il massimo
sviluppo di quell'industria, proseguita dai discendenti
all'aprirsi di un'èra nuova e di una nuova civiltà, sotto
le influenze di estranee forme tettoniche e di una radi-
cale modificazione dello spirito e del gusto artistico.

C'è il solo vasetto simbolico raccolto superiormente,
il quale ha un impasto rozzo, non depurato, con briciole
calcaree e con frattura, internamente del colore del car-
bone. Codesto fittile accessorio fu esposto alla cottura
della, fiamma che ha arrossato i margini della parete
interna ed esterna e ne ha schiarita tutta la superfice
grezza e senza ingubbiatura. Fu lavorato grossolana-
mente ed è riuscito di pasta friabile e mal cotta. Evi-
dentemente non è un oggetto di uso. Ne ho riprodotto
la, forma a fig. 7. Si può dire che la. sua sagoma sia quasi
biconica con orlo assottigliato : in ogni modo lo stesso
manichetto a bastoncello, che sormontava ad orecchia
il vasetto, è un elemento che darebbe all'oggetto una
posizione cronologica più inoltrata sul resto della ce-
ramica del monumento.

Ipotesi sulla natura del sepolcro.

Dai fatti semplicemente esposti, secondo che a
noi parvero, sorge chiara e ferma la deduzione che il
monumento servì come sepoltura secondaria, e si con-
nette con le genti che nell'alta antichità esercitarono
tale rito funebre.

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