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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Quagliati, Quintino: Deposito sepolcrale con vasi preistorici in Crispiano presso Taranto
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0247

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485

t\ CftJSPIANO PBKSSO TARANTO

486

colmatura, avvenne principalmente in causa della ca-
duta della vòlta, che dovette dapprima franare nei
punti dove fu più assottigliato e indebolito il banco di
carparo per l'adattamento di essa. Non si deve per
altro escludere che la cupola, la quale veniva così a
coperchiare il monumento, sia stata in qualche punto
spezzata nei tempi di molto posteriori anche dalle opere
campestri di dissodamento, trovandosi scarsa colà la
terra di coltura e per ciò poco protettala roccia, di per sè
stessa del resto non compatta e friabile. Ad ogni modo
è naturale che quando il suolo si sprofondò nel vuoto sot-
tostante, la colmatura potesse essere compiuta dai coloni
co! uetto di materie di scarico, come pietre di mazzaro,
di spurgo del terreno, rotolate giù dalla collina e in-
gombranti la campagna : come frantumi di tufo e sterili
terre di bolo. Ma non deve neppure escludersi che il
pietrame di mazzaro e di carparo, le terre e il bolo che
si trovarono fra le rovine della vòlta e sopra lo strato
archeologico recenziore, rappresentassero piuttosto la
originaria colmatura della cavità, che è probabile abbiano
fatta gli stessi primitivi, allorquando, forse dopo un'ul-
tima deposizione di ossame umano, chiusero e abbando-
narono definitivamente il sepolcreto.

Nello spazio aperto dentro il banco di tufo, sinoa3
inetri di profondità, stava la breccia ossifera di relitti
mortai i. L'ossario, e già lo accen nanimo; aveva la sua base
sopra un sedimento di pietre informi, frammiste con
terra per 50 cui. di spessore. Codesto materiale fu gettato
nella grande buca precedentemente alla deposizione
dell'ossario.

Inoltre, sotto siffatta postura del pietrame giaceva
un terriccio che si era laggiù radunato più verso il cen-
tro, con lo spessore di circa 5-10 cm. intorno alla parete
e di 15 cm. nel mezzo. In vero, già a jn. 3,60 di profondità
affiorava in tutta la periferia la polvere tufacea, dello
strato sottoposto, ed il terriccio si riduceva nella sola
parte centrale, toccando la profondità di m. 3,65 corri-
spondente al livello di basamento del banco di tufo.
Quando la sera del 14 di marzo fu tolto l'ingombro
delle pietre e si notò di nuovo la presenza di quell'impuro
terriccio nerastro e untuoso che è caratteristico degli
strati archeologici, se ne cavò una prima parte, esaminan-
dola accuratamente e scernendovi detriti di carbone
e pezzetti di ossa spaccate di animali. La mattina del 15,
proseguendosi lo scavo, si ripeteva l'osservazione, perchè
incontrammo e registrammo a m. 3,60 di profondità, nel

mezzo del piano a cui eravamo giùnti, ancora avanzi di
carbone in uno strato di cenere. La presenza di ceneri
e di carboni, non che il loro associamento con resti di
ossa spezzate di bruti determinarono la natura di un
vero e proprio focolare e segnalarono colagiriù una in-
discutibile traccia dell'azione umana e del pasto. Non
va neppure trascurato il fatto che anche in questo pro-
fondo e leggero strato seguitammo ad imbatterci in pie-
trame, il quale altro non era se non materia del giaci-
mento immediatamente superiore.

Per la esilità dello strato l'azione dell'uomo in quel
fondo è da giudicare sia stata transitoria e breve. Si è
acceso certamente del fuoco : si può essere celebrato
un sacrifizio augurale e consumante un solenne banchetto
di propiziazione.

Quella gente primitiva di Crispiano, scelto il posto
dove compiere il tradizionale rito funerario, ha tagliato
nel carparo un pozzo di discesa per 70 centimetri, come
perfettamente si vede in sezione nella fotografìa che ho
più sopra riprodotta. Il pozzo stava sulla linea mediana
della volta, con larghezza capace del passaggio di una
persona : incominciava cioè con l'apertura di circa un
metro, rastremandosi a metà fino a 50 centimetri; ed
era chiuso da due lastre di pietra carparo messe l'una
sull'altra, le quali si impostavano sopra la roccia. Il
sepolcro è stato scavato al di sotto nel tufo, e poi si
è compiuto superiormente il lavoro di riduzione e di
adattamento del carparo a centinatura per dare al cielo
della buca la foggia arcuata di una specie di cupola,
assottigliando sui fianchi la roccia dal proprio spessore
naturale di in. 1,20 gradatamente fino allo spessore mi-
nimo dicm. 70 nel centro in alto. Quegli antichi insomma
avrebbero avuto la intenzione di formare come una tomba
a tholos sotterranea, la quale potrebbe essere stata con-
sacrata da un sacrificio e da un banchetto. Uopo la ceri-
monia inaugurale è da supporre che si sia apparecchiato,
con getto di pietre e di terra, sul piano affiorante del sab-
bione tufaceo e sui resti del banchetto propiziatorio,
un fondo solido quale basamento o letto dell'ossario.

La tholos è a noi pervenuta- con rottura della volta ;
e del monumento dò la ricostruzione grafica nello spac-
cato verticale con la fig. 21.

11 Giornale degli scavi redatto dal signor Emilio Ba-
vila, soprastante ai lavori, registra : « A m. 3,65 dal piano
« di campagna cessa il solito strato di terra nera mista
« con pietre, e si presenta un banco di sabbia tufacea
 
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