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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0376

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MOXOrENTI POLICLETEI

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e costituirono l'elemento più individuale di ciascun ar-
tista, di contro allo stile imposto dalla tradizione sco-
lastica, e alla costruzione della figura nello spazio,
imposta dallo stadio evolutivo dell'arte.

Come lo stesso soggetto possa essere interpretato
in modo completamente diverso da, artisti anche con-
temporanei e stilisticamente alquanto affini, ina non
seguaci dello stesso indirizzo estetico, appare nelle note
quattro amazzoni (figg. 38-41). Il loro esame da questo
specialissimo punto di vista, può mèglio di qualsiasi
altro gruppo di monumenti, mostrare la. netta divisione
esistente fra gli indirizzi ricordati e provare come,
malgrado una somiglianza generica, sieno dovute
temperamenti artistici diversissimi. L'amazzone capi-
tolina, nella quale il dolore è più intensamente espresso,
dove ogni elemento della figura si accentra nel parti-
colare della ferita,, mentre in certo qual modo è tra-
scuratala composizione (col. 616) e la figura è sovrac-
carica di particolari illustrativi (lancia-mantello), è la
rappresentante tipica dell'indirizzo «espressionistico»
che, come si è detto, ripete le sue origini dall' illu-
strazionismo dell'arte arcaica e in quest'epoca ebbe
appunto il suo massimo rappresentante in Fidia. L'il-
strazionismo di Fidia trova del resto un esempio an-
cora più chiaro nella parthenos, nella quale gli attributi
sono tali e tanti da turbare la composizione. La dea
oltreché indossare armi e vesti, che vogliono indicare
tutti gli aspetti della sua natura divina (egida con la
gorgone, elmo con la sfinge, i pegasi, i grifi, i cer-
biatti, età), oltreché reggere la Nike con la destra,
avere lo scudo ornato con la centauromachia e con
la gigantomachia, la base con il mito di Pandora, è
attorniata, dal serpe e dalla civetta e non volendosi
trascurare la lancia le è stata appoggiata alla spalla,
e un serpentello dell'egida soccorre per tenerla ferma, :
il simulacro del Partenone è una vera mostra di
attributi, dalla quale esula ogni ricerca di euritmia e
solo la grandiosità della figura e la sovrana caratteriz-
zazione della testa potevano trasformarlo nella mera-
viglia che stupiva gli antichi e di cui, sinceramente, noi
stentiamo a formarci anche la più lontana idea.

L'amazzone Mattei sfrutta il motivo della Capito-
lina per una situazione di equilibrio instabile: la figura
gravita sulla gamba destra e sulla lancia per alleggerire
completamente la sinistra ferita. Questa è portata in
avanti e sembra quasi di scorgerla sfiorare appena la

terra, corsa dal dolore, nel contrasto fra il bisogno di
riposo e l'impossibilità di esercitare qualsiasi sforzo
su di essa. Esteticamente, a parte cioè la relazione stili-
stica, è lo stesso indirizzo del Filottete di Pitagora, del
Marsia di Mirone e il perfetto pendent del « vulneratus
deficiens » diBavai (figg. 46-47). Modificazioni minime
sono bastate a trasformare il motivo espressionistico
della Capitolina in una composizione nettamente di-
namica.

Accanto ad esse il significato della Berlinese non
ha bisogno di altre parole : è il ritmo chiuso caratteri-
stico di Policleto, in una delle sue più significative af-
fermazioni e la Pampini], che ad essa aderisce comple-
tamente, è l'opera di un artista sotto il diretto influsso
di Policleto, quindi, secondo ogni verosimiglianza, del
Fradmone della tradizione.

* *

L indirizzo dinamico si afferma già agli inizi del
secondo quarto del V secolo; l'indirizzo espressioni-
stico, evoluzione del carattere illustrativo dell'arte
arcaica, non molto dopo ; l'atleta Westmacotl invece,
prima opera nella (piale Policleto palesa la ricerca
del ritmo chiuso, sarebbe all'incirca del 450 av. Cr.
Si potrebbe credere che l'indirizzo del ritmo chiuso,
essendo il più formale, che dall'arcaismo non traeva,
impulso, nè per tradizione come l'espressionista, nò per
reazione come il dinamico, fosse sorto dopo gli altri,
ma in realtà, per quanto non organicamente posto
e risolto, come nelle ligure policletee, appare già in
opere all'incirca contemporanee di quelle ricordate
per gli altri due indirizzi, come naturale intensificazione
dell'armonia di composizione. 11 pensiero corre subito
allo spinano dei Conservatori, alla così detta Venere
esquilina, alla Penelope Chiaramonti, al discobolo di
Mirone e infine al diadumeno Farnese, nelle quali opere
il principio del ritmo chiuso appare non solo chiara-
mente affermato, ma per alcune condotto addirittura,
alle ultime conseguenze. Tali opere peraltro o non risal-
gono al V sec, oppure il loro ritmo chiuso è fortuito,
direi quasi incosciente, dovuto a cause diverse, non
a una deliberata ricerca.

Lo spinano dei Conservatori (*) è un'opera elleni-
stica alla quale in epoca romana è stata adattata una

(!) Vedi nota 1, col. 724.
 
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