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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 26.1920

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Anti, Carlo: Monumenti policletei
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https://doi.org/10.11588/diglit.12554#0395

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783

monumenti pomo i.etei

Un evento sinistro offerse a Policleto l'occasiono di
misurarsi ancora una volta con Fidia e questa volta in
un'opera di grande molo. Nel 423 av. Cr. il santuario
più veneralo di Argo, l'Heraion, andava in fiamme per
la negligenza di ima sacerdotessa e dall'improvvisa
catastrofe nulla si salvava, tranne un vetustissimo
góarov. che, per il poco peso e la mobilità, si era potuto
trarre dall'incendio. Argo volle riparare immediata-
mente alla rovina e dette l'incarico del simulacro della
dea a Policleto, che doveva diventare perciò il suo
grande figlio adottivo. L'Hera fu presto compiuta e
riuscì certo degna del maestro, molti anzi, per il suo
carattere, l'apprezzarono forse anche più delle sue
statue atletiche: ma questa volta, come era prevedi-
bile, il primato rimase a Fidia. Lo Zeus olimpico non
era superato.

Mentre Policleto lavorava al simulacro criselefan-
tino, fervevano i lavori per i frontoni e per le metope del
tempio. In piccolo era stato organizzato ad Argo un
cantiere simile a quello che Policleto e i suoi allievi ave-
vano visto in azione sull'Acropoli. Su di esso peraltro
Policleto dovette avere un'azione limitata : infatti egli
aveva già compiuto i 60 anni e accanto a lui troviamo
il più giovane Naucide che completa il simulacro di
Mora con l'aggiunta di una figura di Ebe. La parte pre-
ponderante nei lavori decorativi è probabile quindi
sia spettata a Naucide, sotto il quale dovevano la-
vorare i suoi figli e quelli di Policleto, forse Fradmone,
forse anche i figli di Argeiadas. Prevalenti ad ogni
modo dovevano essere gli elementi che erano stati ad
Aleni' con Policleto, se pure di là non era stato chiamato
addirittura qualche maestro di scalpello di quelli che
avevano lavorato al frontone occidentale del Parte-
none o al tempietto della Nike, poiché nei frammenti
delle sculture dell'Heraion giunti a noi, pur attraverso
un substrato policleteo, l'elemento attico prevale no-
tevolmente.

Del prevalere di Naucide sull'arte degli ultimi anni
di Policleto abbiamo un altro indizio. Dopo l'Hera,

che potè essere compiuta poco dopo il 420, abbiamo an-
cora la base di Pvthokles, Che significa il fatto che lè
sue orme mostrano una ponderazione uguale a quella,
di una probabile opera di Naucide : il dislcophoì'os del-
l'Antiquarium ? è questa l'ultima innovazione del grande
Policleto o la sua attività creativa esauritasi subisce
l'influsso del fratello più giovane? Per risolvere il dub-
bio bisognerebbe fissare prima la personalità arti-
stica di Naucide, tutta via non è del tutto ingiustificato
il sospettare che in quest'opera la collaborazione di
Naucide, già così notevole nel gruppo dell'Heraion,
sia stata anche maggiore.

* *

Così Policleto, che ancora giovinetto si era trovato
a lavorare ai frontoni di Olimpia, puro fiore dell'arte
peloponnesiaca, che uomo maturo avesse assistito agli
ultimi lavori del Partenone, massimo frutto dell'arte
attica, presiedeva in vecchiaia i lavori dell'Heraion
dove si operava il connubio delle due correnti. La sua.
vita e la sua arte compendia la storia di uno dei più
grandi periodi dell'arte, dall'arcaismo maturo dei pre-
cursori, all'arte di transizione della fine del V sec, dalle
scuole locali stilisticamente e spiritualmente chiuse;
all'avvènto della xotvi) ; rlistiea e tuttociò in gran
parte per opera sua personale.

Nel secolo successivo non' solo Scopa ripeterà le pro-
prie origini da lui attraverso il padre Aristandrò,
collaboratore del minor Policleto, non solo Prassitele.
seguendo il padre Cefisodoto, si farà erede della sua.
ricerca del ritmo, Eufranore delle speculazioni sulla,
simmetria, Lisippo di tutta intera la sua triplice con-
cezione : simmetria, armonia, euritmia, che tradurrà
dal piano nello spazio, ma tutta l'arte del IV sec,
risultata dalla fusione delle due correnti principi
del V sec, potrà dirsi figlia della, sua singolare atti-
vità.

Cart.o Ant'i.
 
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