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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0370

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731

MONUMENTI POLICLETEI

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ai primi decenni del IV sec. (1), quella di Aristion alla
metà dello stesso secolo (8) ad un periodo cioè nel
quale aell'Altis non erano ancora possibili spogliazioni
artistiche. Se il rinnovamento dell'iscrizione sulla base
di Pythokles fu reso necessario dalla sostituzione del-
l'originale con una statua diversa, nel caso di Xenokles
e di Aristion dobbiamo invece pensare che sia stato
consigliato dalla necessità di ini vero e proprio restauro.
Il fatto, a prima vista strano, che ciò sia toccato a ben
due delle quattro basi di Policleto, dato e non concesso
che anche l'Aristion sia del maggiore, si può spiegare
con la l'ama dell'artista e quindi con la sorveglianza
che certo era esercitata per la buona manutenzione delle
sue opere.

I dati di fatto che ci hanno permesso di assodare
come il discoforo stia alla testa di tutta la produzione
di Policleto (col. 688) ci permettono di collocare agli
inizi della sua produzione anche il Xcnokles, che, per
l'identità della, ponderazione, si mostra strettamente
collegato con ((nello (figg. 82-83) (3). La ponderazione
attestata da queste orme è quella nella quale i piedi
posano completamente sul terreno, leggermente sco-
stati fra di loro, ma. all'incirca sulla stessa linea.
Si distingue quindi sia da ([nella in cui il piede della
gamba piegala, è alquanto avanzato (Apollo di Piom-
bino-Poseidon di Creusi), sia da quella in cui è un po'
avanzato e disposto alquanto obliquamente (Apollo del
Tevere - Apollo di Cassel). 1 paralleli migliori sono
invece la base del pancraziaste Callia trovata ad Olim-
pia,, opera di Micone (*), posteriore al 472 av. Or.,
l'Apollo dell'Omphalos quale appare nella replica Choi-
seul (iouffier (5), la base dedicata da, Callia sull'acro-
poli (6) e l'auriga di Delfi (7). La ponderazione della

(') Olympia, V, Imehriften, col. 283.
(-) Olympia, V, Inschriften, col. 290.

(3) La data della vittoria di Xenokles risale quindi neces-
sariamente al 484 o prima ancora : un altro esempio di note-
vole intervallo Ira vittoria e statua. Vedi in proposito col. 651 sg.

(4) Olympia, V, Inschriften, n. 146, col. 249 sgg.

(5) A. H. Smith, Catalogne, I, Londra, 1892, n. 209, p. 86 sg. ;
Winter, A', in B., 233, 9.

(°) Studniczka, Kalamis, p. 54, fig. 11 e nota 5 alla pagina
successiva, ivi letteratura anteriore ; Six, in JaMbueh, XXX
(1915), p. 70. lig. 3.

(') Fouilles de Delphes, IV, tavv. 49-60 ; Mori. Piot, IV (1897),
tavv. 15-16; J. Six, in Jahrbuch,XXX (1915), p. 74 sgg. ivi la
principale letteratura anteriore. Winter, A. in B., 237, 3-4; Du-
cati, Arte classica, p. 290 sg. e figg. 278-279.

figura di Stephanos (1) è simile, ma con i piedi molto più
raccostati. Opere certo posteriori, con la stessa pon-
derazione del discoloro e del Xenokles, sono l'Hermes
Ludovisi (2) e il diadumeno Farnese (3). I confronti sono
dunque tanto con opere dell'ambiente peloponnesiaco,
quanto con opere dell'ambiente attico ; si trattava di
una soluzione che poteva presentarsi contemporanea-
mente a piìi artisti (*). A prima vista le orme della
base di Xenokles sembrano più scostate di quelle del
discoforo, ma una sovrapposizione mostra che si tratta
di una semplice illusione ottica, dipendente dal l'atto
che i cassetti, per necessità tecnica, devono essere pili
stretti della pianta del piede. Una piccola differenza
è invece nella posizione relativa dei due piedi ; ambedue
li' figure ponderavano sulla destra e avevano la sinistra
piegata.., ma nel Xenokles questa era l'orse leggermente
più a vanzata che nel tipo Odescalchi.E imprudente dire
se questo può essere un indizio di maggiore evoluzione,
eerto è una prova che anche nell'ambiente della, ponde-
razione tradizionale, quando il problema della tìi\u/j.£-
loice l'occupava più di ogni altro, Policleto già non se ne
sentiva soddisfatto e andava, cercando nuove soluzioni.

Logicamente più ricco è il gruppo delle orme che ci
testimonia la ponderazione tipica del maestro. Ci man-
cano le orme dell'Hermes, che dal punto divista evolu-
tivo sarebbero state le più interessanti, e quelle dell'He-
rakles, non essendo il caso di desumerle dalla statua
dei Candelabri (col. 702). Per rendere evidenti le diffe-
renze che esistono fra, le orme del doriforo, dell'atleta
West macoli e conseguentemente del Kyniskos, del-
l'amazzone e del diadumeno, su ciascuna delie figure
85-88, è tracciata la, tangente alla faccia interna del
piede portante e una linea perpendicolare a questa,
tangente al tallone del piede stesso. La prima linea
mostra che il piede della gamba piegata forma con
l'altro un angolo che si fa sempre più ampio con il pro-
gredire dell'arte di Policleto (°) e che il suo tallone si
sposta gradatamente dietro quello della gamba por-
tante. Infatti mentre nel doriforo fra la tangente del
piede portante e il tallone dell'altro vi sono 6 ctm. ;

(!) Vedi nota 8, col. 715.
(2) Vedi nota 1, col. 575.
P) Vedi col. 748 sg.

(4) Questa ponderazione si trova del resto già nel periodo
arcaico nelle figure femminili panneggiate.

(5) L'amazzone ritorna ad un angolo vicino a quello del do-
riforo, per la presenza del pilastrino.
 
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