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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0388

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MONUMENTI POtICLETE]

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mente indispensabìlé : Pòlicleto usa, noi campo figura-
tivo un parlare piami, in n'aziono al parlare ornato dei
suoi predecessóri e di parte dei suoi contemporanei. Nelìé
suo opero è la chiarezza cristallina dell'espressione
esatta, cui nulla può essere aggiùnto, nulla tolto.

*

* *

Tuttavia il convincimento, si può diro generale, ohe
Policlcto nelle sue statue abbia trascurato il lato espres-
sivo, è una delle tante frasi Eatte, che risalgono a tèmpi
in cui la storia degli artisti greci era ancora bambina;
ma che passano tuttavia por verità assiomatiche.
Tale asserzione formulata una prima volta sulla base
del solo doriforo, si è infatti mantenuta in seguito,
a dispetto delle opero che via via sono stato rivendicato
a Pòlicleto. Non che in questo, frutto purissimo
del dorismo, si possa riconoscere la, tipica corrente
espressiva propria dell'atticismo; non elio in Pòlicleto
si voglia vedere ciò che sarà possibile solo dòpo rin-
novazione di Scopa : ina considerata l'opera sua nel
suo tempo, egli, anche per questo riguardo, non appa-
rirà certo da meno dodi altri artisti contemporanei.

È noto che oli scultori della, prima metà del V sec.
quando dal soggetto dello loro statue furono condotti
a tentare l'espressione di un sentimento, lo fecero in-
troducendo nella composizióne il u'oslo che meglio po-
teva indicare tale sentimento o in tale l'unzioni1 una
varia inclinazione della tosta ebbe parto preponderante,
ma nessun riflesso del sentimento espresso è possibili»
scorgere nel viso (]). Lo infinito contrazioni muscolari
che fanno del viso la parte espressiva per eccellenza
del corpo umano, sono completamente ignote a quegli
artisti (2). Così avviene per lo mono nella statuaria.
« frontale » chè invoco nello sculture decorative, frontoni,
metope, fregi, come quelle che avendo un substrato di-
segnativi) hanno strette relazioni con la pittura e perciò

(/) Por l'espressione ilei dolóre tisico si vèdtl l'Amazzone
Capitolina (nota 1, col. 602), per il doloro morale hi Penelope
Chiaranionti (nota4, col. 611), per la benignità divina l'Apollo
.lei Tevere (nota 4, col. 712). per lo stupore l'Atàlantó .Iella
Galleria dei Candelabri: Ilolbig. F&krer, l3. ni 364, p. 234 sgg.:
Bulle, sch. M.. col. 304 ;gg. e tav. 142: A. Della Seta, in
Ausonia, A'IT (J!)ló). p. ] sgg.

(2) Un tentativi) non trascurabile fi nel Marsia ili Mirone,
ma. tolto questo, >i confrontino le teste .Ielle opere rii ordate alla
nota precedente,

Monumenti Antichi — Vol. XXVI.

sono, por varii rispetti, più evolute delle sculture iso-
late di tutto tondo, non mancano esempi del più vio-
lènto e del più evidente fra gii stati d'animo, il dolore
fisico, espresso con la mimesi del viso. Lo testo di guer-
rieri morenti di Égtna (M. i centauri del frontone oc-
cidentale di Olimpia (2) sono fra i più chiari.

Nelle opere giovanili Pòlicleto usa i mezzipropri del
suo tempo (3). L'atleta Westmacott con il movimento
della testa associato alla compostezza del corpo e al
gesto esitante del braccio destro, esprime in modo
perfetto la modestia dell'atleta vincitore, elio contiene
la gioia per là vittoria raggiunta nel timore di offendere
i numi. Con quest'opera Pòlicleto non solo affronta, con
i mezzi del suo tempo, l'espressione di un sentimento,
ma di un sentimento delicatissimo e complesso. Analogo
è il motivo del discoforo, per (pianto più semplice.
Lo stesso sentimento è espresso anche nel diadumeno:
tinche questa volta il giovane, nell'atto di cingere la
tenia della vittoria, si raccogfre nella sua modestia, ti-
moroso di troppo vantarsi del dono cóncessógh' (hai numi.
L'espressione della modestia è ottenuta con odi stessi
mezzi, per quanto l'orse non sia, così evidente come
nell'atleta Westmacott. Ne si può dire che tuttociò
sia nostra illusione o olio un consimile movimento
fosse richiesto dall'azione: l'Heros di Mah'dia (*) e il
diadumeno Farnese mostrano come l'identica azione
potesse ossero interpretata con spirito diverso e anche
diametralmente opposto.

Nella seconda fase della sua attività Pòlicleto comin-
cia peraltro a non accontentarsi più dei semplici mezzi
offerti dall'arte del suo tempo per l'espressione dei sen-
timenti e dai (piali aveva puro saputo trarre effetti me-
ravigliosi e si molte stilla strada del mimetismo. La
tosta, dell'Herakles messa a, confronto con quella del
doriforo, mostra il grande progresso compiuto dall'ar-
tista nel modellare lo ossa del cranio e i muscoli del
viso : lo bozzo frontali più accentuate, l'occhio infossato,

(i) Fnrtwiinglor-Wolters. Béschreibilhg', n. 85. p. 115 sg.:
Billlè; (I. scK M., tav. 172: fife Bf'. tav. 2&

(») Olympia. III. Biìdéerkc, tav. XXV. XXIX. XXXI: P>r.
Br. tav. 463, 454, 466 <i e /': Winter. A', in 11.. 242. 4 ; 213. 1 :
Ducati. Arte clàssica, figg. 293 e 295.

(3) Per il motivo della tosta reclinata come mezzo espressivo
vedere \Y. Deonna, Vexpression fica sentiménti (lana l'art gre?;
Paris, 1914, p. 270 sgg.

(•») Mou. riot XVII (léfl»), p. 5 sgg. e tav. II-III ; Winter,
K. in B., 310, 1. In proposito vedi anche a p. 56.

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