Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

DOI Artikel:
Anti, Carlo: Monumenti policletei
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0291

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
573

MONUMENTI POLIO L13T EI

574

Jl frammento del Vaticano lascierebbe insoluta la
questione se l'originale aveva il petaso, come è proba-
bile per la testa di Boston, o solo le alette come nelle
teste di Pietrogrado e Boboli, ma la testa Valentini
conferma in via definitiva quanto aveva supposto giu-
stamente il Sieveking sull'incerta base della testa Tor-
lonia, che cioè l'originale doveva essere sprovvisto così
di petaso come di alette (1).

Evidenti aggiunte di copista, sono anche il Dioniso
e la clamide della statua Boboli, e quindi l'originale
doveva rappresentare il dio completamente nudo, con-
traddistinto dal solo caduceo, come nel noto bronzo
di Anneey (2). Della fedeltà di questo monumento
si è molto discusso ; ma ora, per opera del Sieveking, si
tende ad affermarne il valore comi1 imitazione mollo
vicina dell'Hermes polieleteo.

Anche la superba serie dei piccoli bronzi policletei,
in parte usciti forse dallo studio del maestro stesso
o per lo meno dei suoi scolari, non si sottrae alla legge
quasi senza eccezione dei bronzetti greco romani :
non sono mai copie, ma libere imitazioni, spesso anche
adattate a soggetti diversi (3). Il bronzo di Anneey
peraltro per le sue notevoli dimensioni (m. 0.63) rientra
già nella categoria dei medii bronzi, dai quali il sem-
plice scopo religioso esulava, sostituito, almeno in
parte, da quello decorativo e artistico. Perciò pos-
siamo già aspettarci in esso una relativa fedeltà (4),
ma di questa abbiamo anche la prova monumentale.

(') Anche la. tosta di Villa Medici è senza petaso e senza alette.

(2) Sul bronzo ili Anneey vedasi: Frohner, Coli. Dìduit, 1.
Parigi, 1897, p.5 ivi la letteratura anteriore; Brizio, in Atti e
Meni, della Deputaz. ili st. p. per le Romagne, ser. III. voi. I,
fase. V (1883); M. Collignon, in Gaz. des Beaux Aris. XXX
(1903), p. 122; Klein, Geschichte, lì, L905, p. 152 sg. ; Sieveking,
in Jahrbueh, XXIV (1909), p. 6 sg. Primo a formulare l'ipotesi
della dipendenza da Polieletp fu il Curtius, in areh. Zrit. 1875,
p. 57 e al suo parere si accostarono il Michaelis, in Annuii. IS7S.
p. 25 sg., il Collignon, Histoire etc. I, p. 539 e il Furtwàngler,
Sammlung Somzée, p. 9. In seguito l'ipotesi cadde in disfavore
finché fu ripresa dal Sieveking. Che si tratti di un Hermes non
vi è dubbio : lo dice il gesto oratorio della destra e il frammento
di attributo tenuto dalla sinistra, nel quale si volle vedere
l'avanzo di una cornucopia, di una palma, di un arco, mentre
ora tutti concordano nell'affermare che si tratta di un caduceo.

(3) Furtwàngler, Statuenkopien, p. 56 sgg.

(*) Furtwàngler, op. cit. p. 57 ; H. Bulle, in Br. Br. testo alla
tav. 554.

Confrontato con le repliche statuarie, la sua lesta,
nella struttura del cranio, nel modellato del viso e
nel trattamento dei capelli, mostra l'orme proprie del-
l'ultima fase dell'attività di Policleto ; invece sono
identici il motivo generale, il movimento della, lesta
e del braccio sin. con il caduceo. La differenza nel
movimento del braccio destro poco coni crebbe, perchè
nella statua Boboli il movimento è stalo leggermente
modificalo per adattarlo a reggere il Dioniso fanciullo,
del torso posso peraltro segnalare una. nuova replica,
la quale mentre porta ancora un argomento in favore
dell'originalità del tipo, prova definitivamente che il
bronzo di Anneey (fig. 93) è una diretta e fedele ispi-
razione dell'Hermes di Policleto.

Il torso in parola, venne trovalo dalla Missione ar-
cheologica italiana sul finire dello scorso decennio nel
pronao del Pythion di Gortina insieme a varii altri
frammenti statuarii. Il Sàvignoni, pubblicandolo (').
per la presenza del rinforzo visibile sol lo la mammella d.
credette di riconoscervi una copia del diadumeno (2),
ma nessuna replica del diadumeno ha un l'inforzo simile,
nè può averlo, inquantochè esso presuppone un brac-
cio più o meno portato davanti al torso, non mai un
braccio mosso di fianco, come nel diadumeno. Con-
frontando invece il torso di Cori ina con la statua Bo-
boli o meglio con il bronzo di Anneey, la concordanza
è completa : in quello l'omero d. era scostato dal corpo,
come indicano la tensione dell'ascella e la contrazione
dei muscoli della spalla (3), ma l'avambraccio era
piegato e portalo davanti al torace, come prova il rin-
forzo. Questo doveva, saldarsi al polso che in fatti nel
bronzo di Anneey è giusto all'altezza corrispondente
a quella del rinforzo nel torso di Gortina. libraccio
sinistro pendeva lungo il corpo, lo prova il rinforzo
visibile sul fianco, rinforzo che doveva pure saldarsi
al polso, secondo la pratica comune delle copie ro-
mano e come si verifica, per esempio, in quasi tutte
le repliche del doriforo. Anche questo movimento
corrispondo pienamente a quello del bronzo (4), nel
quale tuttavia il braccio è forse un po' più scostato dal

(>) L. Sàvignoni, in Mon. Lincei, XVIII (1907), p. 254 sg. e
figg. 32-33.

C2) Identificazione che venne accolta un po' affrettatamente
dallo Hauser, in Jahreshefte, XII (1909), p. 101.

(3) Sàvignoni, op. cit. p. 225.

(4) Xella statua Boboli il braccio sin. è tutto di restauro.
 
Annotationen