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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0295

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581

MONUMENTI POLICLETEI

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sieno da ricercare qui le radici dell'arte del grande ar-
tista di Paro (1).

Nella testa dell'Antiquarium è anche un dettaglio che
potrebbe rappresentare una novità nell'arte policletea :
l'apparire dei denti fra le labbra socchiuse. Avendosi
una sola, copia, per quanto si presenti con tutte le carat-
teristiche di copia accurata, e fedele, è difficile dire se
tale del (••'ilio Eosse proprio dell originale o sia un 'aggiunta
del copista,. 11 notare che i denti non sono resi in opere
più tarde quali sono, come vedremo (Gap. IX), il diadu-
meno e l'Hera induce a propendere per la seconda
ipotesi (2).

La testa proviene da una statua e non da un'erma,
come provano la conformazione del collo e la sua leggera
torsione verso destra. L'originale era una statua atletica
o precisamente quella, di un pentathlos o di un lottatore :
infatti gli orecchi non sono normali, ma tumefatti. Non è
la deformazione accentuaiissirna del Diomede (3) o del
pugilista ellenistico delle Terme (*), e perciò pos iamo
escludere che si tratti di un pugilista o di un pancrazia-
ste, ma la tumefazione misurata che troviamo in molte
repliche del doriforo. Perciò questa testa potrebbe appar-
tenere a due delle opere di Policleto ricordate dalle fonti :
il « clestrmgens se » ricordato da Plinio (8), che appunto
doveva essere un lottatore o un pancraziaste o un pen-
tathlos (6) o il Pythokles, che era, un pentathlos come il
doriforo Ci. Naturalmente non si può escludere che il
« destringens se » e il Pythokles sieno una cosa sola, in-
quantochè l'azione di quello può convenire anche ad un
pentathlos, come non si può escludere che la testa del-
l'Antiquarium si riferisca ad altra opera ancora, non

(1) In proposito si veda più avanti allo coli. 679 e 771.

('-) I denti appaiono anche nell'amazzone berlinese, ma, a
giudicare dalie riproduzioni di cui dispongo, mancano nelle re-
pliche di Oxford, Wortlitz, Copenhagen e Chiaramonti.

(■') Eùrtwangler-Wolters, Beschrcibung der Gly piotiteli, Mo-
naco, 1910, n. 304. p. 334 sgg. ; Br. Br. tav. 128: il particolare
è anche più visibile nelle repliche dell'Antiquarium : Einzelaufn.
809-810 e di Boston : Br. Br. tav. 543.

(4) R. Paribeni, (hiida Mus. Naz. Roma, 1920, p. .147;
llelbig, Fiihrer, IP, n. 1350. p. 136 sg. ; Br. Br. tav. 248;
Bulle, d. sch. M.. col. 303 e tav. 167.

(6) Plinio. N. H. XXXIV, 55.

(6) Infatti l'uso di ungersi con l'olio e quindi di pulirsi con lo
strigile era esclusivo della lotta e della torma alfine del panerà-
tion: Daremberg-tìaglio, s. v. «litcta » p. 1346 sg. e s. v. « pugi-
latus » p. 750.

(7) Pausania, VI, 7, IO; Robert, in Hermes XXXV (1900)
tav. agg. a p. 141.

ricordata dalle fonti. Ad ogni modo va tenuto presente
che poiché essa è intermedia fra l'Herakles e il diadu-
meno (col. 671 e 687), mentre il Pythokles è posteriore
anche al diadumeno (col. 653 e 688), l'identificazione
con quest'ultimo è da escludere.

A giudicare dalla parie del eolio conservata, la testa
era ben eretta e, come si è detto, leggermente girata a
destra, proprio come nel doriforo. Abbiamo quindi un'al-
tra figura atlet ica di Policleto nella quale manca l'espres-
sione di modestia propria dell'atleta Westmacott, del
diadumeno e del discoforo, fatto che ci deve mettere in
guardia dall'usare questo particolare come criterio per
decidere sul soggetto delle sue opere.

Queste godettero tutte di tanta fama nell'antichità,
che è improbabile che nelle nostre collezioni non sia
conservata nessuna replica della testa dell'Antiquarium:
mi auguro pertanto che la sua pubblicazione permetta
Fidentificazione di altre copie e che la fortuna di uno
scavo ci consenta un giorno di conoscere anche il resto
della figura.

CAPITOLO V.
Le figure di fanciulli.

Le figure di fanciulli policletee costituiscono il punto
più incerto nell'arte del grande maestro. Dall'atleta
Westmacott al cosidetto Narcisso attraverso l'efebo
di Dresda (2), il versatole d'olio di Petworth (8), Fido-
lino (4), il bronzo di Virunum (6), e l'efebo di Boston (6),
è una gradazione continua, un modificarsi lento e
quasi insensibile di forme e di mezzi espressivi, nei quali
è molto difficile segnare con sicurezza il punto dove
finisce Policleto e dove cominciano i policletei.

(!) Vedi nota 2, col. 545.

(2) Furtwangler, ììeisterwerke, p. 475 sgg. e tav. 2G-27; Winter,
A", in B. 258, 2.

(3) Furtwangler, Meisterwerlie, p. 464 sgg. e fig. 77 ; Bulle,
d. sch. M., col. 108, fig. 19 ; Winter, K. in B. 258, 9.

(4) L. A. Milani, il Museo Arch. di Firenze, 1912, p 173 sg. ;
Bulle, d. sch. M., col. 105 e tav. 52-53; Br. Br. tav. 274-277;
Winter, K. in B. 254, 1-3 ; Ducati, Arte classica, p. 377 sg. e
fig. 366.

(5) Schneider, die Erzstatue von Helenenberg ; Br. Br. tav. 325 ;
Winter, K. in B. 259, 3.

(6) Bulle, d. sch. M., col, 111 sg. c tav. 58.
 
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