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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0374

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MONUMENTI POLTOLETET

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per la poesia e dei motivi per la musica, conduce a
un flusso di linee quasi innestantisi l'una nell'altra,
ad una unità, al ritmo chiuso.

H principio del ritmo chiuso quale caratteristica del-
l'arte di Policleto, accennato dal Furtwàngler (*) è stato
illustrato ed enunciato chiaramente dal Mahler (2) mal-
grado i pochi tipi che egli attribuiva a Policleto e le
sue erronee opinioni a proposito dell'Amazzone. Ma
ora, definitilo il tipo dell'Hermes, ricostruito ex novo
quello dell'Herakles, chiaritala questione dell'Amaz-
zone e soprattutto disposte le opere del maestro in
serie cronologica con criterii sicuri, il concetto del
ritmo chiuso acquista una evidenza, insperata, prova in
miniti definitivo l'attendibilità della serie cronologica
ricostituita e permette considerazioni generali di no-
tevole importanza (figg. 92-98) (3).

Nelle prime tre opere di Policleto : il discoforo, l'Her-
mes e il doriforo, non si nota ancora la ricerca del ritmo
chiuso. Nel primo le braccia pendono lungo il tronco,
i gomiti leggermente piegatiegli avambracci avanzati
poco e in misura diversa. È lo schema più semplice della
figura umana, privato di ogni rigidezza arcaica, che
riceve armonia non danna speciale grazia di movimenti,
ma dalla naturalezza della composizione delle varie
membra.

Nell'Hermes il motivo è più complesso, anzi quasi
troppo complesso: si può dire infatti che, contraria-
mente a quelle che saranno poi le abitudini di Poli-
cleto, ambedue le bracia sieno attive : la destra col
gesto oratorio, la sin. per reggere il caduceo. In più
il loro movimento è sviluppato davanti al torso, e ciò
completamente per l'avambraccio destro, inizialmente
per il sinistro, cosa che priva la linea, di contorno della
varietà di cui possono essere fonte gli arti superiori.

(') Meisterwerke, p. 444.

(2) Polyklet, passim, anche questo concetto, che è certo il
pregio migliore del libro del Mahler, è accolto pienamente dal
Klein. Gesehichte, 11, 1905, p. 165 e ad esso aderirono più o meno
altri studiosi come il Kekule, Oriech. Skulptur, 1907, p. 131 e il
Wolters, in Gerken-Norde, II, 1912, p. 116 sg.

(3) Il Mahler, loc. eit., si servì del ritmo chiuso come di cri-
terio cronologico. Abbiamo già spiegato (col. 600 sg.), come,
essendo questo aspetto dell'arte elemento puramente indivi-
duale, non possa « a priori » servire come tale. Infatti solo
dopo determinata con altri criterii la serie cronologica, si potrà
constatare se esso si sviluppi o meno secondo una regolare linea
evolutiva. Una volta assodato ciò sarà anche possibile, con le
debite cautele, usarlo come criterio cronologico.

Occorre" convenire che questa statua è fra le meno
felici di Policleto : la scarsezza delle repliche ci dice
forse che eguale era il giudizio degli antichi. In essa
l'artista ha concesso all'illustrazione più di quanto
farà in seguito (1).

Il doriforo è immune da tutte queste mende : il
braccio destro pende inerte lungo il fianco, il sinistro
è piegato, ma completamente di lato senza nessuna so-
vrapposizione al torso. Manca ancora, come si è detto,
la ricerca del ritmo chiuso, ma un semplice giuoco di
linee tese e piegate e di movimenti contrastanti, chia-
stici, crea un capolavoro di armonia, chiara, quasi
ingenua. Qualunque sarà l'importanza della ricerca che
si proporrà in seguito Policleto, il doriforo, sia in se
stesso, sia per l'impulso che darà all'arte delle gene-
razioni successive, rimane il frutto più bello, miracolo
di semplicità e di armonia.

Con l'atleta Westmacott ecco iniziarsi la ricerca
di una linea di contorno chiusa, la ricerca dell'euritmia.
Una delle braccia, la sinistra, pende ancora inerte lungo
il fianco, con la cui linea quasi si confonde, ma l'altra si
solleva, si piega, la mano è portata all'altezza della
fronte dove la massa della corona lega la curva del
braccio con quella della testa reclinata. Il gesto, ol-

I rechè gettare un'ombra intensa sul viso, aumentandone
l'espressione di modestia, crea una linea curva continua,
quasi carezzevole, dal gomito destro al piede sinistro,
che contrasta felicemente con la linea orizzontale for-
mata dalle spalle e dall'avambraccio destro e con la
massa, verticale del torace.

Con l'Herakles e con le opere successive Policleto
mira ad eliminare l'inerzia di una delle braccia, pur
evitando di ricadere nell'illusirazionismo dell'Hermes.
Ecco un braccio che dall'inerzia passa a una semi-
inerzia appoggiandosi alla clava. Chiasticamente la
testa si gira dalla parte della gamba portante e all'an-
golo formato in alto dal gomito sinistro corrisponde
in basso, dall'altra parte, l'angolo formato dalla clava.

II fascio di linee che si diparte dalla base e si slancia
divergendo verso l'alto (gambe-clava) si raccoglie con
flusso ritmico intorno alla massa del torso, anche esso

(') Nella tig. '.)?> V Hermes è riprodotto di 3/i mentre la sua
veduta principale è quella frontale. Sono dolente di non aver
potuto disporre di una fotografia migliore.
 
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