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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0362

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MONUMENTI POLICLETEI

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rimontare al 480 av. Or. se non anche più in là (x). Per
tale gruppo abbiamo accennato a tre diverse famiglie e
infatti le opere che lo costituiscono mostrano di apparte-
nere per In meno a tre diversi indirizzi stilistici netta-
mente individuabili.

Il primo, la cui figura più significativa 6 l'Apollo del-
POmphalos {-), ha i suoi precedenti nell'Eros Soranzo e
nell'atleta Somzóe (3). i derivati nel piccolo Dioniso in
bronzo del Louvre (4), nel Re di Monaco (6), nel bron-
zetto di Liguriò (6). Sono sue caratteristiche: forme
piuttosto asciutte, con forte risalto delle musculature.
Molteplici indizi autorizzano a credere che la sua ori-
gine si debba- ricercare nel Peloponneso. Infatti l'Eros
Soranzo pare riproduca un celebre simulacro di Sparta (7),
l'Apollo dell'I miphalos e le opere ad esso collegate, come
l'Hestia Giustiniani, trovano esatti e sicuri riscontri
nelle sculture di Olimpia, il bronzetto di Liguriò è pelo-
pennesiaco, il Dioniso del Louvre sembra provenire da
Olimpia e il Re di Monaco è molto probabile che si
colleglli con la scuola argiva.

La figura di Stephaims (8) rappresenta un indirizzo per

(') A. Elasch, in Arch. Zeit., 1878, p. 11!) sgg., 170 sgg. c
tav. 10; Dressel-Mi'lchhofer, in .Uhm Miti., 11, (1877), p. 325,
n. 38; Furtwàngler, Meisterwerke, p. 085; Joubin, la sculpt. gr.
avant Phidias, p. 81 sgg. ; Wintcr, K. in li., 237, 7.

(2) vili unta 2, cdl. 561.

(8) CoUectión Somzée, tavv. 3-6; Joubin, laseulpt.gr. avant
Phidias, p. 82 sg.

f4) A. De Ridder, Lea bronzee àntiques du Louvre, 1, Parigi,
mi:;, tav. 17. a. 154ep. 2!) sg.; Mm. Piots, I. tavv. XV-XVI;
Studniczka, in Abhandld.kgl. sàchsl. Gesellsch. ó. W. XXV (1907),
p. 80 c tav. VII a : Bulle, d. sch. M., col. 93 sgg. e tav, 45;
lì. Schroder, in Jahrbuch, XXIX (1914), p. 149 c fig. 21. Per la
sua cronologia vedi col. 724.

e"') Furtwàngler Wblters, Beschreibung, ri. 295, p. 819 sgg.;
Bulle, d. seh. M., col. 95 o tav. 46; Br. tir. tav. 122; Wintcr, K.
in li., 258, 11. Per la sua cronologia vedi col. 719 c nota 5,
eoi. 723.

(°) A. Furtwàngler, 50 beri. 11 inckehnannspr., 1890, pp. 125-
152. L'importanza ili questo piccolo bronzo, certo eccellente,
In Forse un po' esagerata. Specialmente cauti bisogna essere
ne! rissarne la cronologia. Se da una parte il confronto della
testa con quella in bronzo dell'Acropoli : Stafe, Marbré* et
bromes, p. 278, n. 6590, induce ad assegnargli una data piut-
tosto alta, d'altra parte le proporzioni mollo quadrate, quali
appaiono solo india seconda fase dell'attività di Policleto, fauno
ritenere che siamo già dopo il 450. Si tratta di piccola arte, di
aite pili o meno industriale, come nel caso del piccolo Dioniso
della Bibl. -\'az. (vedi col. 721) e quindi è inevitabile una note-
vole latitudine cronologica.

(7) Dressel-MHchhpfer, in aihen. Mitt. II (1877), p. 325, n. 38;
A. Flasch. in arch. Zeitunij, 1878, p. 126 sgg.

(8) Helbig, Fiiimr. IP», n. 1846, p. 408 sg. ; Bulle, d. fieli. M.,
col. 88 e tav. 41 ; Br. Br. tav. 301 ; Winter, K. in B., 233, 7. Ve-

più Iati molto vicino a quello dell'Apollo dell'Omphalos,
ma distinto da una delicatezza, di forme, clic è quasi
superficialità e che non può essere spiegata con un
maggiore arcaismo, ma che ha piuttosto qualche aspetto
di accademismo. Tale indirizzo non è limitato a un breve
periodo di tempo : un torsetto del Museo Laterano i1),
completamente nello stile della figura di Stephanos, ma
nel quale la linea delle spalle è ancora completamente
orizzontale e che perciò, rispetto a quella, rappresenta
ciò che nel gruppo attico è il torsetto Amelung ri-
spetto all'efebo dell'Acropoli, e il frammento originale
di una stadia di giovinetto vincitore trovata ad Olim-
pia (2), sono certo anteriori alla figura, di Stephanos e
per lo meno il primo risale alquanto verso il principio
del V sec. L'immolans arietem dell'Antiquarium del
Celio (3) se per esso si può pensare alla celebre opera di
Naucide(4) e l'Herakles in cui si è tentato di rico-
noscere Yalexikakos di un Hageladas juniorc (5) sono po-
steriori e accennano al continuarsi dello stesso indirizzo
nella seconda metà del V sec. D'altra parte queste due
ultime opere, il torsetto originale di Olimpia, che è in
marmo di Vrestena, e i numerosi frammenti di altre
statuette affini trovate pure ad Olimpia (6), confermano
la vecchia opinione contro la più recente ipotesi che parla
di Pitagora di Keggio (7), che la figura di Stephanos
e quindi la famiglia delle opere ad esso affini, debba
essere rivendicata ad una scuola peloponnesiaca (8;.
Quale la posizione rispetto all'Apollo dell'Omphalos ? è
difficile e sarebbe imprudente volerlo precisare: con

dere recentemente Einzelaufn. u. 2117-28 a proposito della re-
plica della testa al Laterano.

(*) Benndorf-Schone, n. 46, p. 21); Helbig, Fiihrer, II3, p. 5
Einzelaufn. n. 210(1-07.

(-) G. Treu, in Olympia, 111, Bildwerlce, p. 210 e tav. LXI,2.
Helbig. Fiihrer, P, n. 1022, p. 5S2. La sfatua è ritenuta
una variante romana dell'efebo di Stefano, la quale rappresenti
Hermes in allodi sacrificare un ariete. A me pare più giusto
pensare a Phrixos che sacrilica l'ariete a Zeus.

(«) Plinio, N. II. XXXIV, 80 ; Paiisania I, 24. 2. A tale iden-
tificazione osta il fatto die la base dell'Acropoli con il nome di
Naucide : Lowy, Bildhauerinschr. n. 87. p. 08 e che si suole
collegare appunto con il Phrixos ha caratteri paleografici del
IV sec. epoca evidentemente troppo recente perla statua del-
l'Antiquarium.

(5) A. Prickenbaus, in Jahrbuch, XXIX (1911), p. 31 sgg.

(6) G. Treu, op. cit., nota 4, p. 210 : p. 217 e tav. LVI, 3.

(7) Klein, Gesehichte, I, 1901, p. 386.

(8) Conze, lìcitr. zar Gesch. des griech. Plastik, p. 27 sgg. ;
Studniczka, in ròn-. Mitt., II (1887), p. 97 sgg.; 'Eynt*-
18S7. p. 151 ; Furtwàngler, in 50 beri. Winckelpr., p. 125 sgg. :
G. Treu in Olympia, IH, p. 217.
 
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