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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Taramelli, Antonio: Il ripostiglio dei bronzi nuragici di Monte Sa Idda di Decimoputzu (Cagliari)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0040

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IL RIl'OSTIGLIO DEI BRONZI NURAGHI DI MONTE SA IDDA

72

Vediamo così che alla tendenza rappresentata dal
Pigorini di ridurre ad una sola causale, religiosa e votiva,
la raccolta ed il nascondiglio di queste preziose e per noi
istruttive masse di oggetti antichi, se ne contrappone
un'altra, che pure non escludendolo scopo religioso per
una parte dei depositi, mantiene per altri la credenza
in uno scopo piii umile e pratico di riunione economa di
avanzi metallici, preparati per ridurli a nuova forma ed
a nuovo uso. Meglio quindi che una spiegazione basala
sopra un concetto e preconcetto generale panni sia da
accogliere caso per caso quella che sarà suggerita da
elementi sicuri di ciascun ripostiglio.

Nel caso del presente ripostiglio di Monte Sa Idda
non credo si possa seguire senz'altro una delle due spie-
gazioni a decidere per il carattere di stipe e di deposito
del fonditore.

È ben vero, ripeto, che i pani di rame figurano come
offerta di metallo prezioso per sè slesso, in numerosi ri-
postigli a cui fu riconosciuto il carattere di stipe votiva,
come ad esempio a quello di contrada Cappella, presso
Castelfranco "Bolognese (v) e quello della Grotta S. Ste-
fano presso Viterbo (2) ; ma al ripostiglio di Molino del
Salto, presso Modica (3), ed a quelli di Giarratana (4)
e di Granmichele (5) come al ripostiglio già ricordato
di Cannatello (6) l'Orsi riconosce il carattere di depo-
sito di fonderia,, appunto per la, presenza di pani di
rame, spezzettati, frantumati, di pezzi informi di
rame, di lamine contorte accartocciate.

Le notizie sui ripostigli sardi sono state egregia-
mente raccolte dal Pinza, nel suo lavoro sui Monu-
menti primitivi dell'isola, ed io mi riferisco a quanto
egli ha esposto, solo limitandomi a qualche osser-
vazione sulla valutazione da lui fatta sul carattere
di taluni di essi.

Troppo vaghe sono le notizie sui rinvenimenti ili
bronzi nuragici di Sanile, di Nurchis, di Meana Sarda,
di Perda e Flores, presso Lanusei, di Ardara (7), per-

CÌ Noi. Scavi, 1989, p. 226.
(*) Bull, Pafef», Itul. A. XXIV, 303.
(/') De Rossi, Atti Accad. pontificia di Archeologia, 1886,24,
tav. VI.

(«) Ball, citato, A. XXIV, p. 264

(5) Bua. cii. A. XXVI, pp. 268. 284.

(") Bull. cit. A. XXIII, p. 106. *

(') Spano, Scoperte Archeologiche (atte in Sardegna nel-
ranno 1876, p. 16, fig. 4 (Sanile); idem, A. 1872, p. 28 (Nurchis) ■
idem, 1876, p. 3 (Meana Sardo); Noi Scavi, 1883, p. 357 (Perda
Fl'-re.i) 5, idem, 1874, p. 35 (Ardara).

che si possa dare un giudizio sopra questi ripostigli,
del resto composti di scarsi elementi. Che anzi per
taluni di essi è incerto se trattisi di veri e proprii ripo-
stigli, o piuttosto di rinvenimenti di oggetti sporadici
in un terreno archeologico. Scarse sono le informazioni
sul ripostiglio della Maddalena, presso Silanus(1), su
quello di Siniscola, che fornì insieme ai bronzi anche
spade e pugnali di ferro (2). Per quello di Monte Can,
presso Sorso, le notizie l'accolte dal prof. Pais, fanno
pensare ad una fonderia, per la presenza di forme da
fondere punte di lancia e scalpelli, o trapani, unite
a bronzi di quel tipo (3).

Lo stesso carattere di fonderia, o di ripostiglio
di fonditore è forse da attribuirsi alla scoperta di Ploa-
ghe, dove lo Spano segnalò varii pozzetti incavati nel
suolo, rivestiti di pietre e nascosto sotto un cumulo
di sassi determinalo dalla rovina di qualche edificio
sopraterra. Nei pozzetti, profondimi metro, e rite-
nuti, credo a torto, focolari per la fusione del metallo,
si rinvennero in mezzo a ceneri e carboni, varie piccozze
a, tagli paralleli, ascie a margini rialzati, scalpelli,
spade, una barchetta votiva e dodici panelli di piombo (*).

Parimenti un ripostiglio di tonditore appare quello
di Nuraghe Badu e' Trova, presso Tuia, contenuto in
una pentola di lena « cotta al sole » a dire dello Spano,
contenente pezzi di aes rude ed uno scalpello (5). Ma
in quello di Guttidai, entro ad una pentola di lena-
colta, si ebbero con ascio a margini rialzati, pugnali
e punte di lancia, varie barchette votive che attestereb-
bero la provenienza da un sacrario o da un deposilo
votivo funerario («). Anche ad Ardara nella, vicinanza
di ari nuraghe si ebbe una, navicella votiva con una
grossa armilla di bronzo (7). Così anche il ripostiglio
di Uta, con le otto statuette votive militari, alcune
delle quali con traccio dell'impiombatura, con le spade
in bronzo, una delle quali con figurina di cervo infìssa
alla punta, deriva certamente da un deposito votivo
e furono per lo meno strappate a scopo di celarle e di

(') Spanci, Scoperte archeol., A. 1876, p. 13; Pais, Bull.
Ardi. Sardo, 1884, p. 125.

(*) Not. Scari, L892, p. 291.

(3) Pais. A ut. Scavi, 1880, p, 409; ha Sardegna ecc. ecc.
p. 35, n. 6.

C4) Spano. Scoperte arch. 1872. p. 28.

(5) Spano, Scoperte archeol. del 1872, p. 25.

(6) Spano, Scoperte archeol. del 1876. p. ló.
^7) Spano, Scoperte, 1871, p. 35,
 
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