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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0343

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MONUMENTI POLICLETEI

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ratteristiche di Policleto Nel discoforo (fig. 26) e
nell'Hermes (fig. 29 e tav. IV) peraltro essa non è
così netta come in tutte le altre opere. In essi il mezzo
della fronte è occupato da due minutissime ciocche
disposte traversalmente nel discoforo (2Ì, (piasi verti-
calmente nell'Hermes, dettaglio minimo che scompa-
rirà nel doriforo, ma che unito agli indizi già segna-
lati e ad altri che rileveremo in seguite, prova la prece-
denza di queste due opere su tutte le altre.

Come la possibilità di servirsi del trattamento dei
capelli quale criterio di cronologia relativa, è scaturita
dal confronto dei due cardini dell'arte policletea : il do-
riforo e il diadumeno, così è anche per il modo di rendere
gli occhi (3).

Per il doriforo e per le opere, che già in base ad altri
criteri abbiamo raggruppato intorno ad esso, compreso
questa volta l'atleta Wcstmacott, le copie migliori atte-
stano un occhio con la palpebra superiore appena spor-
gente rispetto all'inferiore e con il bulbo dell'occhio a
profilo tondeggiante come in natura (fig. 78) (4).

Alquanto diverse sembrano alcune repliche del disco-
foro, per esempio la statua vaticana 251 (fig. 22), e
dell'Hermes, per esempio la testa Valentini (tav. IV,
3-4), ciò che è dovuto un po' al concorrere di altri ele-
menti effettivamente diversi ai quali accenniamo più
sotto, ma sopratutto alla scarsa fedeltà in questi dettagli
nelle due copie ricordate. Le altre repliche, fra le quali
sono le migliori, mostrano che anche nel discoforo e nel-

(L) Esso si trova anche nella figura di Stephanos e nel bron-
zetti.) di Liguriò, che, a parte la cronologia relativa, apparten-
gono eerto allo stesso ambiente artistico : A. Furtwangler, 50
beri. Winckelmannspr., 1800, p. 144.

(a) 11 dettaglio è molto accentuato nella testa degli Uffizi,
ma visibile anche nelle altre copie e specialmente nelle repliche
Ny-Carlsberg 114, Odescalchi, e Torlonia 46(J, cioè nelle migliori.

(3) Non so che questo criterio sia già stato usato per le opere
di Policleto. 11 Bulle, der sellane Mensch, 1912, col. 441 sg. illu-
strando l'occliio del doriforo si limita a metterne in rilievo il
naturalismo scevro di ogni illusionismo, spiegandolo come una
caratteristica dell'arte argiva, matematicamente precisa. Nessun
accenno all'enorme divario fra l'occhio del doriforo e quello del
diadumeno, neppure nello studio speciale del Conze, Vìb&f Darstel-
lung des menschl. Auges, in Sitzungsber. k. pr. Akad. der Wissensch.
;» Berlin, KSi)2, I. pp. £7-58:

(4j Questa figura è presa dall'erma di Napoli, che, come è
noto, ha le cornee di restauro, ma questo è giusto come dimo-
stra il confronto con le repliche migliori del tipo.

l'Hermes si ha l'occhio naturalistico proprio del dori-
foro (i).

Molto simile, ma non uguale, è forse l'occhio dell'He-
rakles (fig. 79) e della testa atletica dell'Antiquarium.
In essi le palpebre sono modellate all'incirca come nel
gruppo precedente, ma la superiore è fortemente sotto-
scavala e il bulbo ha il profilo non più tondeggiante, ma
concavo convesso. Veramente questa forma di occhio è
ben visibile per l'Herakles solo nella replica dell'Anti-
quarium, ma va notato che le altre copie sono tutte
medriocri lavori decorativi e che quella bellissima in
bronzo di Ercolano ha uno degli occhi vuoti e l'altro
con il bulbo di restauro. Si tratta di un dettaglio molto
minuto e quindi l'uso delle copie è estremamente infido;
dobbiamo perciò limitarci a dire che nell'Herakles e
nella testa dell'Antiquari uni abbiamo lo stesso tipo di
occhio del doriforo, forse leggermente più evoluto.

Del tutto diverso è invece il tipo di occhio del diadu-
meno (fig. 80). In esso la palpebra superiore è molto
più sviluppata, alquanto sporgente e sottosc.ivata.
Il taglio dell'occhio inoltre è meno tondeggiante, a
forma di mandorla molto più accentuata. Se fra il
gruppo dell'Herakles e ((nello del doriforo è lecito du-
bitare che le piccole differenze che si avvertono sieno
imputabili al copista, nel caso presente si tratta certo
di l'orme completamente diverse, che permettono di
staccare con sicurezza il diadumeno dalle altre opere
del maestro.

Ma il trattamento degli occhi, allargando l'esame al
modo di rendere tutta l'orbita, permette altre distin-
zioni.

Uno dei dettagli che maggiormente conferisce aspetto
severo alle statue dell'arcaismo maturo è la forma delle

(!) Nel discoforo la lesta Odescalchi, quella del guardaroba
vaticano e quella degli Uffizi semina non abbiano la sovrappo-
sizione della palpebra superiore sull'inferiore all'angolo esterno
dell'occhio. Poiché un simile dettaglio è contrario a un'abitudine
stilistica, che, quando vennero eseguile le copie, era radicata
oramai da secoli nell'arte, si potrebbe pensare che risalga al-
l'originale e vedere in esso una nuova piova della priorità del
discoforo. Mala testa Ny-Carlsberg 114, che secondo ogni evi-
denza è fedelissima, ha le palpebre sovrapposte e quindi con-
viene credere che il dettaglio incerto sia dovuto, nella testa
degli Uffizi al lavoro scadente, in .([nella Odescalchi e del guarda-
roba vaticano alla corrosione patita dalla superficie del marmo.
A proposito dell'occhio tli questo tipo va notato che nella testa
Torlonia 40!» è molto sporgente, particolare che per quanto in
minor misura, ritorna anche nelle altre repliche e perciò non
sarebbe da escludere che fosse proprio anche dell'originale.
 
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