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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0296

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583

MONUMENTI FOLICLETEI

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In dipendenza da tale stato di fatto, anche i pareri
degli studiosi Simo estremamente discordi c di contro al
Furtwangler, che attribuiva buona parte delle opere ri-
cordate allo stesso l'olicleto (>) stanno le opinioni più
recenti del Gardner (3), e-del Boutetnger (3), i quali'giun-
gono .'i negare a l'olicleto lo stesso atleta W est ìuacolt,
per il quale l'accordo fra gli archeologi è purè insòlita-
mente notevole.

- Quando si debba attribuire ad un artista un"opera
o un.gruppo di opere, le quali presentino caratteristiche
nuove alla figura, che dell'artista era già stata acquisita,
criterio metodico inderogabile è che l'attribuzione di
almeno una di tali opere sia basata su'dati di fatto si-
culi e non su sempiici confronti stilistici. Una tale precau-
zione'è specialmente necessaria per Policleto sul quale
incombe sempre e non possiamo ignorarlo qualunque
possa esserne la spiegazione, il giudizio antico traman-
datoci da Vairone che nello sue opere regnasse una
estrema uniformità.

Siamo sicuri che l'olicleto abbia modellato delle
figure di fanciullo ?

Plinio (5) ricorda «duosque pueros... lalis ludentes»,
ma non possiamo giurare che voglia proprio parlare di
fanciulli una volta che lo stesso doriforo, così maschia-
mente virile, è chiamato da lui « viriliter puerum ».
Talvolta fortunale identificazioni monumentali hanno
mostrato giuste interpretazioni di testi del tutto oppo-
ste a quelle comunemente accettate (?)', cosicché non è
prudente fondare ipotesi è attribuzioni solo su queste.

Dati più sicuri sono offerti dalle basi di Olimpia.
Le orme sulla base di Kyniskos (7J hanno proporzioni
adatte ad un fanciullo, e che effettivamente la statua
rappresentasse un fanciullo è detto da Pausaliia (8),
ohe la descrive come tale. Anche le orme della base di

(1) Furtwangler, Meisterwerke, p. 451 sgg.

(2) Gardner, in Journ. of. hell. st. XXXI (1911) specialmente
da p. 'ili in pòi.

(3) Boulanger, in Rev. Arch. 1913, I, p. 224 sgg.

(4) Presso Plinio N. H. XXXIV, 56: «... quadrata esse ea
traclit Varrò et paene ad exeniplum ».

(5) Plinio. N. E. XXXIV, 55.

(6) L'identificazione dell'apoxyomenos di Lisippo ha fatto
svanire il u destringentem se nudimi tato incessentem » che aveva
consigliato al Tenerani il restauro della statua vaticana.

(7) Olympia. V. Inschriften, n. 149, col. 267 ; Lovy, Bild-
hauerinschr. a. 5(1, p. 42 sg.

(8) Pausania, VI, 4, 11.

Xenokles (*) hanno proporzioni da fanciullo, ciò ' che
si accorda col fatto, attestato dall'iscrizione, che Xe-
nokles aveva riportato le sue vittorie nelle gare di lotta
dei fanciulli.

l'olicleto ha dunque creato delle figure di fanciullo
e. se altri elementi concorrono, siamo autorizzati ad
attribuirgli quelle delle statue ricordale, che mostrano
più evidente il suo stile. Ciò si verifica specialmente,
in tre opere : l'atleta Westmacott, l'efebo di Dresda e
il versatore d'olio di Petworth.

Conosco il versatore d'olio di Petworth solo attra-
verso rinsuffìciente riproduzione datane dal Furtwan-
gler (a), e perciò mi riesce diffìcile darne un giudizio.
D modellato dei muscoli e i particolari della lesta sem-
brano nettamente policletei ; la possibile dipendenza
da, altri tipi più noti, quali quelli di .Monaco (3) e di
Dresda (*), che tuttavia non è necessario ritenere più
antichi,'non si oppone ad una attribuzione a Policleto,
inquantochè abbiamo già visto per l'Herakles (col. 544)
e il discoforo (eoi. 561 sg.), o vedremo meglio per
l'amàzzone (col; 6f3 sg.) e il diàdumeno (coL 782) che
Policleto non disdegnava raccogliere lo spunto delle sue
composizioni da opere altrui ; imi, ripeto, con una così
scarsa conoscenza dell'originale non oso arrischiare un
giudizio^ che fondato su una sola copia sarebbe ad ogni
modo malsicuro (5).

Il carattere pòlicleteo è invece molto meno evidente
nell'efebo di Dresda, che pure conosciamo attraverso
varie repliche, alcune delle quali bellissime (fig. 30) (6).

(1) Olympia, V, Inschriften, n. 164, col. 283 sgg. ; Lòwy,
Bildhauerinsehr. n. 90, p. 70.

(2) ' Furtwangler, Meistcwerker, p. 465, tig. 77.

(3) Furtwangler, Beschreibung der Glyptothek, n. 302, p. 331
sgg. ; Mahler, Polykht, p. 150; Klein, Geschiehte, 11, 1905, p. 219.

(*) Br. Br. tav. 133-134; Furtwangler, Meisterwerke, p. 467.

(5) Secondo il Mahler, Pólyklet, p. 55, un'altra copia del tipo
sarebbe da riconoscere in Hiller v. Gàrtringen, Thera, I, tav. 7l'
e p. 210. Secondo M. Bieber in Arch. Anzeiger 1914, col. 28 sgg.
molto vicino ad esso sarebbe anche il versatore d'olio di Casse!:
ibid. flgg. 13-14.

(6) Alle copie ricordate dal Furtwangler, Meisterwerke,
p. 453 sg., occorre aggiungere un torso del Museo Nazionale delle
Terme: L. Mariani, in Bull. Coni. XXXIV (1906), p. 11 sgg.;
Paribeni, Mus. Naz. n. 479, p. 154, un torso di Oropos: Klein,
Geschiehte, II, 1905, p. 150, nota 1 ; fot. dell'Ist. 26-27, e una
replica della testa che si trova al Palatino, murata in un pila-
strino della « domus flavia » : Matz-v. Duhn, I, n. 1663, p. 473 ;
Arndt-Amelung, Einzelaufn. n. 2072-73 e testo VII, col. 74
(1913).
 
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