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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0322

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MONUMENTI POLICLETEI

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di Delos che presenterebbe una figurina di Apollo ana-
dumenos C): una statuetta in bronzo, pure di Delos,
nella quale si dovrebbe scorgere un Apollo diadumeno (2).

Ma il torso del Pythion di Gortina abbiamo visto
che non è riferibile al diadumeno, bensì al!" Hermes
(col. 574 sg.) ; la moneta, per quanto è possibile vedere
nella riproduzione, non rappresenta un anadumenos, ma
un Apollo clic si incorona o intento ad altra simile
azione, perchè fra la testa eia sinistra abbassata non
vi è nessuna- traccia di benda (3); infine anche il bron-
zerò di Delos non può essere un diadumeno perchè
fra i capelli non vi è nessuna traccia di benda (4) e
perchè l'asse della testa non è all'incirca normale alla
presumibile direzione della benda, come pure è ne-
cessario per stringerla e come infatti si verifica nelle
statue Farnese e di Vaison. Più avanti (col. 671 sgg.)
vedremo che la soffice capigliatura del diadumeno, nella
quale pure si è voluto riconoscere un carattere apollineo,
non è che il resultato di una evoluzione facilmente
perseguibile. Così ogni base per sostenere che esso
rappresenti un Apollo viene a mancare (5).

Diverso invece è il caso per (pianto riguarda l'iden-
tificazione del diadumeno con il Pythokles. Purtroppo
per le basi originali di celebri sculture, abitualmente,
dobbiamo servirci di Eac simili grafici, i quali, più o
meno, attraverso le riproduzioni, perdono sempre un
po" della loro precisione di scala e, inevitabilmente,
sono una. interpretazione più che una copia del monu-
mento. Ci auguriamo perciò che questi documenti fon-
damentali dell'arti; antica sieno riprodotti in gesso e
diffusi fra i nostri gabinetti. Per la base del Pythokles
possediamo il fac simile del Purgold (6J, che ha ser-

(') British j\hiseuìii,s Coins, Central Greece, tv. 4, 17 ; ripro-
dotta anche dall'Hauser, in Jahrcshefte, XII (1909), fig. 58, p. 101.

(2) Fwittes de Delphes, V, fcav. 7, 2 e tav. 8 ; riprodotta
aiolie dallo Hauser, op. cit., p. 103, fig. 5!).

)1 motivo raffigurato nella moneta, salvo l'inversione del
movimento delle gambe, corrisponde invece a quello dell'efebo
di Sutri: R. Paribeni, in Bollettino d'arte, VI (1912) p. 169, sgg.;
VII (1913), p. 157 sgg.

(*) Ciò è visibilissimo in: Fouilles de Delphes, V, tav. 8 dove,
è riprodotta molto nitidamente e ingrandita una veduta poste-
riore della statuetta.

(5) A. Maviglia, in r&m. Mitt., XXVII (1912), p. 37 sg.. cre-
dette conciliale le due parti dicendo il diadumeno un Apollo-
atleta, ma tale denominazione, apparentemente conciliativa,
si identifica con quella dello Hauser in (pianto un Apollo diadu-
meno è già di per sè in relazione con la palestra.

(•) Olympia, V, Insehriften, un. 102-163, col. 283 sgg., ri-
prodotto schematicamente alla fig. 25 h.

vito di punto di partenza a tutti gli studi relativi. Sulla
base, come è noto, vi sono le orme della statua origi-
nale e le orme di un'altra statua, sostituita a quella
nel I sec. av. o d. Cr. La disparità delle opinioni comin-
citi quando si tratta di decidere quali dei sei cassetti
esistenti sul plinto, siano da riferire alla collocazione
originaria, (piali al restauro del 1° sec. Gli editori
(hdle iscrizioni di Olimpia, guidati certo dal precon-
cetto della ponderazione sulla gamba destra, propria
di quasi tutte le statue policletee giunte a, noi e in-
dotti in errore dalla forma del cassello p-q, il quale, es-
sendo più stretto in q, ivi presuppone il tallone e quindi
sembra non potersi appaiare con l'altro cassello r-s,
attribuirono alla collocazione originaria i casselli p-q
(gamba portante) e b (gamba piegata) e al rinnovamento
del I" sec. i casselli r-s (gamba portante) e d (gamba
piegata i. Rimarrebbero senza spiegazione i casselli d e a.

Il i.owy, lasciati da parte i casselli p-q ed r-s che
già il Furtwangler (1) aveva decisamente attribuito
al rinnovamento del 1° sec. con l'ammissione implicita
che in tale occasione si sostituì il Pythokles con una
statua completamente diversa, riferisce alla statua
originaria i casselli e (gamba portante) e a-b (gamba
piegata), vi sovrappone le orme del diadumeno di Vai-
son e identifica il diadumeno con il Pythokles. Resta
senza spiegazione il cassello il, inoltre, mentre la gamba
portante sarebbe stata fermata con un solo esile perno,
la gambti piegata sarebbe stata ancorata con duo perni
grossissimi. In appoggio a questa ipotesi, artisticamente
poco raccomandabile, il Lowy cita alcuni esempi, fra i
quali primissimo Vapoxyomenos di Efeso (2). A ciò
si deve osservare che Policleto già molto prima, nel
Kyniskos, aveva risolto il problema di assicurare alla
base una statua con la stessa ponderazione senza bi-
sogno di ricorrevo a un simile ripiego certo poco bello,
e che ad ogni modo nell' apoxyomcnos di Efeso la
stampella è sotto il tallone e non a metà della pianta
del piede come si verifica applicando il diadumeno
alla base di Pythokles. Si aggiunga infine che se le
orme del diadumeno di Vaison si adattano appena ap-

(*) Furtwangler, Meisterwerlce, p. 471 sg.

C2) O. Benndorf, in Forschungen in Ephesos, 1, Vienna, 1906,
]). 181 sgg. e tavv. I e V I-IX ; ISulle, d. sch. il/., col 113 e tav. 60;
Winter, K. in B., 311, 4-5. Vedi da ultimo: R. Heberdey, in
Jahreshefte XIX-XX (1919), p. 247 sgg.
 
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