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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0381

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di Napoli (*) sono altri esempi, ma che l'ispirazione
venga proprio da Policleto è dimostrato dalla pondera-
zione che in Prassitele è la stessa di Policleto, per quanto
più evoluta e più giustificata (2).

L'indirizzo estetico di un artista, ripetiamo, è l'ele-
mento più individuale della sua arte : lo stile è necessa-
riamente legato all'ambiente (epoca, scuola), ma l'indi-
rizzo estetico è atto puramente individuale. A questo
proposito si potrebbe anzi risuscitare con una certa giu-
stificazione la vieta distinzione filosofica di forma e con-
tenuto, identificando forma con lo stile, contenuto con
indirizzo estetico. Lo stesso indirizzo può essere infatti
comune a più scuole e il caso Policleto-Prassitele ne è un
esempio, come pure nella stessa scuola si possono tro-
vare indirizzi diversi (3). Tale fenomeno, naturalmente
diventa più frequente, quasi generale, con la fine del
sec. V, quando si va perdendo la tradizione delle scuole-
famiglia e l'arte greca assume un aspetto stilisticamente
meno vario, che si sviluppa non tanto secondo correnti
più o meno topografiche, quanto secondo correnti pu-
ramente estetiche. A questo risultato ha contribuito
certo in modo decisivo l'attività ateniese di Policleto e
della sua scuola, con la quale si è avuto quasi un versa-
mento della tradizione peloponnesiaca, fino ad allora
nettamente individuata di contro alle altre scuole, nel
crogiuolo attico.

Il passaggio degli elementi artistici da Argo ad Atene
e precisamente da Policleto a Prassitele è del resto provato
dai monumenti: fra l'amazzone e l'Hermes di Olimpia

(') I,. Mariani, in Guida Ruesch, n. 132, p. 41; Einzelaufn,
512-513; 1'. Arndt, In Br. Br. testo alla tav. 073 (1014).

(2) ta piccola Afrodite in bronzo ili Dresda : Furtwangler,
Meistencerke, p. 021 sgg. e ria;. 1 -22 a p. 622, con il suo punto
di appoggio spostato in alto ricorda molto la composizione del
Saurottono, tipo di ritmo che sembra piii evoluto, ma si tratta
di arte minuta e perciò è imprudente attribuire una cronologia
molto recisa, ti Deonna. I' Arcbèohqic etc, T. 1012, p. 270. ag-
giunge a questi esempi anche l'Artemide di Metellino, accoglien-
done l'attribuzione a Strongilion fatta da S. Reinach, Reo. Ardi.
1004, T. pp. 34-30 e tav. TII-IV; Recueiì de* tétes antique*, Parigi.
1903, tav. 103-104, p. 120 sg., ma tale attribuzione, consigliata
da considerazioni stilistiche molto vaghe, non ha fondamento,
anzi è molto discutibile se la statua sia effettivamente la re-
plica di un originale più antico o non piuttosto una compo-
sizione ellenistica (111 sec. circa) di sapore prassitelico. In pro-
posito vedi anche Noack, in Jahrbuch, XXV(1915),p. 178,nota?.

(3) Se il discobolo dell'Aiitiquarinm (vedi coli. 500 e 734)
composizione di carattere nettamente dinamico, è veramente
di Naucide esso attesterebbe appunto la coesistenza di indi-
rizzi opposti nella stessa scuola, anzi in uno stesso ristretto am-
biente artistico.

Monumenti Antichi — Vol. XXVI.

si dispongono il Narcisso (1), nel quale è ancora tanto
di spirito policleteo e il Joven oraàor del Prado con esso
strettamente collegato Lo Zeus della Blundell Hall(3)
a un corpo di proporzioni, ponderazione e forme poli-
cletee unisce una testa che già prelude lo stile prassite-
lico ; l'Ermafrodito di Berlino (4) sia o non sia di Poly-
kles, è pure molto significativo perchè ha forme poliele-
tee, ma per il soletto è concezione puramente prassite-
lica. Con queste opere la catena stilistica e storica è
completa. Del resto l'imitazione dell'atleta Westmacott
di stile attico trovata ad Eleusi (5) e la terracotta del
British Museum riproducente il diadumeno, di stile ad-
dirittura prassitelico (8), dimostrano materialmente come
i tipi creati da Policleto venissero accolti dalla scuola di
Prassitele.

* *

Si è molto discusso per accordare due notizie relative
a Lisippo che sembrano smentirsi a vicenda: l'aneddoto
ricordato da Duride (7), secondo cui nessun artista sa-
rebbe stato maestro di Lisippo, il quale avrebbe appreso
solo dalla natura, e il passo ciceroniano, dove è detto
che Lisippo dichiarava di aver avuto per maestro il do-
riforo di Policleto (8). In realtà se ci facciamo a ricercare
nell''apoxyomenos un ricordo anche lontanissimo del
doriforo, sarebbe opera vana. ÌSupoxyomenos è sotto ogni
rispetto cosa tanto nuova che nulla in esso può essere
confrontato con la statua policletea. Al preciso natura-
lismo di questa è subentrato un fare illusionistico che è
appunto il frutto dello studio diretto della natura, quale
era comportato dai nuovi tempi e dall'abbandono di ogni
insegnamento tradizionale, noi diremmo accademico,

(M Vedi nota 2, col. 545.

(2) E. Barron; Catalogo, Madrid. 1010. n. 30. p. 51 e tav. 27:
Einzelaufn. 1585-15K7 : Bulle, d. »rh. M., fig. 24, col. 120:
dr. poi Helbig, Fuhrer, II3, n. 1388, p. 105 sgg. Vedi inoltre:
G. Dehn. in Jahrbuch, XXVT] (1012) p. 100 sgg. e XXIX (1014)
p. 121 sg. ; W. Klein, in Jahreshefte XV (1012) p. 270 (Beiblatt).

(3) Furtwangler, Statuenkopien, p. 27 sgg. e tav. I e III. La
sua attribuzione a Cefisodoto non è fondata su dati di fatto
positivi.

(4) Kekule, Besehreibung, d. uni. Skulpt. n. 103, p. 82 sg. :
Furtwangler, Statuenkopien, pp. 68-fiOe tav. XII: Kekulè,grieeh.
Skulpt. p. 287, sg. e lig. a p. 2S8.

(5) 1). Philios. in 'Eyrifi. 'Aqx. 1890, p. 207 sgg. e tav. X-XI;
Stals, Marbré* et bronzes, n. 254, p. 77 : Bulle, d. sch. AL,
col. 104 e tav. 51 ; Winter. K. in B., 259, 2.

(°) Journ. of. beli. Studies, VI (1885). tav. 01.
(') In : Plinio, A'. E. XXXIV. 01.
(8) Cic, Brutus, 86, 296.

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