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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0364

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719

MONUMENTI POL10LETE f

720

monumenti della grande arte ricordiamo per il periodo
ionico la Nike ded'Athenaion di Siracusa^), la statua
acefala della stazione ferroviaria pure di Siracusa (2) e
la piccola Artemide di Pompei (3) : per il periodo dorico
le metope selinuntine dell'Heraion (4) e le varie figure
efebiche di origine siciliana (5).

* *

Il discoforo non può derivare dalle figure del presunto
gruppo attico, che ignorano il chiasmo fra spalle e fianchi,
non dalla figura di Stephanos che mostra proporzioni e
stile alquanto diversi e per la quale non sarebbe agevole
(issare con precisione una cronologia anteriore a quella
del discoforo, non dall'Apollo di Pompei, il quale, oltre
un canone molto diverso malgrado il petto quadrato,
presenta un diverso tipo di ponderazione con il piede
della gamba piegata spostato di fianco, anziché portato
in avanti, e nella testa, per quanto inespressiva, e nel
trattamento del torso ha caratteri di maggiore evolu-
zione. Resta il gruppo dell'Apollo dell' Omphalos ed
escluso in questo anche il Re di Monaco, che pure ha
tanti elementi policletei, perchè nella testa è alquanto
più evoluto dell'Hermes di Policleto e quindi deve rite-
nersi non un suo precursore, ma un derivato, appare evi-
dente e positiva la filiazione diretta del discoforo dal-
l'Apollo dell'Omphalos che avevamo già. rilevato in base
a comparazioni stilistiche più limitate (col. 561 sgg.).

L'evoluzione della figura apollinea nel campo pelo-
ponnesiaco ci si presenta così chiaramente nei suoi capi-
saldi. Le figure di Kleobis e Biton opera dell'argivo Po-
lymedes (•■) e l'Apollo di Tenea (7j rappresentano l'arte

(1) P. Orsi, in Mon. Lincei, XXV (1919), col. 221 sgg. e tv.XV.

(2) P. Orsi, in Noi Se. 1916, p. 198 sgg. e fig. 13 ; C. Anta',
in Bull. d'Arie, XIV (192(1) p. 79 e fìg. 5.

(8) 0. Anti, in Annuario della Se. di Atene. II (1915), p. 181
sgg. ivi la lotterai uva anteriore; Br. Br. 356; Bulle, d, sch. M.,
col. "367 sg. 681 e tv. 115; Winter, K. in B. 208, 1.

(«) Bulle, d. sch. il/., col. 592 e tv. 287 ; Br. Br. tavv. 290-
291 ; Winter, K. in B., 245, 1-4; Ducati, Arte classica, p. 309 sgg.
e figg. 299-301.

(5) B. Pace. Arti e Artisti della Sicilia antica, in Man.
Lincei, sor. 5a, voi. XV (1917), p. 523; Efebo in marmo di Gir-
genti: lì. Pace. cip. cìt. p. 525 ivi la letteratura anteriore.

(') Fouilhs de Delphes, IV, p. 5 sgg. e tav. I-TI ivi, p. 17, la-
letteratura anteriore ; A. von Premerstein, in Jahreshefte, XIII,
(1910), p. 41 sgg.; Winter, K,inB., 198,1-2; Ducati, Arte clas-
sica, $.196 sg. c fìg. 141. In proposito vedi da ultimo: C. Robert,
in Sitzungsber. k. b. Akad., 1916, 2, p. 1 sgg. (citato).

(')Furtwàngler-Wolters, Beschreibung, n. 47, p. 49sgg.; Bulle.
d. sch. M., co. 80 e tv. 37 ; Br. Br. tav. 1 ; Winter, K. in B. 220,1.

peloponnesiaca ancora sotto l'influsso dedalico ; il
bronzo Payne Knight (1), cui recentemente hanno ag-
giunto grande valore documentario in rilievo e il cas-
settone scoperto nel Didymaion di Mileto (2) ci dà
un'idea almeno approssimativa dell'arte di Ganaco. In
questi tre monumenti abbiamo lo schema arcaico puro,
con frontalità assoluta e con le linee delle spalle, dei
seni, dei fianchi perfettamente orizzontali e quindi pa-
rallele fra di loro.

111 orso n. 45 del Laterano rappresenta come si è detto
lo stadio corrispondente al torso Amelung nel gruppo
.ittico, lo stadio cioè in cui le linee delle spalle e dei seni
si mantengono orizzontali, mentre è tentato il raccordo
dei fianchi con il diverso movimento delle gambe.

Nell'Eros Soranzo la frontalità è rotta : tutto il torso,
per quanto impercettibilmente, segue il movimento delle
gambe e la testa si gira di fianco.

L'Apollo dell'Omphalos mostra già delineati tutti i
movimenti che la diversa funzione statica delle gambe
impone al torso, ma tutti sono resi ancora con timidezza
e nella figura, che pure risplende per bellezza di propor-
zioni e per gagliardia anatomica, permane tuttavia, spe-
cialmente nelle spalle rettilinee e negli omeri stretti al
tronco, alcunché di legato : il retaggio dell'arcaismo.

Ogni traccia di questo è scomparsa nel discoforo,
dove una più organica costruzione dello scheletro, un
giusto equilibrio di modellatura fra parti ossee e parti
carnose, il movimento inverso delle spalle e dei fianchi
reso decisamente, quasi forzato, per quanto non così
come lo sarà nel doriforo in grazia della nuova ponde-
razione, collocano oramai la statua nel pieno fiorire del-
l'arte del V sec. Qualche traccia di arcaismo rimane solo
nel viso severo e nel rigido trattamento della capi-
gliatura.

Così Policleto nei primi anni della sua vita artistica
aveva risolto il problema che da varii decenni assillava
gli scultori peloponnesiaci, superandoli tutti. Nei limiti
della ponderazione prepolicletea era possibile accenl uare
aiiclie più i risultati di questa soluzione, ma l'Apollo di
Pompei mostra che accentuando si esagerava e derivava
alla figura, un aspetto di abbandono, quasi dinoccolato,
Policleto volle progredire senza cadere in questo errore e

(!) Bulle, d. sch. M„ col. 82, e tav. 38; Winter, K. in B.
220, 8.

(2) Winter, K. in B„ 220,5; Arch. Anzeiger, 1911, fig. 5,
col. 425.
 
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