Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

DOI Artikel:
Anti, Carlo: Monumenti policletei
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0339

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
669

MONUMENTI POLICLETEI

670

fedeli, spiccano l'erma iti bronzo di Apollonio, la testa
in inarmo, pure di Napoli, proveniente da Ercolano,
ora adattata ad erma (x) e il frammento delle Terme.
Meno fedeli sono invece :

la testa della nota statua di Napoli proveniente
dalla palestra di Pompei (2), nella quale sono trattate
con qualche cura solo le ciocche che incorniciano il
viso, mentre le altre sono rese senza preoccupazione di
riprodurre l'originale nemmeno nella disposizione ge-
nerale delle ciocche, come viene indicato, a parte il
confronto con le altre repliche, dal modo estrema-
mente sommario in cui sono rese tali ciocche. In questa
testa sono mutate anche le proporzioni : la sua altezza
supera infatti di qualche centimetro quella di tulle
le altre copie ;

la testa Barracco 108 (3) distinta da morbidezza
di passaggi nel viso, occhi con espressione patetica
(ottenuta affondando il bulbo nell'orbita e incavando
leggermente le palpebre), capigliatura alquanto pla-
stica, particolari che tutte le altre repliche e primis-
sima l'erma di Apollonio, escludono fossero propri
dell'originale. Lo stesso "'indizio ne dava implicita-
mente il suo pubblicatore con le parole : « lo scultore
mostra di aver compreso le condizioni diverse a, cui
sono sottoposti i lavori in marmo che copiano origi-
nali di bronzo » ;

la testa Pitti (4), che, fedelissima nella capiglia-
tura, mostra nel viso e specialmente negli occhi (orbita
e palpebre) chiari elementi di arte augustea, così da far
pensare al ritratto idealizzato di qualche membro della
gens Julia.

Concludendo lo studio di questa serie di repliche,
che è certo la più notevole giuntaci dall'antichità e
quindi può valere come norma generale, prova che
quando non appaiono elementi estranei specifici, pos-
siamo servirci con piena fiducia delle copie per lo stu-
dio formale anche di dettagli minuti.

(x) Guida L'iteseli, n. 347, p. 51 sg. ; Einzelaufn. 5(19.

(2) L. Mariani, in Guida Ruesch, n. 146, p. 60 sg. ; Br. Br.,
tav. 273 ; Einzelaufn. tav. 510-511 : Bulle, d. seh. M., col. 97 e
tav. 47 ; Winter, K. in B., 257, 5; Ducati, Arte classica, p. 375 sgg.
e figg. 364.

(3) Barracco, Catalogo del Museo di scultura antica, Roma,
1910, n. 108, p. 28.

(4) Dutschke, ant. Bil. in Oherit,, II, n. 12, p. 8 ; Einzelaufn.
211-212.

L'esame delle teste delle altre statue policleteè
conduce a uguali risultati, ma. per il risultato dello
studio di ciascuna, basti, per brevità, vedere i giudizi
sommarti espressi per i varii numeri nell'elenco delle
repliche di ciascuna statua.

*

* *

La capigliatura delle statue policleteè ha un carat-
tere costante: il naturalismo. Il maestro cerea di ren-
dere la massa dei capelli sforzandosi di imitare la natura
e cioè articolandola in una grande quantità di ciocche
a virgola, che poi dettaglia con lavoro di cesello
11 procedimento dipende direttamente dalla tecnica
del bronzo e Policleto lo porta a notevole grado di per-
fezionamento, ma appunto perchè bronzista, malgrado
il suo tentativo di animare la massa dei capelli con un
giuoco di luci e di ombre, anziché con semplici tratti,
non sa, passare all'illusionismo, ciò che sarà riservato
invece al tipico degli scultori del marmo, a Prassitele.

Trascurando per il momento le teste femminili, che
per il tipo dei capelli e il genere dell'acconciatura, non
possono per questo rispetto paragonarsi facilmente con
le altre e considerando le teste virili dal peculiare punto
di vista del trattamento dei capelli; possiamo dividerle
in tre gruppi.

Nel primo, costit uito dal discoforo, dall'Hermes e
dal doriforo (fig. 59-61), i capelli rappresentano come
una leggera cappa,, quasi senza valore plastico proprio,
aderente alle ossa craniali delle quali disegna, accu-
ratamente le l'orme e, nella nuca del tipo Odescalchi
(fig. 58), perfino le accentua. Le singole ciocche oltre-
ché aderenti sono piatte e alquanto larghe. Una certa
plasticità è data solo dalle punte di queste ciocche « a
virgola » che, rigirandosi all'infuori, conferiscono un
qualche spessore alla massa dei capelli (2).

L'atleta Westmacott forma gruppo a se : le cioc-
che si mantengono piatte e aderenti al cranio, ma
sono lunghe e stretto e si intrecciano e si accavallano

(t) Questa appare, in una corta misura, anche nelle repliche
in marmo, ma soprattutto nei due meravigliosi bronzi napoletani
del doriforo (fig. 61j e dell'Herakles (tav. f).

(2) Questo dettaglio si avverte meglio nell'erma di Apollonio
per la sua maggiore fedeltà e perchè di bronzo (lig. 61), ma è
riconoscibile anche in qualcuna delle copie in marmo e perciò
doveva essere proprio anche dell'originale.
 
Annotationen