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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0323

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MONUMENTI POLIOLETET

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pena ai casselli a, b, e, quelle del diadumeno di Delos
non vi si adattano più.

Lo Studniczka, riconfermato con confronti e osser-
vazioni tecniche che i casselli p-q, r-s, sono da attri-
buire al rinnovamento del T° sec, sostiene giustamente
clic le altre due copie di casselli a-b, e c-d sono inscin-
dibili e devono attribuirsi alla statua originale, che per-
ciò doveva avere ambedue i piedi completamente po-
sati, in una ponderazione simile a quella dell'Ares Bor-
ghese Contro ciò non vale osservare, come è stato
fa tto, che nelle due coppie i casselli distano diversa mente
fra di loro: ad Olimpia stessa, nella statua di Pallia,
opera di Micene, che certo a veva i piedi completamente
posati, la differenza è anche più sensibile (2); ne che
il cassello c sembra prolungarsi in basso con una in-
fossatimi che potrebbe attestare una direzione del
piede diversa da quella attestata dal cassello d: la
parte inferiore del plinto non conserva più la super-
ficie originaria e, meno la parte più profonda dei cas-
selli e, d, p-q, r-s, le altre fratture sono tutte fortuite :
nò infine che il piede c-d avrebbe coperto parte della
firma dell'artista : JloXvxXerog àQyeìog ènotet, perchè
numerosissime basi di Olimpia, a cominciare da quella
del Kyniskos, mostrano che le iscrizioni sono subordinai e
alla, statua, e quindi distribuite su uno. due e più lati se-
condo necessità. Nel caso speciale IloXvxXsroc ÙQytToc
poteva essere inciso sul lato lungo, inaisi sul lato breve.

I."identificazione del diadumeno con il Pythokles non
ha dunque fondamento.

Prima di lasciare l'argomento occorre ricordare
anche il tentativo che è stato fatto di distinguere Ira
le copie del diadumeno due prototipi diversi: un dia-
dumeno e un lanciatore di giavellotto (8). Tale tenla-
tivo è una delle più chiare prove del come indizi ap-
parentemente sicuri, numerosi e concordanti, possano
alle volte trarre in inganno. È fondato sul fatto che due
repliche del diadumeno, quella di Madrid e quella ace-
fala capitolina, alle quali si poteva aggiungere anche
il torso Mattei (fig, 52) (4), non hanno il braccio destro
piegato, ma disteso, con movimento identico in tutti

(x) Il Fùrtwangler, che per il Pythokles aveva esposto una
delle sue meno felici identificazioni: Meisterwerke, p. 471 sjrg..
in seguito sembra abbia pure intravvisto questa verità: Master-
pieces, p. 263, nota 2.

(2) Olympia. V. Inschriften, n. 14G, col. 24!) sgg.

(3) A. Maviglia, in Bull. Cam., XXXIX (1911), p. 137 sgg.
(*) Matz-Duhn, I, 1881, n. 1037, p. 297.

e tre i monumenti e in tutti è incerto determinare se
le braccia sieno antiche o di restauro. Tale movimento
corrisponde inoltre a quello attestato da altri monu-
menti antichi come proprio del lanciatoie di giavel-
lotto amentum torquens. Con la ricostruzione proposta
risulta un tipo molto armonico, diesi potrebbe anche
identificare con un'opera di Policleto attestata dalle
fonti, il solito nudus telo incessens (1), ma basta il sem-
plice esame della testa di Madrid per distruggere tutta
questa costruzione tanto smagliante, (pianto incon-
sistente. Nella testa di Madrid la tenia non è annodata,
dietro la nuca, coinè pur dovrebbe essere per non scio-
gliersi e cadere, ma semplicemente incrociata come in
tutte le altre repliche del diadumeno e tesa da una
parte " dall'altra come provano le fratture terminali (2).

1 monumenti, che sono noti come copie del dia-
dumeno, derivano dunque da un unico prototipo, la
celebre statua di Policleto. Da quest'insieme ben omo-
geneo si distingue solo il diadumeno Farnese. Tuttavia
anche nella famiglia delle rèpliche del diadumeno, che
giustamente abbiamo detta omogenea, non vi è unifor-
mità assoluta. La rinomanza stessa dell'originale ha
indotto altri artisti ad imitarlo, in secoli nei (piali il
copiare meccanico era ancora sconosciuto: la statua
di Delos è l'orse un esempio. Differenze si hanno spe-
cialmente nelle teste (;!): mentre in quelle di Vaison,
Louvre n. 840 e Barracco 107, la testa ha il contorno
quadratamente ovale caratteristico del doriforo, del-
l'Herakles e della testa atletica dell'Antiquarlum e come
in questi gli occhi sono tondeggianti, nelle teste di
Delos, Madrid, Dresda e Casse! invece l'ovale del viso è
molto assottigliato verso il mento e gli occhi sono a
forma di mandorla,,. Le altre repliche sono inutilizzabili
causa la cattiva conservazione. È difficile spiegare tali
differenze fra i due gruppi come pure è difficile dire
quale di essi sia il più fedele, che se l'uno ricorda il
doriforo, l'Herakles e la testa atletica dell'Antiquarium,
l'altro ricorda l'Amazzone e l'Hera, ma poiché queste
ultime sono contemporanee del diadumeno (Pap. IN)
è probabile che il secondo gruppo sia il più fedele.

(') Plinio, N. //. 34, 5(1 si.....min la correzione del Wolfflin,

in Archiv fùr totem. Lexikogr., 1894, p. 11!» sgg.

(2) Ilo fatto rpiesto esame sul falco conservato nel Museo
dei tiessi di Roma. L'ipotesi della sign. Maviglia è stala combat-
tuta anche da A. BÓulanger, in Ree. Areh., 1913, I. p. 226.

i3) In proposito vedi anche Deonna, L'i tpression Hans l'art
grec, Parigi, 1914, p. 61 sg.
 
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